Dio provvederà “tutto” ciò che ti serve

“Non ci donerà forse anche tutte le cose con Lui?” Romani 8:32

George Muller è considerato uno dei giganti spirituali della chiesa. Dovendo affrontare ripetutamente bisogni schiaccianti, si rivolse a Dio in preghiera, affidandosi a Lui e reclamando le Sue promesse, sperimentando così miracoli strabilianti. Ma una fede tanto grande non nasce da un giorno all’altro, è frutto di una vita intera spesa camminando con Dio. Muller disse: “Ho la stessa fede di qualsiasi altro credente. È aumentata a poco a poco nel corso degli ultimi ventisei anni. Sono state innumerevole le volte in cui sarei potuto uscire di senno a causa dei problemi; invece avevo pace in me, perché l’anima mia riposava nelle promesse di Dio. La Parola di Dio, insieme al carattere stesso di Dio, così come Lui si è rivelato, sistema ogni questione una volta per tutte. Il Suo amore immutabile e la Sua infinita saggezza mi hanno dato calma. Ero certo, “Dio può e vuole liberarmi”. È scritto: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, non ci donerà forse anche tutte le cose con Lui?” Ti chiederai: “Come posso maturare una fede simile?” La Bibbia afferma che “la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla Parola di Dio” (Romani 10:17). Come un’alimentazione quotidiana ben bilanciata ti dà forza e contribuisce alla tua salute fisica, così leggere, meditare, studiare, verbalizzare e affidarsi ogni giorno alla Parola di Dio, ti dà forza spirituale. Il “segreto” di una vita Cristiana vittoriosa non è per nulla un segreto! Semplicemente, è entrare e dimorare nella Parola di Dio e lasciare che la Parola di Dio entri e dimori in te. Nella vita non si possono evitare le situazioni che ci mettono ansia, ma quando la tua fede è solida, potrai superarle vittorioso.

Il pungiglione

“Temo che… le vostre menti vengano corrotte… dalla semplicità… nei riguardi di Cristo” 2 Corinzi 11:3

Conosci la formica vellutata? È ricoperta da un sottile strato di peluria, liscio e vellutato al tatto. Un aspetto ingannevole. In realtà non è una formica, bensì una vespa senza ali con un pungiglione temibile. Dopo aver iniettato veleno nelle sue vittime, depone le uova nei loro corpi inermi. Una delle maggiori preoccupazioni di Paolo era che le chiese, dopo essere state salvate per grazia, tornassero a vivere secondo le leggi dell’Antico Testamento. Le metteva costantemente in guardia perché non basassero la loro salvezza e la loro relazione con Dio su opere e prestazioni. “Temo che come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti vengano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo. Infatti, se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete accettato, voi lo sopportate volentieri” (2 Corinzi 11:3-4). Un altro Gesù! Uno spirito diverso! Un altro Vangelo! Paolo avverte ancora: “satana si traveste da angelo di luce” (v.14). Sì, il tuo impegno per il Signore qui sulla terra determinerà la ricompensa che riceverai in cielo. Ma andrai in cielo solo per fede nell’opera completa di Cristo. In cielo nessuno dirà: “Ecco, questo è ciò che Gesù ed io abbiamo fatto!” Il legalismo non solo ti infetterà, ti metterà anche fuori combattimento, immobilizzandoti. Il ministro Scozzese Horatius Bonar scrisse: “Scommetto la mia eternità su una vita che non ho vissuto, su una morte che non è stata la mia; la fisso su un’altra vita, un’altra morte”. Come proteggersi dal “pungiglione” del legalismo”? Dipendendo esclusivamente dalla grazia di Dio.

Accetta i tuoi dubbi (2)

“Se non vedo… io non crederò” Giovanni 20:25

Alcuni di noi hanno preso il messaggio del Cristianesimo e l’hanno riposto in una scatola con scritto: “Non chiedere; Non dire”. Ti è mai capitato di sentirti come se dovessi domandare il permesso per poter piangere la morte di un tuo caro? O di sentirti intimidito ad ammettere: “Beh, in realtà non lo so con certezza …”? La figura di Tommaso dubbioso ci insegna che non solo è ammesso dubitare, qualche volta è perfino necessario. Se non lo fai, non cresci. Finirai per fare tue le risposte di qualcun altro e, quasi sempre, saranno inadeguate alle tue domande, anche se sei stato abbastanza onesto da porle. Una domanda: qualche pia anima ben intenzionata ti ha messo all’angolo cercando di convincerti che le tue domande sono un’offesa a Cristo? Se è così, allora è tempo di ascoltare di nuovo le parole tenere di Colui che conosce meglio di te i tuoi dubbi e le tue paure. “Pace a voi! Guarda le mie mani e i miei piedi. Guarda con gli occhi della fede e credi. Sei beato se credi nonostante i tuoi dubbi”. È giusto pregare così: “Signore, come Tommaso, sono tormentato dai dubbi. Non ho ancora dato uno scopo alla mia vita. E non accadrà finché non sarò con Te. Grazie perché mi accetti con le mie lotte e non ignori le mie domande. Tommaso raggiunse infine il luogo dove poté affermare: Signore mio e Dio mio! Grazie per la pazienza verso di me, mentre anch’io mi sforzo di raggiungere quel luogo”. Dunque, come superiamo i nostri dubbi? Come fece Tommaso! Affrontandoli con onestà, portandoli a Gesù e crescendo spiritualmente grazie ad essi.

Accetta i tuoi dubbi (1)

“Se non vedo… io non crederò” Giovanni 20:25

Quando Gesù apparve la prima volta ai discepoli dopo la Sua resurrezione, Tommaso non era presente. A lui non bastò ascoltare l’esperienza degli altri, voleva fare la propria. Del resto, è lo stesso anche per noi. E Gesù fece in modo che Tommaso vivesse la sua esperienza personale. Se noti, Gesù non rimproverò Tommaso per i suoi dubbi; comprese che le domande nate da un cuore onesto non sono scetticismo, esprimono la ricerca della verità. La Bibbia racconta: “Otto giorni dopo i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne… si presentò in mezzo a loro e disse: Pace a voi! Poi disse a Tommaso: Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio cosato; e non essere incredulo ma credente. Tommaso gli rispose: Signore mio e Dio mio!” (Giovanni 20:26-28). Scopriamo due insegnamenti importanti in questo racconto. 1. I dubbi possono in effetti elevare la fede ad un livello superiore. Quando le basi del tuo mondo crollano, quando la sofferenza della situazione diviene insopportabile, quando accadono eventi devastanti e i dubbi prendono il sopravvento, non negarli; riconoscili e occupati di loro. I momenti di dubbio diventano lezioni per crescere, se ti portano a Dio in cerca di risposte. Cercando la strada per uscire dal dubbio, raggiungerai un nuovo livello di fede. 2. I dubbi possono condurre ad una relazione più intima con Gesù. La testimonianza degli altri può condurti fino ad un certo punto del cammino; alla fine, dovrai fare la tua esperienza personale col Signore. E la farai! Tommaso iniziò dubitando di Gesù e fini morendo martire per la Sua causa. Pensaci!

Prendi una decisione, e mantienila con fermezza!

“Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore” Giosuè 25:15

Le persone di successo stabiliscono in anticipo le loro priorità e le mantengono quotidianamente. Così facendo, non devono ristabilirle di volta in volta. È un sistema intelligente per due motivi: 1. Esclude le emozioni dal processo decisionale. Se non presti attenzione, potresti prendere decisioni cruciali per la tua vita sulla base di circostanze temporanee e non sulla volontà di Dio. Oppure, peggio ancora, basando le decisioni sulle tue emozioni! Al contrario, fissando le tue priorità a mente lucida, prima di essere pressato dalle circostanze, lo puoi fare senza la manipolazione e il controllo che le emozioni possono esercitare su di te. Inoltre, le stabilirai con maggiore integrità. Giosuè fece proprio questo: “Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore”. 2. Ti sarà più facile gestire la tua vita. Una volta stabilito fermamente ciò che è importante per te, potrai vivere coerentemente a quei principi. Facciamo l’ipotesi che tu sia un giocatore d’azzardo incallito e decidi di smettere. Da quel momento in poi, la sfida sarà mettere ordine nella tua vita in accordo con la decisione presa. Ciò probabilmente comprenderà evitare le corse dei cavalli o le vacanze nei pressi di Las Vegas. Oppure, diciamo che vuoi migliorare il tuo matrimonio, dovrai allora trascorre meno tempo al lavoro o in palestra e programmare un appuntamento settimanale col tuo coniuge. Serve onestà, nata nella preghiera, per riconoscere i tuoi veri problemi e prendere delle buone decisioni per far fronte ad essi. E servono carattere e perseveranza per proseguire nelle decisioni prese. La cosa meravigliosa è che, una volta deciso, puoi “[Affidare] al Signore le tue opere, e i tuoi progetti avranno successo” (Proverbi 16:3). Egli ti darà ogni giorno la forza per vivere secondo le tue decisioni.

Rinnova l’amore per Cristo

“Ricorda da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima” Apocalisse 2:5

Rivolgendosi alla chiesa di Efeso, Gesù disse: “Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi… So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amore del mio nome, e non ti sei stancato. Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di prima” (Apocalisse 2:2-5). Ripensa ai tuoi primi giorni da Cristiano. Eri entusiasta quando parlavi del Signore. Ricorda il tempo che trascorrevi in preghiera ogni giorno, lasciando poi la Sua presenza ristorato e rafforzato. Non ne avevi mai abbastanza della Sua Parola; c’era una ricchezza di intuizioni nuove che appassionavano la tua anima e ti spronavano ad approfondire la relazione con Lui. Coglievi ogni occasione per parlare ad altri del Signore. Il tuo cammino al Suo fianco era coerente, gratificante, ed era il perno della tua vita. Che cosa è successo? Hai forse raggiunto
lo stesso punto dei Cristiani di Efeso a cui si rivolgeva Gesù? Se è così, tieni a mente che Dio non interromperà la tua agenda frenetica per incontrarti, né aumenterà l’andatura per raggiungerti. No, sei tu che devi rallentare per rimetterti al passo con Lui. Non c’è modo di inserirLo nello schema complicato della tua vita; devi scegliere di mettere Lui al primo posto e non spostarlo da lì. Forse oggi il Signore rivolge proprio a te queste parole: “Ricorda da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima”.

L’opera è completa

“Il sudario, che era stato sul capo di Gesù…[fu] piegato in un luogo a parte” Giovanni 20:7

Ai tempi Biblici, per avere un mobile di fattura eccellente, si affidava il lavoro ad un artigiano di famosa abilità ed esperienza, un mastro carpentiere, ad esempio. Questi artigiani qualificati avevano un’abitudine interessante. A lavoro terminato, si toglievano il grembiule da lavoro, lo piegavano e lo appoggiavano sul pezzo finito, esprimendo in questo modo la completezza del lavoro compiuto. Con questa immagine in mente, leggi ora il racconto della mattina di Pasqua: “Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro. Allora corse verso Simon Pietro e l’altro discepolo che Gesù amava… Pietro e l’altro discepolo uscirono dunque e si avviarono al sepolcro. I due correvano assieme, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse primo al sepolcro; e chinatosi, vide le fasce per terra ma non entrò.

Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro, e vide le fasce per terra e il sudario, che era stato sul capo di Gesù, non per terra con le fasce, ma piegato in luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, e vide, e credette. Perché non aveva ancora capito la scrittura, secondo la quale egli doveva risuscitare dai morti” (Giovanni 20:1-9). Nota ancora le parole, “Il sudario, che era stato sul capo di Gesù… piegato in un luogo a parte”. Il mastro carpentiere ha finito il lavoro. La nostra salvezza è compiuta. Non devi lavorare per essere salvato, devi solo riporre la tua fede in Cristo: i tuoi peccati sono perdonati e il tuo posto in cielo assicurato.

La disputa sulla risurrezione

“Se Cristo non è stato resuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati” 1 Corinzi 15:17

Fox News (notiziario dell’emittente statunitense Fox, n.d.r.) ha riferito di come un professore in Florida abbia chiesto agli studenti di scrivere il nome di Gesù su un foglio, di gettarlo a terra e calpestarlo. Lo fecero tutti, tranne uno! Mosso dal suo amore e dalla sua fedeltà a Gesù, quello studente disse che non lo avrebbe fatto. Rifiutò di obbedire anche quando minacciato di allontanamento dalla scuola. Questo episodio solleva una domanda: perché mai un insegnante, seppure ateo, si è comportato così? La risposta è che spesso combattiamo ciò che temiamo. Si definisce “negazione profonda”. Pensaci: odio e risentimento normalmente cessano con la morte della persona odiata, che ormai non ha più potere su di te. Allora, perché mai alcuni continuano a odiare Gesù? Per paura! Nel loro intimo temono che Egli sia ancora vivo e che la sua influenza nel modo stia aumentando. Ed è così, la sua influenza continuerà ad aumentare! “La conoscenza del Signore riempirà la terra, come le acque coprono il fondo del mare” (Isaia 11:9). La verità storica della resurrezione di Gesù è fuori discussione per chiunque sia intellettualmente onesto. Ma l’evidenza maggiore della Sua resurrezione si trova nelle vite cambiate. Scrive Paolo: “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha resuscitato Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del Suo Spirito che abita in voi” (Romani 8:11). L’autore di testi musicali Alfred Ackley lo esprime con queste parole: “Mi chiedi come so che Egli vive? Lui vive in me”.

Non c’è Domenica senza Venerdì

“Al Padre piacque… riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di [Gesù]… mediante il sangue della sua croce” Colossesi 1:20

Scrive Carolyn Arends (musicista e autrice Cristiana): “La domenica di Pasqua è per la fede cristiana il giro della vittoria, con la medaglia d’oro al collo… è il nostro “e vissero per sempre felici e contenti”, ma c’è l’ostacolo, un problema: sono terrorizzata dal venerdì precedente… immagini di torture e sofferenza… quel grido terribile, “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Se potessi scegliere, probabilmente lo salterei, ma se lo facessi, la mattina di Pasqua diverrebbe insignificante. Dimenticherei l’alto prezzo della mia salvezza… Inizierei a pensare di poter vincere senza alcun sacrificio, che non serva morire a se stessi per vivere la risurrezione. Crederei alla menzogna che la vittoria di Cristo sulla morte e la mia decisione di seguirlo garantiranno una vita senza preoccupazioni e problemi. Gli scrittori Biblici ci incoraggiano a considerare la sofferenza… un’occasione per identificarci con Cristo e prendere la Sua croce.

Eppure, quando il lavoro è perso, il tumore è maligno, l’amicizia tradita, piangiamo non solo la ferita in sé, ma anche il fatto di poter essere feriti. Gesù ci ha delusi… ecco come ci sentiamo. Non consideriamo quella ferita una “gioia inestimabile”, la consideriamo un fallimento. Dunque, come diventare dei Cristiani della Domenica di Pasqua? Ogni volta che mi aspetto una Domenica di Pasqua e invece arriva un Venerdì, cerco di ricordare che la definizione di Dio di “santo” e di “bene” va ben oltre la mia definizione, che quasi tutti i nuovi inizi procedono da ciò che avevo vissuto come terribili perdite… che ciò che appare come una piccola (ma devastante) morte, è in realtà l’occasione di una nuova vita… Dobbiamo essere rotti per poter crescere verso ciò per cui siamo stati creati”. Se non riesci a scorgere ciò che è “Santo e Buono” nella tua situazione, ascolta queste parole: “…al Padre piacque di far abitare in Lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli” (Col. 1:20).

Perché è necessario avere relazione con Dio

“Camminava con me nella pace e nella rettitudine” Malachia 2:6

Fin dalle prime pagine del Libro della Genesi, appare evidente la necessità di edificare la nostra vita sulla relazione con Dio come fondamento. Farlo su qualsiasi altro sarebbe come costruire sulle sabbie mobili. Perché? Perché ogni nostra relazione, con figli, fratelli, coniuge, genitori e amici, tutte sono destinate a terminare prima o poi. Se non comprendiamo di essere stati creati con un bisogno intenso di essere in relazione con Dio, non capiremo mai l’origine del nostro vuoto interiore e del senso di solitudine che proviamo. Cercheremo, senza successo, di colmarlo in svariati modi. 1. Con le persone. Vivere con la persona giusta può certamente soddisfare il bisogno di amore e intimità emotiva, ma soltanto Dio è in grado di colmare il vuoto spirituale dentro di te. 2. Con i beni materiali. Possono procurare benessere e comodità; il denaro ti offre opportunità di fare bene, opportunità che i meno fortunati nemmeno possono sognare. Eppure, puoi essere ricco ma infelice e solo. 3. Con la religione. Dio non ha interesse per la religione; Egli vuole una relazione con te. La religione ha un senso quando migliora quella relazione, ma non è sempre così. Anzi, a volte le regole e le consuetudini religiose sono un deterrente per la relazione con Dio. La Bibbia è piena di persone religiose che hanno mancato del tutto la relazione col Signore. Siamo così presi dalle nostre ideologie religiose, insegnamenti, dottrine e principi, da perdere di vista ciò che realmente conta, cioè la relazione personale, intima, quotidiana con Dio, nella quale si parla e si ascolta con naturalezza.