La nostra nazione può essere salvata

“[Io, il Signore] perdonerò i suoi peccati e guarirò il suo paese” 2 Cronache 7: 14

Si attribuiscono a Winston Churchill queste parole: “Chi non riesce ad imparare dalla storia, è condannato a ripeterla”. Osserviamo la società attuale: le condizioni che avevano preceduto la caduta delle grandi civilizzazioni del passato, sono presenti anche ora. Forse ti chiedi: “Ma la nostra nazione, può essere salvata?” La risposta è: Sì! Dio aveva promesso ad Abramo che se avesse trovato dieci persone giuste avrebbe risparmiato Sodoma e Gomorra dalla distruzione. E una minoranza giusta può ancora salvare la nostra nazione. In che modo? Con la preghiera! Dio disse: “Se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, perdonerò i suoi peccati e guarirò il suo paese”. Troviamo in questa Scrittura quatto condizioni importanti:

1. “Se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome”. Il futuro della nostra nazione non è nelle mani di banchieri, opinionisti televisivi e politici; è assolutamente nelle mani del popolo redento di Dio. 2. “Si umilia, prega, cerca la mia faccia”. Dio, che non ha bisogno del permesso né dell’approvazione di nessuno per agire, promette di agire quando il Suo popolo si volge a Lui in preghiera, cercando la Sua faccia. 3. “E si converte dalle sue vie malvagie”. Invece di polemizzare sui mali della società, Dio chiede al Suo popolo di esaminare il proprio cuore per vedere l’errore che è in esso e renderlo giusto. Quando i suoi lo fanno, Egli promette: 4. “Io esaudirò dal cielo, perdonerò i suoi peccati e guarirò il suo paese”. La verità è questa: dipende da noi, non da loro! Non è troppo tardi; la nostra nazione può ancora essere rimessa nella giusta direzione, se preghiamo e cerchiamo Dio con tutto il nostro cuore.

La tua provenienza familiare non conta

“Egli non si vergogna di chiamarli fratelli” Ebrei 2:11

Ogni famiglia ha i suoi segreti. Un cugino con un trascorso in carcere, un padre che ha abbandonato la famiglia, un nonno fuggito con una collega. Potrebbe sorprenderci di come anche Gesù non provenisse da una famiglia perfetta. La Bibbia registra i dettagli degli antenati di Gesù e include anche personaggi non esattamente edificanti! Troviamo una prostituta di nome Raab e un truffatore di nome Giacobbe che approfittò di fratello e suocero per arricchirsi. E che dire del Re Davide? Un giorno scrive i Salmi e il giorno seguente seduce la moglie di un ufficiale del suo esercito. La lista prosegue e le Scritture registrano tutto ciò per far conoscere due verità importanti: 1. Non sei l’unico. Se il tuo albero genealogico ha dei frutti guasti, Gesù vuole farti sapere che conosce la situazione in prima persona, è anche il Suo caso.

In assenza di riferimenti al coinvolgimento di Giuseppe nella vita di Gesù adulto, alcuni studiosi credono che Maria possa averlo cresciuto da sola insieme agli altri fratelli. Gesù non era riluttante a chiamare i Suoi antenati famiglia, ciò significa che non si vergogna nemmeno di te. 2. Gesù non considera il tuo passato per decidere il tuo futuro. Ai Suoi occhi il DNA spirituale supera quello naturale! La Bibbia dice: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove. E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione” (2Corinzi 5:17). Non vergognarti di raccontare agli altri ciò che Gesù ha fatto per te e di dire che lo farà anche per loro, quando confideranno in Lui.

Le tue parole rivelano il tuo cuore

“Il tuo parlare ti fa riconoscere” Matteo 26:73

Le parole che dici rivelano sempre chi sei. Successe anche a Pietro: nella notte in cui Gesù fu arrestato e tutti Suoi discepoli si dispersero, ma lui rimase vicino per osservare gli eventi, ma non tanto vicino da essere identificato come uno dei Suoi. La Bibbia dice: “Di lì a poco, coloro che erano presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: “Certo anche tu sei di quelli, perché anche il tuo parlare ti fa riconoscere”. “Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quell’uomo!” In quell’istante il gallo cantò. Pietro si ricordò delle parole di Gesù che gli aveva dette: “Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte”. E, andato fuori, pianse amaramente” (vv. 73:75).

Dopo quell’episodio nessuno accusò Pietro di essere un seguace di Gesù! È interessante, vero, che le volgarità, in qualsiasi lingua, agli occhi di chi ascolta mettono in dubbio l’autenticità della nostra relazione con Cristo? Le parole hanno la forza di edificare o di abbattere le persone, di attirarle a Cristo o di allontanarle. Tenendo presente questo, ecco due passi della Scrittura da evidenziare e meditare spesso: 1. “Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno” (Colossesi 4:6). 2. “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:29). Ed ora, ecco una preghiera per te: “Padre, possano oggi le mie parole portare onore a Gesù e attirare altri a Lui. Nel Suo nome ti prego. Amen”.

Prepararsi a cose più grandi

“Sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose” Matteo 25:23

Per avere successo nella vita occorre una bella corazza per sopportare le critiche. E’ ciò che separa chi dice di volere il successo da chi è pronto a pagarne il prezzo. Per esempio, se ti stai preparando a condividere la tua vita nel matrimonio, chiediti se sei pronto ai sacrifici e alla responsabilità che questo comporta. Sei stabile, sei altruista? O forse stai chiedendo a Dio di migliorare i tuoi affari; nel caso, stai offrendo un servizio impeccabile ai tuoi clienti attuali? Qualcuno scherzando disse: “Un pavone che riposa sulle sue piume, è soltanto un altro tacchino!” A volte ci innamoriamo dell’idea del successo, ma non abbiamo ancora messo in conto i costi effettivi per raggiungerlo.

E’ un bene che Dio non ci dia automaticamente tutto quello che chiediamo. Spesso vogliamo qualcosa che sembra bella nella vita di qualcun altro. Ma Dio nella Sua saggezza sa che quella cosa sarebbe dannosa per noi, perché non siamo sufficientemente maturi per gestirla. Dio ci prova con ciò che abbiamo per accrescere la nostra forza e coerenza. Egli osserva in che modo gestiamo la pressione che accompagna le benedizioni che ci ha già dato, ci vuole condurre ad essere resistenti alle avversità e ad amare il Donatore più dei Suoi doni. A quel punto Lo sentiremo dire: “Sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore” (vv.23). Queste parole sono il vero valore di tutto ciò che abbiamo passato: è valso la pena viverlo!

Oggi, parla a qualcuno di Gesù

“Guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura” Giovanni 4:35

Gesù disse: “Non dite voi che ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura?… Alzate gli occhi e guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura”. Qualcuno vicino a te oggi potrebbe avere un disperato bisogno dell’amore di Gesù. Non sarebbe meglio rischiare un rifiuto, ma trovare chi è pronto e vuole rispondere? Il punto è che potresti essere l’unico cristiano che incontrerà, o che incontra oggi. Perciò, se non sei tu a parlare loro, chi lo farà? In generale, ci sono cinque motivi per cui non condividiamo la nostra fede di frequente. 1. Pensiamo che sia compito del predicatore (cfr. Atti 1:8). 2. Non siamo certi della nostra salvezza (cfr. Giovanni 5:13). 3. Temiamo di essere rifiutati (cfr. Luca 12:8-9).

4. Non ci siamo assunti la responsabilità personale di imparare a condividere la nostra fede (cfr. Pietro 3:15). 5. Il nostro amore per Cristo si è raffreddato (cfr. Apocalisse 2:4-5). Josh McDowell racconta di un responsabile per la selezione del personale di un’azienda al quale piaceva mettere a loro agio i potenziali dirigenti, poi li guardava dritto negli occhi e chiedeva quale fosse il loro scopo nella vita. La maggior parte di loro restava scioccato e capitolava a tale domanda. Un giorno, parlando con un uomo di nome Bob, il professionista si sporse verso di lui, lo guardò negli occhi e chiese: “E qual è il tuo scopo nella vita?” Senza esitare Bob replicò: “Andare in cielo e portare con me più gente possibile”. “Per la prima volta nella mia carriera rimasi senza parole”. Oggi il destino eterno di qualcuno potrebbe dipendere dalla tua volontà di condividere l’amore di Dio con lui o lei. Questo è il tuo incarico da parte di Dio, perciò oggi parla a qualcuno di Gesù.

Integrità e bontà (2)

“Va bene, servo buono e fedele” Matteo 25:21

Quando sarai davanti al Giudizio di Cristo, avrai l’ultima opportunità di sentire la parola “buono”: “Va bene, servo buono e fedele”. Nota che Dio non si riferisce ai pensieri o alle intenzioni, bensì alle azioni. Sarai ricompensato per ciò che avrai fatto. Quel giorno Dio si focalizzerà sulle azioni, non su opinioni o pensieri. La bontà, l’integrità, dovrebbe essere l’ultima cosa a cui si pensa quando ci si corica e la prima quando ci si alza. La Bibbia dice: “Anche il bambino dimostra con i suoi atti se la sua condotta sarà pura e retta” (Proverbi 20:11). Tu sai come sei davvero dentro di te, ma l’unico “io” che vedono gli altri è quello esteriore. Un leader cristiano scrive: “Parlare non serve. Hai voglia sostenere che brava persona sei! L’unica misura riconosciuta e visibile sono le tue azioni.

Magari pensi che essendo buono ed integro, non farai così tanto il bene, ma non sottovalutare la potenza anche di una singola persona, che esercita un’influenza incalcolabile semplicemente facendo la cosa giusta, al momento giusto, nel posto giusto. Una famosa missionaria conosciuta e acclamate in tutto il mondo, affermò: “io non sono una star…”. Il suo più grande desiderio non era diventare famosa, ma essere fedele. Alla fine, toccò la vita di moltitudini di individui, nonostante il suo unico pensiero fosse quello di aiutare gli afflitti. Tra i suoi passi preferiti delle Scritture c’erano queste parole di Cristo: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me” (Matteo 25:40). Oggi, quindi, cerca di fare del bene.

Integrità e bontà (1)

“L’integrità degli uomini retti li guida, ma la perversità dei perfidi è la loro rovina” Proverbi 11:3

Sapete che c’è correlazione tra l’integrità e l’economia nazionale? Un autore cristiano scrive che quando nella vita pubblica o privata “la menzogna, la pigrizia, l’irresponsabilità, la disonestà e la corruzione diventano una cosa normale, l’economia nazionale collassa”. Una società che produce imbroglioni e sfruttatori, che approfittano a proprio vantaggio delle situazioni lavorative, sperpera migliaia di euro al giorno per tenere in carcere gli autori dei reati. Una società con tossicodipendenti in crescita deve finanziare i centri di disintossicazione. Famiglie a pezzi significano più adozioni temporanee, più case-famiglia e più studenti che abbandonano la scuola, che non riescono a tenere un lavoro e che restano intrappolati per generazioni in esistenze sorrette dai sussidi statali.

Minore l’integrità, maggiore è la necessità di un intervento governativo, più alto il costo per la società. Proprio come l’integrità morale porta ad enormi benefici economici e finanziari, così il tracollo della moralità ha un enorme costo economico e finanziario. Dirai: “Ma io sono solo una persona, che cosa posso fare? ”Gesù risponde: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:16). San Francesco d’Assisi disse: “Tutte le tenebre del mondo non possono estinguere la luce di una singola candela”. Anziché lamentarsi delle tenebre, fa’ risplendere la tua luce ovunque vai. John Wesley fondatore della Chiesa Metodista, disse: “Fai tutto il bene che puoi, con tutti i mezzi che puoi, in tutti I luoghi che puoi, tutte le volte che puoi, a tutta le persone che puoi, fin tanto che puoi”. Se ogni figlio redento di Dio vivesse secondo questa formula, potremmo rivoltare la società in modo costruttivo e positivo!

Oggi prova ad essere gentile

“Le parole della bocca del saggio sono piene di grazia; ma le labbra dello stolto sono causa della sua rovina” Ecclesiaste 10:12

Esopo, celebre autore di favole, disse: “Nessun atto di gentilezza, per quanto piccolo, è sprecato”. Così scrive un pastore: “Essere scortesi costa, ma essere gentili paga”. Ora, essere gentili non significa tollerare gli errori o evitare di affrontare un problema per essere “politically correct”. A volte dobbiamo opporci, ma dovremmo sempre farlo con educazione. Un comportamento calmo otterrà molto di più di un commento acido o di un tono di voce sgradevole. Si possono sostenere le proprie ragioni con animo gentile e persino con un po’ di umorismo.

Non fare come quel tale in fila per acquistare un biglietto aereo, quando fu il suo turno, disse: “Vorrei un biglietto per New York City”. L’addetto rispose: “Nessun problema, quanti bagagli ha?” Il passeggero replicò: “Tre valige”. L’addetto: “Vorrebbe mandarle tutte e tre a New York?” E l’uomo: “No, la prima a Phoenix, la seconda a Seattle e la terza a Londra”. L’addetto, un po’ confuso, lo guardò e disse: “Mi dispiace signore, ma non possiamo farlo”. Il passeggero sorridendo rispose: “Non vedo perché no; è quello che avete fatto settimana scorsa!”. Si è più efficaci usando un coltello per il burro che un coltello da macellaio. Ricordatevi: “Le parole della bocca del saggio sono piene di grazia; ma le labbra dello stolto sono causa della sua rovina”. Se davvero vuoi vivere secondo gli insegnamenti della Parola di Dio, oggi prova ad essere gentile.

Puoi pagare il prezzo?

“Io quindi corro così; non in modo incerto” 1 Corinzi 9:26

I maratoneti non si concentrano solo sulla velocità, ma sulla resistenza. Mantengono il ritmo dell’andatura così che, vicini al traguardo, riescono ad evitare tutte le possibili occasioni di fermata. Paolo disse: “Io quindi corro così; non in modo incerto… perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato” (vv 26-27). Per i maratoneti, mollare non è un’opzione. Nonostante i ritardi e le delusioni lungo il percorso, sanno che non si accontenteranno mai di sedere ai bordi ad acclamare chi corre la gara, pagandone il prezzo. Perciò se sei il tipo di persona che vuole fortemente realizzare il piano di Dio nella tua vita, impegnati, con tutte le tue risorse! Provaci, coraggio, e non dimenticare le parole di Gesù: “A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto” (Luca 12:48).

Una cosa è raggiungere il successo, un’altra è reggere la pressione che implica. “Gesù… [vinse la gara]… per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia” (Ebrei 12:2). Avere davanti a sé un obiettivo straordinario ci rende capaci di sopportare ogni cosa. E Dio ti esporrà a critiche e opposizioni per rafforzare il tuo carattere. In questo modo quando arriveranno grandi benedizioni e grandi responsabilità, sarai in grado di gestirle. Il successo è possibile solo se hai la passione necessaria per tagliare il traguardo. Allora la domanda è: puoi pagare il prezzo? Quando sei sotto pressione, riesci ad alzare il capo come Neemia mentre ricostruiva le mura di Gerusalemme e dire ai tuoi oppositori: “Io sto facendo un gran lavoro, e non posso scendere” (Neemia 6:3)? Se la risposta è sì, punta gli occhi sull’obiettivo e corri fino al traguardo.

Compiacere gli altri (2)

“Dio è per me… non temerò; che potrà farmi l’uomo?” Salmo 56:9-11

L’approvazione delle persone è qualcosa che fa piacere a tutti, ma non è necessaria per avere autostima. Anzi, l’essere accomodante ti farà perdere autostima. Rivolti te stesso come un calzino per ottenere l’approvazione degli altri e proprio quando pensi di esserci riuscito, loro cambiano idea. Oltre a derubare la tua pace interiore, il voler compiacere le persone ti impedisce di seguire la guida di Dio e, alla fine, questa è la perdita più grave. Se sei una persona accomodante, che tende a compiacere gli altri, cambiare le abitudini di una vita intera non sarà facile. Dovrai affrontare ciò che temi e dovrai chiedere a Dio il coraggio di andare fino in fondo. Davide disse: “Dio è per me…non temerò; che potrà farmi l’uomo?” Parlando di compiacere gli altri, occorre capire due cose:

1. Rompere il circolo significa rischiare di essere respinti: diciamo “no” quando gli altri si aspettano un “sì”. Quando la gente attorno a te è abituata a risposte docili e accomodanti, reagiranno male fino a quando non si abitueranno al “nuovo tu”. Navigare in queste acque sarà inizialmente intimidatorio, ma è davvero peggio che vivere la vita nel timore della reazione altrui? 2. Magari dovrai spiegare agli altri che in passato cercavi la loro approvazione perché ti sentivi insicuro, ma che non è più così. La cosa importante è agire adesso. Rompere con le abitudini implica un disagio temporaneo, ma l’unica alternativa sarebbe vivere sentendoti in trappola. Puoi scegliere di soffrire per un breve periodo sulla via per la libertà o soffrire a lungo termine, continuando a fare di tutto per compiacere gli altri. Oggi, fai la scelta giusta.