Riflessioni su una buona leadership

“E SE LA TROMBA DÀ UN SUONO SCONOSCIUTO, CHI SI PREPARERÀ ALLA BATTAGLIA?” 1 CORINZI 14:8

Non importa quanto sia grande la tua visione, se le persone non sono disposte a seguirti, non si realizzerà mai. Chi sei, fa la differenza! Il più importante messaggio che tu possa condividere è te stesso. Ecco sei riflessioni su una buona leadership. 1. La fiducia lega le persone alla visione del loro leader, senza di essa queste saranno disunite. Impareranno a condividere la visione e aiuteranno a portarla avanti. 2. La leadership non riguarda solo ciò che fai; richiede anche che tu sia di incoraggiamento e ispirazione per gli altri. I buoni leader tirano fuori il meglio dalle persone condividendo il meglio di sé stessi. 3. Non puoi travolgere le persone solo perché sei il loro leader. Abraham Lincoln disse: “Quasi tutte le persone possono sopportare delle avversità, ma se vuoi provare il carattere di un uomo, dagli potere.” Con il potere viene la responsabilità di servire, far crescere e fortificare gli altri. Aiutando gli altri a crescere, cresci anche tu.

4. Puoi avere tutte le regole che vuoi, ma se non investi sulle persone e non sviluppi una relazione con loro, esse si ribelleranno. 5. Paolo dice: “Se la tromba dà un suono sconosciuto, chi si preparerà alla guerra?” Dunque, guida con ottimismo, entusiasmo ed energia positiva. Estirpa il pessimismo e la negatività. Concentrati sulle soluzioni, non sulle lamentele. Il filosofo Nicholas Murrey Butler disse: “L’ottimismo è essenziale per ottenere dei risultati, ed è anche il fondamento del coraggio e del vero progresso.” 6. I buoni leader non hanno tutte le risposte, ma costruiscono una squadra che le può raggiungere. Il successo è un processo, non una destinazione. Vincere è il risultato di lavoro di squadra, concentrazione e dedizione. Per avere successo, concentrati sulle persone non sul risultato.

Predisponi la mente

“ASPIRATE ALLE COSE DI LASSÙ.” COLOSSESI 3:2

Predisporre la mente è come predisporre il termostato; esso determina il clima in cui si vive. Perciò predisponi la tua mente alla Parola di Dio! Anziché cercare di fermare i pensieri sbagliati, cosa che riporta immediatamente alla mente proprio i pensieri che vorresti allontanare, riempi la mente con la Parola di Dio. Gesù disse ai Suoi discepoli che lo Spirito Santo avrebbe ricordato loro ciò che Egli aveva insegnato (cfr. Giovanni 14:26). Perciò quando archivi le Scritture nella tua memoria, lo Spirito di Dio le estrarrà da quegli archivi al bisogno. Immagina un pilota amatoriale che affronta per la prima volta una tempesta. Non riesce a vedere nessun punto di riferimento verso il quale volare perché tutto è avvolto nella nebbia. Poi una voce giunge dalla torre di controllo e gli dice: “Ascoltami e io ti guiderò.” Gesù disse: “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me.

Nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Giovanni 16:33). Paolo scrive: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:6-7). Ad esempio, che cosa si deve fare quando va male l’economia? Riconoscere che né Wall Street né altre borse decidono della nostra sicurezza: solo Dio lo fa. Che cosa devi fare quando qualcuno ti critica? Prendi ciò che è buono e costruttivo e non permettere a nessuno all’infuori di Dio di determinare il tuo valore. Tenendo la mente sulla Parola di Dio, avrai in pace in ogni situazione.

Ascoltare, comprendere e ricevere

“SAPPIATE QUESTO, FRATELLI MIEI CARISSIMI: CHE OGNI UOMO SIA PRONTO AD ASCOLTARE, LENTO A PARLARE.” GIACOMO 1:19

Per avere una buona relazione con qualcuno, è necessaria una buona comunicazione. E una buona comunicazione si basa su due cose: parlare e ascoltare. Fermati a considerare l’ultimo conflitto e prova a identificare il comportamento e l’atteggiamento che possono avere contribuito alla lite. Paura. Insicurezza. Gelosia. Cocciutaggine. Arroganza. Avidità. Peccato. Ribellione. Aspettative inattese o deluse. Aspettative irreali. Ruoli e responsabilità indefiniti. Differenza di vedute, convinzioni e criteri. Desideri competitivi. Sistemi e procedure inefficaci. Lotta di potere. Obiettivi e scopi conflittuali. Barriere tra confini (espliciti e non). Penuria o inadeguatezza di risorse (tempo, denaro, spa- zio). Barriere linguistiche. Mancanza di informazioni. Mancanza di comprensione dei bisogni dell’altro. Scarsa abilità di rapportarsi agli altri. Giacomo scrisse: “Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare” (Giacomo 1:19).

Questo verso della Bibbia è fondamentale per una buona comunicazione. Ascoltando, creiamo un’atmosfera in cui l’interlocutore si sente compreso e nella quale si dà credito ai suoi sentimenti e alle sue vedute. A questo punto si è già a metà della battaglia per ricomporre la lite. E l’ascolto non è passivo! Esso anzi richiede un notevole sforzo per discernere ciò che è espresso e ciò che non lo è. Ma c’è una buona notizia! Se ti metti d’impegno, Dio ti aiuterà a diventare un ascoltatore migliore! Isaia scrisse: “Il Signore, Dio, mi ha dato una lingua pronta, perché io sappia aiutare con la parola chi è stanco. Egli risveglia, ogni mattina, il mio orecchio, perché io ascolti, come ascoltano i discepoli” (Isaia 50:4). Nota le parole “lingua” e “orecchio”; chiedi a Dio che ti aiuti con entrambi.

Accetti di essere ripreso?

“ALLORA DAVIDE DISSE A NATAN: “HO PECCATO CONTRO IL SIGNORE.” 2 SAMUELE 12:13

Dio mandò il profeta Nathan a riprendere il re Davide per la sua relazione con Betsheba. In qualità di re, Davide aveva la facoltà di mettere a morte Nathan. Ma non lo fece. Si umiliò, ricevette la correzione, si pentì e fu riammesso sul trono e al favore di Dio. Domanda: accetti di essere ripreso o ripresa? Se sì, il tuo futuro sarà roseo e il tuo potenziale grande. Occorre tuttavia avere discernimento. Non tutte le riprensioni sono costruttive e perciò non devono essere accettate. Qualcuno potrebbe voler criticarti per farti a pezzi, colpire la tua autostima o manipolarti per indurti ad accettare il suo pensiero. Quindi bisogna abituarsi ad analizzare i motivi di chi ti sta correggendo. Poniti qualche domanda: 1. In passato questa persona ha mostrato un genuino interesse per il mio personale benessere e sviluppo?

2. Che cosa ne guadagnerebbe se accondiscendessi a comportarmi come vuole? Che cosa guadagno io e che cosa perdo? 3. L’atteggiamento è di bontà e gentilezza o mi sento attaccato e sminuito? (attenzione: non confondere l’irritazione di una persona per il tuo comportamento con un attacco personale). 4. Dopo la riprensione, mi sento come un miserabile fallito o percepisco fiducia nella mia capacità di cambiare? 5. Mi supporta nel mio cambiamento? La Bibbia dice “Chi ama ferisce, ma rimane fedele; chi odia dà abbondanza di baci” (Proverbi 27:6). Dal momento che Dio ci ama a tal punto da mandarci le persone a correggerci, riceviamole, perché hanno a cuore il tuo meglio.

Ti serve un tempo di sonno adeguato

“QUANDO TI CORICHERAI… E IL TUO SONNO SARÀ DOLCE.” PROVERBI 3:24

Come ti regoli col sonno? Vai a letto e ti alzi a una cert’ora regolarmente? O permetti a eventi, persone, scadenze o altre circostanze di condizionare il tempo dedicato al sonno? Se sei saggio, ti concederai un tempo adeguato ad allentare le tensioni e poter quindi addormentarti bene quando vai a letto. Si pensa al sonno come ad un processo passivo in cui scivoliamo nell’oblio e ci svegliamo dopo diverse ore ben risposati. Ma il sonno non è uno stato passivo. Durante i vari stadi del sonno si svolgono processi metabolici e ristoratori. Se non si dorme a sufficienza per permettere al nostro sistema di rinvigorire, ci si irrita per un nonnulla e si tende ad eccedere col cibo. La fame eccessiva è un grido d’allarme del nostro corpo: chiede quell’energia che un buon sonno notturno dovrebbe garantire.

Davide scrisse: “In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro” (Salmo 4:8). È dura addormentarsi quando si hanno pensieri e preoccupazioni in testa. Perciò, se vuoi poter dire, “in pace mi coricherò e in pace dormirò”, dai a Dio le tue preoccupazioni e confida che sarà Lui ad occuparsene. Se non ci riesci, prova questo: prendi una scatolina col coperchio, scrivi ciò che ti preoccupa e mettilo nella scatola, chiudila e appoggiala su una mensola dell’armadio. Con questo semplice atto di fede stai dicendo: “Signore, ti do tutto quanto. Quando mi sveglio domattina, mi darai la forza e la saggezza per occuparmene.” Prova; funziona davvero!

Combatti le tue paure con la Parola di Dio

“NEL GIORNO DELLA PAURA, IO CONFIDO IN TE.” SALMI 56:3

La paura e la fede sono entrambe forze potenti. E quella a cui ti arrendi ti con- trollerà. Ecco alcuni versi delle Scritture per combattere le tue paure: “Sii forte, fatti coraggio e mettiti all’opera; non temere, non ti sgomentare; perché il Signore Dio, il mio Dio, sarà con te; Egli non ti lascerà e non ti abbandonerà” (1Chrona- che 28:20). “Il Signore è la mia ròcca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio” (Salmo 18:2). “In Dio ho fiducia e non temerò; che potrà farmi l’uomo?” (Salmo 56:11). “Egli non temerà cattive notizie; il suo cuore è saldo, fiducioso nel Signore” (Salmo 112:7).

“Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza” (Salmi 23:4). “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27). “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:6-7). “Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future… potranno separarci dall’amore di Dio” (Romani 8:38). Per concludere: combatti le tue paure con la Parola di Dio.

La verità del dare

“COLUI CHE FORNISCE AL SEMINATORE LA SEMENZA E IL PANE DA MANGIARE…MOLTIPLICHERA’ LA SEMENZA VOSTRA.” 2 CORINZI 9:10

Ecco che cosa insegna la Bibbia in merito al dare: 1. Ricevi sempre di più di ciò che dai. “Colui che fornisce al seminatore la semenza e il pane da mangiare… moltiplicherà la semenza vostra e accrescerà i frutti della vostra giustizia” (v. 10). Quando Paolo parla qui di “semenza”, parla di soldi. Si noti che una parte di beni che Dio ci dà serve per i nostri bisogni personali e l’altra per creare una “raccolta di giustizia.” Che cosa significa? Paolo spiega: “Come sta scritto: “Egli ha profuso, Egli ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno” (v. 9). In altre parole, si deve mostrare compassione verso i miseri e dare generosa- mente a coloro i quali non riescono a provvedere per sé stessi.

La Bibbia dice che quando dai al povero, stai in realtà prestando al Signore ed Egli ti ripagherà (cfr. Proverbi 19:17). Riesci a immaginare Dio che paga gli interessi? Gesù disse: “Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi” (Luca 6:38). 2. Devi dare con la consapevolezza che sarai benedetto. Tu dici: “Quando avrò di più, darò di più.” No, sai già chi vince la scommessa. È quanto dai che stabilisce quanto ricevi, non viceversa. Perciò, supera le barriere delle tue paure e metti Dio alla prova. Egli non ti deluderà. Una volta sperimentate le Sue benedizioni, non vorrai più vivere in nessun altro modo.

I benefici del meditare la parola di Dio

“MEDITERÒ SU TUTTE LE OPERE TUE E RIPENSERÒ ALLE TUE GESTA.” SALMO 77:12.

Che cosa significa la parola “meditare”? “Concentrarsi nel contemplare o riflette- re o mettere a fuoco il proprio pensiero.” Davide disse: “Mediterò su tutte le opere tue e ripenserò alle tue gesta.” Domanda: fino a che non mediti la Parola di Dio, che cosa potresti dire che possa fare la differenza? Tutto ciò che potrai fare sarà condividere la tua opinione, che sarà una delle tante. Non potrai parlare in maniera convincente o fare davvero la differenza nella vita delle persone alle quali parli. È la Parola di Dio che cambia la vita delle persone, non le tue parole! Ecco qui dieci benefici del meditare la Parola di Dio: 1. Coltiva in te l’amore per Dio e la Sua Parola. 2. Ti dona nuova intuizione e comprensione spirituale. 3. È fonte di rassicurazione e forza.

4. Ti dà la forza di essere un testimone di Gesù Cristo. 5. Rinnova la mente. 6. Ti protegge dal peccato. 7. Ristabilisce l’anima e le emozioni. 8. Ti consente di confidare nel Signore con tutto il cuore. 9. Dona vita al tuo spirito. 10.Ti assiste nel comprendere Dio, gli altri e te stesso. C’è grande potenza nella Parola di Dio e la meditazione del- la Bibbia dà accesso a questa potenza. “La sua potenza ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù. Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventate partecipi della natura divina” (2 Pietro 1:3-4).

Il bisogno di essere connessi (3)

“COME IN UN SOLO CORPO ABBIAMO MOLTE MEMBRA.” ROMANI 12:4

Paolo scrive: “Come in un solo corpo abbiamo molte membra.” Ogni parte prende il suo significato dal corpo come un tutt’uno e non il contrario. Il corpo di cui stiamo parlando è il corpo di Cristo degli eletti. Ognuno di noi trova il proprio significato e la propria funzione come parte del corpo. Tuttavia, come pollice o alluce tagliato, non avremmo un gran valore, vero? Perciò, dal momento che ci troviamo squisitamente forgiati in tutte queste parti che funzionano meravigliosamente bene nel Corpo di Cristo, semplicemente continuiamo così, e siamo ciò per cui siamo stati fatti… Se predichi, predica solo il Messaggio di Dio e nient’altro; se aiuti, limitati ad aiutare, non andare oltre; se insegni, attieniti all’insegnamento; se dai guida e incoraggiamento, attenta o attento a non diventare autoritario;

se hai un incarico importante, non manipolare; se sei chiamata o chiamato a dare aiuto alle persone nell’angoscia, tieni gli occhi aperti e sii pronto a rispondere; se lavori con i disagiati, non irritarti e non lasciarti deprimere da loro (vv.4-8). Spesso l’infelicità non è carenza di affetto; è assenza di connessione. Connessione non significa avere un cellulare con tanti numeri; significa condividere la propria vita con chi ha uno scopo più grande di sé stesso. Da dove si dovrebbe iniziare? Dal visitare una persona dimenticata e sola nella casa di riposo più vicina. Dal fare volontariato in una mensa comune una volta alla settimana. Dal dire al proprio pastore: “Per favore, assegnami un compito che coinvolga l’aiuto alle persone.” Questi sono piccoli passi, ma ti sorprenderai di come arricchiranno la tua vita.

Il bisogno di essere connessi (2)

“CHI NON AMA RIMANE NELLA MORTA.” 1 GIOVANNI 3:14

C’è una correlazione diretta tra la salute e le relazioni. Quando sei disconnesso e isolato dagli altri hai una più alta probabilità di morire rispetto a chi ha legami stretti! Persino persone con cattive abitudini quali fumare, mangiare a sproposito, non fare esercizio fisico, ma socialmente connesse, vivono più a lungo di coloro che hanno un’ottima salute e sane abitudini, ma rimangono isolati. Osserviamo il potere fisico e rigenerante delle relazioni nella vita di Winston Churchill. Ebbe un matrimonio meraviglioso, era profondamente legato alla sua famiglia, ai suoi amici, alla sua nazione e al suo lavoro. Tuttavia, le abitudini riguardo alla salute erano terribili. L’alimentazione era pessima e fumava sigari di continuo.

Beveva troppo, aveva strane abitudini di sonno ed era completamente sedentario; eppure, visse fino a novant’anni. Ciò mi ricorda di un reporter che intervistò un anziano in merito alla sua longevità: “Deduco che sia grazie ad una attività fisica metodica”, gli chiese il giornalista. L’uomo replicò: “L’unico esercizio che svolgo è il raccattapalle per i miei amici che si sfiancano di fatica!” (nota: noi non avvaloriamo le cattive abitudini!). Dio disse: “Non è bene che… sia solo” (Genesi 2:18), perché quando sei solo o sola è più faci- le cedere alle tentazioni e allo scoraggiamento, concentrarsi su stessi e spendere soldi in modo egoistico. Non solo tu soffri, ma le persone che Dio ci mette accanto saranno private dell’amore che Dio vorrebbe che noi condividessimo con loro. Dirai, “Ma io sono stato ferito dalle persone.” Tutti lo siamo stati; ma proprio come la cura per il morso di un serpente è l’antidoto preparato con il veleno del serpente stesso, la risposta alle cattive relazioni sono le buone relazioni. E Dio ne ha qualcuna buona per te nel Suo deposito: perciò parlane con Lui oggi.