Dal fallimento al successo (2)

“SEI COLTO ALLORA NEL LACCIO DALLE PAROLE DELLA TUA BOCCA.” PROVERBI 6:2

 Un noto psichiatra osservò che due delle parole più tristi del vocabolario umano sono “se solo.” Egli pensava che alcuni individui intrappolati dai loro fallimenti, trascorressero la loro vita dicendo “Se solo avessi provato con più tenacia… se solo fossi stato più tenero con i miei figli… se solo fossi stato più sincero… se solo…” Il modo di cambiare questa impostazione mentale è di cambiare il proprio vocabolario sostituendolo con le parole “la prossima volta.” 
 
“La prossima volta proverò di più… la prossima volta sarò più tenero con i miei figli… la prossima volta sarò più sincero.” La Bibbia dice sei “colto allora nel laccio dalle parole della tua bocca.” E il laccio è una trappola. Hai mai visto un animale preso in trappola che combatte per liberarsi? Le tue parole possono farlo. Ed esse non influenzano solo te, ma anche gli altri. Forse pensi che si stia esagerando su questo tema; se è così, conti- nua a leggere: “La lingua che calma è un albero di vita, ma la lingua perversa strazia lo spirito.” (Proverbi 15:4). “Morte e vita sono in potere della lingua; chi l’ama ne mangerà i frutti.” (Proverbi 18:21). 
 
Gesù disse “In verità io vi dico che chi dirà a questo monte: ‘Togliti di là e gettati nel mare’, se non dubita in cuor suo, ma crede che quel che dice avverrà, gli sarà fatto.” (Marco 11:23). Che cosa hanno in comune questi passi della Scrittura? Essi confermano che le nostre parole soffiano vita (o morte) in ogni cosa! Quindi, anziché discorsi disfattisti, parla della vittoria su ogni situazione. Anziché parlare di fallimento, inizia a parlare di successo. Quando lo fai, Dio onorerà il frutto della tua bocca.

Dal fallimento al successo (1)

“DIVENNERO FORTI IN GUERRA, MISERO IN FUGA ESERCITI STRANIERI.” EBREI 11:34

Lo scrittore di Ebrei disse: “…il tempo mi mancherebbe per raccontare di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, Samuele e dei profeti i quali per fede conquistarono regni… guarirono da infermità, divennero forti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri” (Ebrei 11:32-34). Alcune tra le più grandi storie di successo riguardano individui, con difetti caratteriali, che combatterono contro la propria debolezza. Si trovarono impantanati tra la sconfitta e il fallimento, ma per la Grazia di Dio superarono gli ostacoli e tutti i pronostici contro di essi. 
 
Il tema prevalente della Bibbia è la resurrezione: svegliatevi ancora! Ecco la domanda: se non si può evitare il fallimento, non ci si può arrendere o permettere che esso condizioni il nostro pensiero, come lo si gestisce? Per prima cosa, cambia il tuo atteggiamento. Il personaggio dei cartoni animati Homer Simpson riassume l’atteggiamento di molti di noi quando dice: “Ragazzi, avete fatto del vostro meglio, ma avete fal- lito miseramente.” La morale di questa frase vuo- le essere: non ci provare mai. E’ sufficiente dire che Homer è il classico individuo inadempiente! Ecco un’altra delle sue battute: “Provare è il pri- mo passo verso il fallimento.”

In sintesi Homer non ci prova mai perciò, come molte altre persone, rimane immobile. Gli individui che hanno successo nella vita hanno fede e tenacia. Si rifiutano di mollare. Hanno deciso che il fallimento non li sconfiggerà. Si notino le parole “la cui debolezza fu trasformata in forza.” Potresti trovarti a iniziare nella debolezza, ma per la grazia di Dio, hai la possibilità di diventare forte. Puoi risorgere dalle ceneri del fallimento, raggiungere i tuoi obiettivi e vivere la vita che intende Dio. Come facciamo a saperlo? Perché lo dice la Parola di Dio!

Chi sono i tuoi veri amici?

“CHI HA MOLTI AMICI PUÒ ESSERNE SOPRAFFATTO, MA C’È UN AMICO CHE È PIÙ AFFEZIONATO DI UN FRATELLO” PROVERBI 18:24

Cicerone diceva: “L’amicizia migliora la felicità e riduce la miseria, raddoppiando la nostra gioia e dividendo il nostro dolore.” Il fatto è che è impossibile avere più di pochi amici stretti, perché la vera amicizia richiede tempo, attenzione e dedizione. “Chi ha molti amici può esserne sopraffatto, ma c’è un amico che è più affezionato di un fratello” (v.24). I tratti distintivi della vera amicizia sono questi: 
 
1. Fiducia. Ralph Waldo Emerson scrisse: “La gloria dell’amicizia non è nella mano tesa, né il sorriso gentile o la gioia della compagnia; è l’ispirazione spirituale che viene a uno quando scopre che qualcun altro crede in lui ed è disposto a fidarsi.” 2. Dare e ricevere. A volte una persona sarà il donatore principale, e a volte l’altro. Ma le vere amicizie sono sempre a doppio senso. 3. Condividere le vostre vite. Helen Keller disse: “I miei amici hanno scritto la storia della mia vita. In mille maniere hanno trasformato i miei limiti in bellissimi privilegi e mi hanno permesso di camminare serena e felice anche nell’ombra delle mie difficoltà.” 
 
4. Piacere reciproco. In una vera amicizia si trascorre del tempo insieme solo per la gioia di farlo. Ciò che fai non è necessariamente di rilievo. Sfortunatamente, gli affari della vita ci fanno dimenticare che gioia questa possa essere. 5. Rispettarsi gli uni gli altri. Come si costruisce il rispetto? Non lasciando che ostacoli o circostanze diventino più importanti della relazione. Quando c’è pressione, continuate a trattarvi con pazienza e gentilezza. E quando la relazione è in difficoltà, impegnatevi per preservarla.

Non smettere mai di imparare e crescere (2)

“POICHÉ LA SAGGEZZA VALE PIÙ DELLE PERLE, TUTTI GLI OGGETTI PREZIOSI NON LA EQUIVALGONO” PROVERBI 8:11

Per continuare ad imparare e crescere, devi riconoscere queste cose: 1. Le persone di successo vedono l’apprendimento in modo diverso rispetto alle persone che non hanno successo. Giosuè imparò da Mosè. Timoteo imparò da Paolo. Da chi hai scelto di imparare? L’autore Sydney J. scrisse: “Un vincitore sa quanto ancora ha da imparare, anche quando è considerato un esperto dagli altri. Un perdente vuole essere considerato un esperto dagli altri prima di aver imparato abbastanza da sapere quanto poco conosce.” È tutta una questione di attitudine. 
 
È davvero notevole quanto una persona debba imparare prima di rendersi conto di quanto poco sappia. 2. Niente è interessante se non sei interessato. In “La qualità è Libera”, Philip B. Crosby scrive: “C’è una teoria del comportamento umano che dice che le per- sone ritardano inconsciamente la propria crescita intellettuale. Fanno in genere affidamento su luoghi comuni e abitudini. Una volta raggiunta l’età del benessere personale con il mondo, smettono di imparare e la loro mente rimane inattiva per il resto dei loro giorni. Possono progredire organizzativamente, possono essere ambiziosi e desiderosi, e possono anche lavorare notte e giorno. Ma non imparano più.” 
 
La Bibbia dice: “E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini” (Luca 2:52). Non è cresciuto solo fisicamente; egli crebbe spiritualmente, mentalmente ed emotivamente. È una tragedia quando ti incammini e non ti arrampichi mai; ti perdi il meglio che Dio ha da offrire. Al contrario, le persone istruibili sono completamente impegnate nella vita. Sono entusiaste delle cose. Sono interessate a scoprire, discutere, applicare e ad incrementare. Quindi, non smettere mai di imparare e crescere!

Non smettere mai di imparare e crescere (1)

“E VIDI CHE LA SAGGEZZA HA UN VANTAGGIO SULLA STOLTEZZA, COME LA LUCE HA UN VANTAGGIO SULLE TENEBRE” ECCLESIASTE 2:13

l talento più importante che puoi acquisire è imparare ad imparare. Le persone dotate a volte possono comportarsi come se sapessero tutto, il che rende difficile per loro continuare a crescere. L’insegnamento non riguarda tanto la competenza e la capacità mentale quanto l’atteggiamento; è una fame innata di crescere. È una volontà di imparare, disimparare e reimparare. L’insegnante famoso di football John Wooden disse: “È quello che impari dopo averlo saputo che conta di più.” Solo quando rimani istruibile, continuerai a crescere e ad avere un impatto sul mondo che ti circonda. 
 
L’apprendimento permanente è una ricerca quotidiana continua. Lo studioso romano Catone il Vecchio iniziò a studiare il greco a ottant’anni. Quando gli fu chiesto perché stava affrontando un compito così difficile alla sua età, rispose: “È l’età più giovane che mi è rimasta da vivere.” A differenza di Catone, molti di noi considerano l’apprendimento come un evento invece di un processo che dura tutta la vita. Si stima che solo un terzo degli adulti legga un intero libro dopo essersi diplomati. Perché? Perché vedono l’educazione come un periodo della vita, non un modo di vivere. 
 
La scienza conferma che mentre il corpo fisicamente si può atrofizzare, la mente mantiene gran parte delle sue capacità di crescita continua. Ogni fase della vita presenta lezioni da imparare. Puoi scegliere di essere istruibile e continuare ad imparare o puoi chiudere la tua mente e smettere di crescere. Prova questo semplice esperimento per una settimana; chiedi agli altri il loro consiglio, tieni per te il consiglio che normalmente daresti ad altri e alla fine di ogni giornata scrivi quello che hai imparato facendo attenzione. Sarai stupito!

Ascolta i tuoi stessi consigli

“FIGLIO MIO, STA’ ATTENTO ALLA MIA SAGGEZZA, INCLINA L’ORECCHIO ALLA MIA INTELLIGENZA.” PROVERBI 5:1

Salomone disse a suo figlio: “Figlio mio, sta’ attento alla mia saggezza, inclina l’orecchio alla mia intelligenza. Poiché le labbra dell’adultera stillano miele, la sua bocca è più morbida dell’olio; ma la fine a cui conduce è amara come l’assenzio, è affilata come una spada a doppio taglio. Tieni lontana da lei la tua via e non ti avvicinare alla porta della sua casa, per non dare ad altri il fiore della tua gioventù, e i tuoi anni all’uomo crudele; perché degli stranieri non siano saziati dei tuoi beni e le tue fatiche non vadano in casa di estranei. 
 
E tu non dica: “Come ho fatto a odiare la correzione, e come ha potuto il mio cuore disprezzare la riprensione? Poco mancò che non mi trovassi immerso in ogni male, in mezzo all’assemblea e alla comunità” (vv. 1, 3-4, 8-10, 12, 14). È sempre facile distribuire buoni consigli piuttosto che seguirli. La vita di Salomone ne è la prova. Ci dice ripetutamente e con grande convinzione che solo gli stolti cadono in adulterio. Eppure non è riuscito ad ascoltare il suo stesso consiglio e l’avvertimento esplicito di Dio di non prendere “molte mogli, affinché non perverta il suo cuore” (Deuteronomio 17:17). Salomone ha sposato settecento donne. 
 
E quale fu il risultato? “Al tempo della vecchiaia di Salomone, le sue mogli gli fecero volgere il cuore verso altri dèi; e il suo cuore non appartenne interamente al Signore suo Dio, come il cuore di Davide suo padre” (1 Re 11:4). Ecco una domanda interessante: Salomone aveva così tanto da dire su questo particolare argomento perché rappresentava un’area di lotta e vulnerabilità nella sua vita? A volte i leader lo fanno; parlano contro le aree di debolezza che vedono nelle loro stesse vite. Una cosa è certa; se Salomone avesse seguito il consiglio che diede al figlio, la storia della sua vita sarebbe stata molto diversa. Perciò, la parola per te oggi è, ascolta i tuoi stessi consigli.

Apprezza i tuoi figli

“ECCO, I FIGLI SONO UN DONO CHE VIENE DAL SIGNORE; IL FRUTTO DEL GREMBO MATERNO È UN PREMIO” SALMO 127:3

Uno psicologo cristiano scrisse: “Diversi mesi fa ho parlato con un uomo che descriveva una delle più spiacevoli esperienze della propria vita. Quando aveva sette anni era uno degli assi della squadra di football del suo liceo. Ma suo padre, un uomo di grande successo in città, era sempre troppo occupato per an- dare a vederlo giocare. Rapidamente la partita finale della stagione si presentò, e arrivò il momento del campionato. 
 
Il povero ragazzo voleva davvero disperatamente che suo padre fosse presente. La sera della grande partita si trovava sul campo di riscaldamento quando guardò verso lo stadio appena in tempo per vedere suo padre arrivare con altri due uomini, ognuno indossando un abito da lavoro. Rimasero lì per qualche momento, e poi se ne andarono. L’uomo che mi raccontò questa storia ora ha cinquantotto anni, e tuttavia aveva lacrime che scorrevano lungo le guance mentre riviveva quel momento lontano. Sono passati quarant’anni da quella notte, eppure il rifiuto e il dolore sono vividi come sempre. 
 
Sono stato colpito ancora una volta dall’influenza impressionante che un padre ha nella vita dei suoi figli. Quando non è coinvolto, quando non dimostra amore o cura per loro, crea un vuoto che si ripercuote per decenni. Il padre del mio amico è morto non molto tempo fa. Mentre stava vicino al corpo del padre nell’obitorio, egli disse: “Papà, io non ti ho mai davvero conosciuto. Avremmo potuto condividere molto di più insieme, ma tu non avevi mai tempo per me.” Mamma, Papà, i vostri figli sono un dono di Dio. Apprezzateli e godeteveli.