“GIUSEPPE CHIAMÒ IL PRIMOGENITO MANASSE… IL SECONDO LO CHIAMÒ EFRAIM.” GENESI 41:51-52 |
Quando sperimenti una tragedia o una perdita, a meno di non ricevere aiuto, rischi di chiuderti emotivamente e rimanere bloccato. Quando ti focalizzi sul dolore del passato, rischi di perdere la benedizione che Dio ha in serbo per te nel futuro. Se qualcuno aveva tutto il diritto di disperarsi e mollare, quello era Giuseppe. Chi avrebbe dovuto amarlo, lo odiava e lo tradì. Fu diffamato, dissero menzogne su di lui, e fu imprigionato ingiustamente. Come sopravvisse a tutto questo? Quattro volte in Genesi 39 la Bibbia dice: “Il Signore era con Giuseppe.” Avere il senso della presenza di Dio ti sosterrà quando attraversi situazioni che altrimenti ti distruggerebbero. Giuseppe capì che la strada verso la libertà e la realizzazione del destino che Dio voleva per lui era nel perdonare e nel dimenticare, piuttosto che nel restare aggrappato al risentimento. Da cosa lo sappiamo? Dal nome che Giuseppe diede ai suoi due figli. “Giuseppe chiamò il primogenito Manasse perché disse: “Dio mi ha fatto dimenticare ogni mio affanno e tutta la casa di mio padre.” Il secondo lo chiamò Efraim perché, disse: “Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione.” Chi ha reso capace Giuseppe di dimenticare il dolore inflittogli dalla sua famiglia? Dio! Che cosa lo ha reso capace di superare le ingiustizie ricevute dagli altri? Un senso quotidiano della presenza di Dio. Ed oggi, la presenza di Dio farà tutto questo anche per te. La Sua promessa per te è: “Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te… quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato… perché io sono il Signore, il tuo Dio” (Isaia 43:2-3). |