La differenza tra Abramo e Pietro

“(PIETRO) VEDENDO IL VENTO FORTE… COMINCIÒ AD AFFONDARE” MATTEO 14:30
Quando Pietro uscì dalla barca, per ordine di Gesù, stava facendo qualcosa che non aveva mai fatto prima: qualcosa di miracoloso, camminare sull’acqua. Finché rimase nella fede, riuscì in quello che stava facendo, ma quando la paura afferrò il suo cuore, cominciò a sprofondare. La Bibbia dice: “Ma vedendo il vento forte, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò: Signore, salvami! Subito Gesù, stesa la mano, lo afferrò” (Matteo 14:30-31). 
 
L’errore di Pietro è stato quello di preoccuparsi della tempesta. Quando si concentrò sulle circostanze intorno a lui piuttosto che sul Salvatore vicino a lui, perse la fede e cominciò a dubitare. Abramo affrontò un insieme di circostanze diverse ma ugualmente difficili: avere un figlio quando aveva quasi cento anni. Ma la Bibbia dice: “(Abramo) non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio” (Romani 4:20). 
 
Abramo era consapevole della sua situazione, ma a differenza di Pietro non si preoccupò. Fu la sua fede determinata e concentrata a spingerlo verso il successo. E tu puoi imparare dall’errore di Pietro e dall’esempio di Abramo. Puoi essere consapevole delle tue circostanze e non preoccuparti per esse. Puoi deliberatamente tenere la tua mente su Gesù, confidando con fede che Egli ti fornirà il miracolo di cui hai bisogno. Quindi, la parola per te oggi è: tieni gli occhi su Gesù, rimani concentrato su ciò che Egli ti ha promesso nella Sua Parola, continua a camminare per fede e raggiungerai la meta.

Ti senti non qualificato?

“ALLORA RISPOSI LORO: “IL DIO DEL CIELO CI FARÀ OTTENERE SUCCESSO. NOI, SUOI SERVI, CI ALZEREMO E COSTRUIREMO” NEEMIA 2:20
Con le mura di cinta abbattute, Gerusalemme era indifesa contro i nemici. Così, Neemia radunò una squadra per ricostruire le mura. Non aveva una preparazione per questo lavoro. Non era un architetto o un muratore. Gerusalemme era lontana, e lui non ci era mai stato. Da qualsiasi punto di vista, Neemia non era qualificato per quel lavoro. Questo è il denominatore comune a molte delle persone che Dio ha usato in modo straordinario. 
 
Noè era un contadino, chiamato a costruire una barca nel deserto. Davide era un pastore, chiamato ad “abbattere” un campione filisteo. Neemia era un coppiere, chiamato a ricostruire le mura di Gerusalemme. Quando si tratta di fare la volontà di Dio, le capacità conferite da Dio sono considerevolmente più importanti di qualsiasi
capacità umana con cui possiamo contribuire.Infatti, spesso Dio ci usa nel nostro ambito di maggiore incapacità. In questo modo Egli riceve tutto il merito.
 
Ma devi comprendere questo: quando Dio ti dà un “peso” o una “passione” o una “visione” devi fare una scelta. Neemia aveva già un buon lavoro. Essere il coppiere del re era come essere il suo braccio destro. Non solo godeva della sicurezza del lavoro, ma godeva dei vantaggi e dei privilegi della sua posizione. Sarebbe potuto rimanere nella sua zona di comfort, esattamente dove si trovava. Ma se avesse scelto di farlo, non avrebbe compiuto la volontà di Dio, avrebbe perso il fatto che un libro portasse il suo nome nella Bibbia e, ora, non stareste leggendo la sua storia. Non ti senti qualificato? Quando Dio ti chiama, ti equipaggia, ti dona le risorse, ti guida e garantisce il tuo successo.

Migliora il tuo dialogo interiore

“IO BENEDIRÒ IL SIGNORE IN OGNI TEMPO; LA SUA LODE SARÀ SEMPRE NELLA MIA BOCCA” SALMO 34:1
Che tu ne sia consapevole o meno, hai unaconversazione continua con te stesso. Cosati dici? Ti incoraggi o condanni te stesso? Se sei positivo, allora rafforzi l’immagine positiva di te stesso. Se sei negativo, indebolisci la tua autostima. Se vuoi davvero migliorare la tua vita, allora devi migliorare il modo in cui pensi di te stesso. E per farlo, devi cambiare il modo in cui parli a te stesso. E più invecchi, più sei responsabile per il modo in cui pensi, parli e credi. 
 
Non hai già abbastanza problemi? Perché dartene di più scoraggiando te stesso con discorsi interiori negativi? Trasformati nel tuo incoraggiamento. Ogni volta che fai un buon lavoro, complimentati. Ogni volta che scegli la disciplina piuttosto che l’indulgenza, non sminuirti pensando di aver fatto il tuo dovere ma apprezza il tuo impegno. Ogni volta che fai un errore, non rinfacciarti tutti gli altri commessi ma dì a te stesso che stai pagando il prezzo per crescere e che farai meglio la prossima volta. 
 
Il salmista ha riconosciuto l’importanza del suo discorso interiore: “Io benedirò il Signore in ogni tempo; la sua lode sarà sempre nella mia bocca.” “Benedici, anima mia, il Signore e non dimenticare nessuno dei suoi benefici” (Salmo 103:2). “Io dico al Signore: Tu sei il mio rifugio e la mia Fortezza, il mio Dio, in cui confido” (Salmo 91:2). La parola per te oggi è: migliora il tuo dialogo interiore.

L’importanza della comunione

“ED ERANO PERSEVERANTI NELL’ASCOLTARE L’INSEGNAMENTO DEGLI APOSTOLI E NELLA COMUNIONE FRATERNA” ATTI 2:42
Euclide fu un grande matematico che visse circa trecento anni dopo Cristo. È conosciuto soprattutto per la sua serie di tredici volumi di libri chiamata “Elementi.” Due dei suoi assiomi in ambito geometrico sono stati rivisti per produrre il detto moderno: “Il tutto è maggiore della somma delle sue parti.” Un altro modo per dirlo sarebbe “ciò che accade quando si è in gruppo, non accade quando si è soli.” Quel qualcosa si chiama “sinergia.” 
 
Deriva dalla parola greca sunergia che significa cooperare e lavorare assieme. La chiesa del Nuovo Testamento la praticava. “Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane (inclusa la Cena del Signore) e nelle preghiere” (v.42). Gesù descrisse la sinergia spirituale con
queste parole: “In verità, vi dico anche: se due di voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. Poichè dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo
a loro” (Matteo 18:19-20). 
 
Lo Spirito Santo non ha rivelato tutto a chiunque. Impariamo e cresciamo mentre ci uniamo. La maturità spirituale avviene in due modi: 1. Essendo disposti a condividere ciò che Dio ti ha insegnato. 2. Essendo
disposti a imparare ciò che Dio ha insegnato ad altri. Nota ciò che la Bibbia dice dei Cristiani di Berea: “Ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così. Molti di loro dunque
credettero” (Atti 17:11-12). Stai avendo comunione con altri credenti? In caso contrario, stai limitando la tua crescita spirituale e ti stai derubando della sua benedizione. 

La preghiera (2)

“(LORO) DOVEVANO PREGARE SEMPRE E NON STANCARSI” LUCA 18:1
Una volta un dottorando dell’Università di Princeton entrò nell’ufficio di Albert Einstein e gli chiese: “Cos’è rimasto al mondo da ricercare per svolgere una tesi originale?” Lo scienziato brillante gli rispose: “Fai una ricerca sulla preghiera.” Einstein non era l’unica persona ad essere curioso riguardo la preghiera.

Infatti, Gesù insegnò su di essa perché i discepoli glielo avevano chiesto. Dubito che volessero scrivere una tesi su di essa, ma di certo volevano sapere come pregare. È l’unica volta nella Bibbia in cui una persona insegna chiaramente a un’altra come pregare, e tutto nasce da una richiesta dei discepoli.

“Gesù si trovava in un certo luogo a pregare e quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: Signore, insegnaci a pregare” (Luca 11:1). I discepoli avevano osservato Gesù mentre pregava e, a quanto pare, il modo in cui pregava era così diverso dal loro che gli dissero: “Mostraci come pregare nel modo in cui preghi tu.”

Prima di nutrire la folla in modo soprannaturale, o di scegliere i suoi dodici discepoli, o di calmare la tempesta sul mare di Galilea, Gesù si prese del tempo per pregare. E i risultati delle sue preghiere furono così sorprendenti che i discepoli gli dissero: “Signore, insegnaci a pregare.” Lo scopo principale della preghiera non consiste nel dire a Dio di cosa si ha bisogno, ma di avvicinarsi a Dio. Come scrive un pastore: “È quasi come se Dio dicesse: Non portarmi la tua lista della spesa. So già cosa c’è dentro. Ne parleremo più tardi. Portami il tuo cuore. Portami il tuo amore. Portami la tua totale attenzione.” Lo scopo principale della preghiera non consiste nell’ottenere cose dal Signore, ma di trascorrere del tempo col Signore.
 

Scegli: la tua chiamata o il tuo comfort

“ESSI GIUNSERO FINO A CARAN, E LÀ SOGGIORNARONO” GENESI 11:31
La Bibbia dice: “Tera prese Abramo, suo figlio… e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Essi giunsero fino a Caran, e là soggiornarono” (v. 31). Un autore cristiano scrive: “Tera accompagnò Abramo per una parte del viaggio verso Canaan, ma poi si fermò… Tera e la sua famiglia iniziano la loro storia nella città di Ur, il grande centro della ricchezza e dell’istruzione e patria del politeismo. 
 
In seguito cominciano a percorrere la strada che passa attraverso la città di Caran per poi scendere verso Canaan… Per Tera, padre di Abramo, la strada termina a Caran. Ora sappiamo da altri passaggi nella Bibbia che Caran era una città molto simile a Ur. C’era molta ricchezza. C’erano idoli. Cosa stava succedendo? Potrebbe essere che… Tera disse a se stesso: “Se dovessi andare più lontano di così, potrei perdere tutto quello che ho. Sicuramente dovrei rinunciare ai miei idoli.” 
 
Così scelse la comodità. Invece Abramo scelse di dire “sì” alla sua chiamata. Questa è una scelta che dovrai fare anche tu. E dovrai farla più di una volta. Mentre le tue circostanze cambiano e le stagioni della tua vita progrediscono, dovrai decidere se camminare con Dio nell’ignoto o accontentarti della sicurezza di ciò che conosci. Tera si sistemò; Abramo continuò. Che cosa farai? Non devi fare nulla per essere degno dell’amore e della grazia di Dio; sono doni. Ma per camminare nella benedizione di Dio, devi scegliere la tua chiamata piuttosto che il tuo comfort.”

Fedeltà

“VA BENE, SERVO BUONO E FEDELE” MATTEO 25:23
Gesù inizia la parabola dei talenti con queste parole: “Allora il regno dei cieli sarà paragonato a…” (v. 14). E uno dei punti più forti che sottolinea è l’importanza di essere fedeli. Che Dio ti dia cinque talenti, due talenti o un solo talento, ciò che conta per Lui è la tua fedeltà. “Il suo padrone gli sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore” (v. 21). 
 
Nota che non ha detto: “Ben fatto, servo popolare” o “servo brillante” ma “servo fedele.” Cristo si riferiva a coloro che spesso passano inosservati, ma che sono indispensabili per i Suoi scopi. Sta parlando di coloro che non suonano trombe, non agitano striscioni e non chiedono applausi. Egli sta parlando di coloro che, giorno dopo giorno, si fanno avanti e usano i talenti che Dio ha dato per svolgere il lavoro che Lui ha assegnato. Inosservati dagli uomini, ma notati e ricompensati da Dio! 
 
“Dio infatti non è ingiusto da dimenticare l’opera vostra e l’amore che avete dimostrato per il suo nome con i servizi che avete resi e che rendete tuttora ai santi” (Ebrei 6:10). Queste parole descrivono coloro che evitano le luci della ribalta e sono felici di servire nell’ombra. Descrivono coloro che non solo iniziano la gara, ma che corrono giorno dopo giorno, che non si fermano finché non raggiungono il traguardo. Gli altri potrebbero non pensare che tu faccia la differenza, ma Dio sì. Mentre gli altri fanno affidamento sui livelli di abilità e di successo, Dio ti misura in base alla tua fedeltà.

Non dare spazio all’orgoglio

“LA NOSTRA CAPACITÀ VIENE DA DIO” 2 CORINZI 3:5
Nel 1971, prima del suo incontro con Joe Frazier, il pugile Muhammad Ali disse: “Non esiste uomo vivo che possa battermi. Sono troppo intelligente. Sono troppo bello. Sono il più grande! Sono il re! Dovrei essere un francobollo, e quello sarà l’unico modo in cui sarò mai leccato!” Indovinate cosa accadde? Con stupore di tutti, specialmente di se stesso, Ali perse contro Frazier. 
 
Quando la fiducia nelle tue capacità e risorse diventa orgoglio e poi arroganza finisci nei guai. La Bibbia dice: “La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta” (Proverbi 16:18). Quindi, come puoi trovare l’equilibrio? Ricordando a te stesso che ogni dono, abilità, talento e risorsa che hai viene da Dio. La fiducia è essenziale per il successo. Non c’è nulla di sbagliato nel riconoscere i doni che Dio ti ha dato, ma è a chi ne attribuisci il merito che fa la differenza tra l’aver fiducia in se stessi o in Cristo. 
 
Un buon modo per mantenere questo pensiero in primo piano nella tua vita è quello di praticare ogni giorno l’arte del ringraziamento. Difficilmente sarai troppo sicuro di te se riconosci che sei nulla senza la grazia di Dio e che il Suo favore è immeritato. La Bibbia dice: “E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché Egli vi innalzi a suo tempo” (1 Pietro 5:5-6).

Stai cercando un senso?

“IO HO VISTO TUTTO CIÒ CHE SI FA SOTTO IL SOLE, ED ECCO, TUTTO È VANITÀ” ECCLESIASTE 1:14
Stai pensando che se avessi più soldi o maggiore successo, saresti felice? La stella del tennis Boris Becker ha detto: “Avevo vinto Wimbledon due volte, una delle due come il più giovane giocatore. Ero ricco. Avevo tutti i beni materiali di cui avevo bisogno… è la vecchia canzone delle star del cinema e del pop che si suicidano. Hanno tutto, eppure sono infelici. Io non avevo pace interiore.”
 
Salomone fece la stessa scoperta. “Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole, ed ecco, tutto è vanità, è un correre dietro al vento.” Salomone aveva sperimentato la religione, l’istruzione, il denaro, la realizzazione di opere pubbliche, la fama, la scrittura creativa e il piacere sensuale: “Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia, poiché il mio cuore si rallegrava di ogni mia fatica… Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevano fatte e la fatica che avevano sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità” (Ecclesiaste 2:10-11). Alla fine, nell’ultimo capitolo del libro dell’Ecclesiaste, Salomone trovò ciò che stava cercando: “Temi Dio e osserva i 
 
Suoi comandamenti, perchè questo è il tutto per l’uomo” (Ecclesiaste 12:15). Salomone scoprì che la vita non si costruisce sulle cose ma sulle relazioni. E la prima e più importante relazione che devi avere è la relazione con Dio. Ti starai chiedendo: “Come posso trovare Dio?” Attraverso Cristo! Gesù gli disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Oggi, puoi avere una relazione che cambierà la tua vita con Dio riponendo la tua fiducia in Gesù Cristo.