“NON E’ BENE…CHE SIA SOLO.” GENESI 2:18
Alla Creazione Dio guardò tutto ciò che aveva creato e disse: “Questo è buono.” Poi arrivò il momento in cui si rese conto che l’uomo era solo, insoddisfatto, incompleto. Allora disse: “Non è bene che l’uomo sia solo” ed Egli creò Eva, la prima donna. Il punto è che nessuno di noi può sviluppare al massimo il proprio potenziale, se non è parte di relazioni nutrienti e vivificanti. Ecco un esempio: in un programma di riabilitazione di dodici sedute, il counselor opera solo il dieci per cento del lavoro, offrendo la propria guida. Il novanta per cento del processo riabilitativo avviene perché le persone nel gruppo si confrontano, si scontrano e si rafforzano vicendevolmente. La verità è che siamo formati dalle persone! Le persone giuste ti aiutano a diventare la versione migliore di te stesso e tu puoi fare lo stesso per loro. Le persone vedono “un me” che noi stessi a volte non riusciamo a riconoscere;
fanno il tifo per te mentre cerchi di raggiungere quel te stesso migliore, e ti dicono “le cose in faccia” quando ti allontani da esso. La forma migliore e più elevata di questa relazione è descritta nelle Scritture come “comunione nello Spirito” (Filippesi 2:1; 2 Corinzi 13:14; 1 Giovanni 1:6). Non si tratta solo di una relazione sociale o intellettuale, ma un profondo legame spirituale che ci fa fiorire e dare il meglio di noi. È la stessa differenza tra un’ape e una farfalla. Le farfalle percorrono un territorio più ampio, ma le api raccolgono più miele. Perché? Perché non si limitano a sorvolare brevemente i fiori, ma si soffermano e succhiano la linfa vitale che produce il nettare. Davide ricevette da Dio il dono di Jonathan, e Naomi il dono di Ruth. Ed Egli ha in serbo per te persone che vorrebbe che tu incontrassi. Perciò oggi parlane con Lui.