“… PER QUARANTA GIORNI, DOVE ERA TENTATO DAL DIAVOLO.” LUCA 4:1
Ecco da Gesù alcune “dritte” pratiche per gestire la tentazione: 1. Le tue tentazioni sono come quelle a cui anche Lui è stato sottoposto. “Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza com- mettere peccato.” (Ebrei. 4:15). Tu dirai: “Si, però non sai quanto sono terribili le mie tentazioni.” Hai ragione, non lo so; ma Gesù sì. Il fatto che “è stato tentato come noi in ogni cosa” significa che ci è passato, ha sentito la sollecitazione, ha capito la nostra vulnerabilità in prima persona. Ti puoi rivolgere a Lui quando arriva la tentazione con la certezza che Egli ha già percorso quel cammino e ti aiuterà. 2. La tentazione spesso arriva dopo una vittoria spirituale. Gesù era appena stato battezzato; lo Spirito Santo era disceso su di Lui; Dio dichiarò il Suo compiacimento in Suo Figlio: ed ecco che satana colpì a tutta forza (cfr. Matteo 3: 16-17; 4: 1-11). Momenti spirituali di alto valore possono far abbassare la guardia e esporci all’attacco. Paolo dice: “Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere.” (1 Corinzi 10:12). Le persone spesso si schiantano e si bruciano proprio dopo grandi realizzazioni. I ministri di culto, per esempio, possono essere soggetti alla tentazione dopo aver pronunciato un potente sermone. 3. La tentazione giunge quando sei esausto. Quaranta giorni senza mangiare debilitarono Gesù fisicamente. Quando le risorse sono esaurite, si diventa un bersaglio per l’attacco. La mancanza di sonno, una dieta non salutare, un sovraccarico di lavoro, mancanza di esercizio fisico, l’ansietà e lo scoraggiamento possono aprire le porte alla tentazione. Quando ti senti giù di morale, la tua concentrazione vacilla, la tua consapevolezza è minata, la soglia spirituale si abbassa e non stai in guardia contro gli approcci e gli schemi del nemico. La Bibbia dice: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.” (1 Pietro 5:8). | |