“GIOSIA… FECE CIÒ CHE È GIUSTO AGLI OCCHI DEL SIGNORE.” 2 CRONACHE 34:1-2
Quando Giosia divenne Re, ripulì Israele dall’idolatria e cominciò la ricostruzione del tempio. Fu allora che un sacerdote scoprì alcuni rotoli perduti da tempo contenenti la Parola di Dio. Quando Giosia udì quello che dicevano, fu profondamente toccato nel rendersi conto che il suo popolo si era allontanato da Dio. Così fece arrivare la notizia alla profetessa Culda chiedendole che cosa sarebbe successo al popolo. Gli disse che poiché si era umiliato davanti alla Parola di Dio, la sua nazione sarebbe stata risparmiata finché fosse rimasto in vita (cfr. v. 14-27). Un’intera generazione ricevette grazia per l’integrità di un solo uomo. E quell’uomo ne aveva superate tante. Il nonno di Giosia, Manasse, fu un Hitler dell’Antico Testamento.
Egli “sparse moltissimo sangue innocente: tanto, da riempirne Gerusalemme da un’estremità all’altra” (2 Re 21:16). E il padre di Giosia morì per mano dei suoi funzionari. “Egli fece ciò che è male”, leggiamo sul suo epitaffio. Giosia aveva otto anni quando cominciò a regnare. Subito scelse la rettitudine e non smise di fare ciò che è bene per tutta la sua vita. Qual è il punto? Non puoi scegliere i tuoi genitori, ma puoi scegliere i modelli da seguire. Non puoi cambiare il passato, ma puoi rialzarti da esso. I tuoi genitori ti hanno dato il DNA, ma Gesù ti dona un nuovo inizio. “Siate dunque imitatori di Dio, come figli amati” (Efesini 5:1). Il tuo passato non deve essere la tua prigione. Hai un ruolo nella tua vita, hai una voce sul tuo destino e hai una scelta sulla strada da percorrere. Perciò scegli bene e forse un giorno, tra generazioni, altri ringrazieranno Dio per la tua eredità.