“PERCIÒ NON CI SCORAGGIAMO” 2 CORINZI 4:16 |
Scrivendo alla chiesa di Corinto, Paolo riflette sul costo del servizio a Gesù: “Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini. Spesso in viaggio, in pericolo sui fiumi, in pericolo per i briganti, in pericolo da parte dei miei connazionali, in pericolo da parte degli stranieri, in pericolo nelle città, in pericolo nei deserti, in pericolo sul mare, in pericolo tra falsi fratelli; in fatiche e in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità” (2 Corinzi 11:24-27). Che cosa ha permesso a Paolo di vivere al di sopra dei suoi problemi invece di esserne schiacciato? La prospettiva di Dio! “Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (2 Corinzi 4:16-18). Paolo elaborava le cose in modo diverso. Quando non aveva nulla di materiale credeva che, “Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno, secondo la sua gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù” (Filippesi 4:19). E nell’attesa del patibolo del boia, ha scritto, “Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio” (Filippesi 1:23). Oggi chiedi a Dio di darti la Sua prospettiva sulle cose! |