“IL SIGNORE È IL MIO PASTORE: NULLA MI MANCA”. SALMO 23:1
Abbiamo bisogno di sapere due cose: 1. Il carattere del nostro pastore. Gesù distingueva i buoni pastori dai cattivi (cfr. Giovanni 10: 11- 16). I cattivi pastori cercano i propri interessi, non il benessere delle pecore. Essi sono inaffidabili; quando una minaccia giunge, essi abbandonano il gregge. Ma Gesù reclama: “Io sono il buon pastore” (Giovanni 10:11). Cosa lo rende buono? “Il buon pastore dà la sua vita per le pecore” (v.11). I loro bisogni e la loro sicurezza vengono prima dei propri e, se necessario, egli morirà per loro. “Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me” (v.14). Gesù conosce ciascuna delle Sue pecore individualmente e desidera un’intima relazione con loro. Egli chiama ciascuna col proprio nome; esse si fidano di Lui e lo seguono dove le conduce (cfr. Giovanni 10:3). Puoi fare affidamento sul tuo pastore per proteggerti e guidarti! 2. La condizione della pecora è affare del pastore. Egli non può essere un buon pastore se i bisogni delle sue pecore non vengono soddisfatti. Le pecore non conoscono il sentiero del pascolo, il luogo dell’abbeveratoio o la strategia per la loro sicurezza. Ma il pastore sì. Le sue pecore credono in lui, si affidano a lui e lo seguono. Ma credere in lui e affidarsi alla Sua protezione e disposizione non è istintivo, è una scelta; un atto della tua volontà. Indipendentemente dai tuoi sentimenti o circostanze, prendi la decisione di fidarti del pastore per gestire le cose e agire per la tua sicurezza. Quando volgi le tue preoccupazioni a Lui e riposi sulla Sua bontà, Egli soddisfa la Sua promessa che “nulla ti manca.” |