Alza lo scudo della fede

“PRENDETE OLTRE A TUTTO CIÒ LO SCUDO DELLA FEDE, CON IL QUALE POTRETE SPEGNERE TUTTI I DARDI INFUOCATI DEL MALIGNO” EFESINI 6:16

Fai attenzione a quello che Satana ti sta lanciando: “dardi infuocati”! Lui sa che se riesce ad accendere in te il fuoco della preoccupazione e dell’ansia, riuscirà ad immobilizzarti e sconfiggerti. Focalizzati su quello che Dio ti ha dato per proteggerti: “lo scudo della fede”. Ma hai un ruolo anche tu in questo: “Prendete lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno.”

Uno scudo non potrà mai essere utile ad un soldato fino a quando rimane per terra, o sul fianco. Il soldato dovrà prenderlo e alzarlo per coprirsi e proteggersi dall’attacco. Lo stesso vale per te. Quando il diavolo ti attacca attraverso circostanze spiacevoli e pensieri sbagliati che ti causano preoccupazione e paura, alza immediatamente lo scudo della fede. Ma fede in cosa? In te stesso? No, fede nella fedeltà di Dio! A volte, la tua fede potrà vacillare, ma il Suo amore e la Sua cura per te non vacilleranno mai. “Fedele è colui che vi chiama, ed egli farà anche questo” (1 Tessalonicesi 5:24).

Ma come si fa ad alzare lo scudo della fede? Dicendo: “Signore, mi fido di te in questa situazione!” Nel deserto, Gesù rispose a satana dicendo: “Sta scritto”, e anche tu devi imparare a rispondere a satana. La Parola di Dio è uno scudo protettivo e le frecce del diavolo non possono penetrarlo. Quando lo tieni in mano come si tiene uno scudo, vedrai la sua efficacia contro tutto ciò che il diavolo vuole fare nella tua vita. Le frecce infuocate di satana possono arrivare da qualsiasi direzione, sia dai tuoi amici che dai tuoi nemici. Quindi, prendi lo scudo della fede.

Superare la timidezza

“CHI HA MOLTI AMICI PUÒ ESSERNE SOPRAFFATTO” PROVERBI 18:24

Non ci sono scorciatoie per superare la timidezza. Dovrai impegnati per sentirti a tuo agio tra le persone. Ma puoi farcela! Di seguito elencherò qualche strategia infallibile che ti aiuterà a fare amicizia: 1. Non puoi negare il fatto di essere timido, ma più ne parli, più permetti alla timidezza di controllarti. “Con il frutto della sua bocca l’uomo sazia il corpo; si sazia con il frutto delle sue labbra. Morte e vita sono in potere della lingua” (vv.20-21). Perché “possedere” qualcosa di così distruttivo per i tuoi obiettivi e le tue relazioni?

“Dio, infatti, ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, di amore e di autocontrollo” (2 Timoteo 1:7). La paura è uno spirito, devi imparare a rigettarlo! Il fatto che tu ti sei definito “timido” non è un buon motivo per fuggite le occasioni di superare la timidezza. Evitarle non fa altro che rinforzare la paura. 2. Prendi parte ad attività che ti piacciono realmente, così potrai avere qualcosa da raccontare con passione ed entusiasmo. 3. Non dare retta al cuore che batte forte, alla voce tremante, al sudore, al mal di stomaco o ad altri sintomi causati dall’ansia: non sono letali! Ridi. È contagioso, ed è vitale per apparire come una persona alla quale ci si può avvicinare.

4. Chiedi alle persone di parlare del loro soggetto preferito: loro stessi. Poi, ascolta attentamente e rispondi alle loro domande invece di preoccuparti di che cosa dovrai chiedere dopo. Ricorda, forse potresti essere in grado di influenzare ciò che la gente pensa di te, ma non potrai controllarlo. Quindi, smetti di pensare a come ti valutano o se ti approvano. Medita su Filippesi 4:6-9, e ricorda “Il Dio della pace sarà con voi” (Filippesi 4:9).

Dio ha tutto sotto controllo, fidati di Lui

“LA MIA SPERANZA È IN TE” SALMI 39:7

La vita raramente va esattamente nel modo in cui speriamo o vorremmo che andasse. Quando Giobbe perse ogni cosa, disse: “Che è mai la mia forza perché io speri ancora? Che fine mi aspetta perché io sia paziente? Non c’è forza in me, la saggezza è stata allontanata da me” (Giobbe 6:11,13). Eppure, alla fine, Giobbe ricevette il doppio di quanto aveva perso.

Ma le esperienze e le avversità che ha dovuto affrontare hanno cambiato profondamente la sua attitudine verso Dio. “Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno… il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l’occhio mio ti ha visto” (Giobbe 41:2,5). Che cosa ha scoperto Giobbe? Che Dio è sovrano! Non è il nostro servo, noi siamo Suoi servi. Dobbiamo obbedire alla Sua Parola così da poter cammina- re nelle sue benedizioni, ma il risultato finale di tutto è nelle Sue mani, non nelle nostre. Molti di noi combattono con il controllo. Vorremmo avere il controllo non solo sulle nostre circostanze, ma anche sui nostri obbiettivi, sui nostri piani, sulle nostre relazioni, e su tutto quello che ci riguarda.

Questo tipo di paura è spesso sintomo di un desiderio inconscio di essere indipendenti da Dio, di essere padroni del nostro destino. A volte è il risultato del fatto di aver vissuto in un ambiente caotico e del desiderio di non voler ripetere le esperienze già vissute in precedenza. Forse, a causa della tua educazione, delle tue finanze, o altri traguardi che hai raggiunto, pensi di avere il controllo. Sappi che non è vero. È stato Dio che ti ha reso capace di fare tutto ciò che hai fatto. Paolo scrive: “Ma per la grazia di Dio sono quello che sono” (1 Corinzi 15:10). Dio oggi ha il controllo, fidati di Lui!

Devi assumerti la responsabilità della tua vita

“CIASCUNO, INFATTI, PORTERÀ IL PROPRIO FARDELLO” GALATI 6:5

Essere responsabili di sé stessi, dei propri pensieri, e delle proprie azioni è una condizione importante per essere parte attiva in una relazione. A volte però, andiamo oltre nell’assumerci eccessivamente la responsabilità altrui, che diventa così un alibi per non essere responsabili di noi stessi e delle nostre azioni. Per esempio, attribuiamo ad una gravidanza non pianificata il nostro fallimento all’università. Oppure, diamo la colpa della nostra infelicità al fatto che siamo rimasti sposati per il bene dei bambini.

Ci concentriamo così tanto sulle altre persone e ci assumiamo la responsabilità della loro vita, che non ci prendiamo mai il tempo di cercare soluzioni per superare la nostra situazione. E alla fine tutti i problemi e i momenti difficili diventano ciò che ci definisce. Non ci lamentiamo e basta, diventiamo un lamento cronico. Ma perché non siamo onesti? Qualche volta, il raccontare i problemi è semplicemente una scusa, una versione distorta della realtà, per nascondere il fatto che abbiamo deciso di incolpare gli altri per la nostra situazione. In questo modo non dobbiamo assumerci la responsabilità della nostra vita.

Il fatto però è che tutti facciamo delle scelte nella vita; andare via o rimanere, affrontare o ignorare, lamentarsi o cercare una soluzione. Non importa se si tratta del tuo coniuge, dei tuoi figli, o dei tuoi genitori, non è mai una buona idea assumersi la responsabilità per qualcun altro se questo significa evitare di decidere che cosa sia necessario fare per te stesso. La Bibbia dice: “Ciascuno esamini invece l’opera propria; così avrà modo di vantarsi in rapporto a sé stesso e non perché si paragona agli altri. Ciascuno, infatti, porterà il proprio fardello” (vv.4-5).

Riconosci i tuoi sbagli

“CHI COPRE LE SUE COLPE NON PROSPERERÀ” PROVERBI 28:13

Sbagliare fa parte della vita. Le persone di successo hanno consapevolezza dei loro errori, imparano da essi e lavorano su di essi per migliorare. Uno studio su 105 dirigenti ha identificato delle caratteristiche comuni che le persone di successo condividono, ma una tra queste osservazioni è stata davvero utile. Le persone di successo ammettono i loro errori e ne accettano le conseguenze, invece di incolpare altre persone. A nessuno di noi piace subire le conseguenze delle nostre azioni sbagliate.

Quando le cose vanno male, abbiamo la tendenza innata a cercare qualcuno da incolpare. È nel nostro DNA. Nel giardino dell’Eden Dio chiese ad Adamo che cosa avesse fatto, Adamo incolpò Eva. E quando Dio chiese ad Eva, lei incolpò il diavolo. La prossima volta che sbaglierai, pensa di chi è davvero la colpa e cerca di guardare a quello sbaglio con oggettività, per imparare da esso e fare meglio in futuro. Qualcuno ha detto che prima sbagli, più tempo avrai per migliorare. Chiediti: “Che cosa ho imparato? Come posso trasformare questo fallimento in un successo? Dove ho agito bene e dove ho sbagliato”? Le persone che incolpano sempre gli altri per i loro fallimenti non riusciranno mai a superarli; semplicemente andranno da un problema all’altro.

Per raggiungere il tuo massimo potenziale, devi costantemente metterti alla prova per migliorare te stesso, e non potrai farlo se non ti assumi le responsabilità dei tuoi sbagli e impari da essi. Nella vita ci saranno sempre problemi. Ma la domanda è: rimarrai a testa bassa a crogiolarti nella sconfitta, o ti rialzerai dalla caduta e trarrai il meglio da quello che è successo, deciso ad affrontare un altro giorno? Henry Ford diceva: “Il fallimento è semplicemente l’opportunità di poter iniziare di nuovo, questa volta però in modo più intelligente.” Pertanto, vivi seguendo i principi della Bibbia: “Perché il giusto cade sette volte e si rialza” (Proverbi 24:16).

Quello che non ti insegnano a scuola

“I SUOI FIGLI SI ALZANO E LA PROCLAMANO BEATA, E SUO MARITO LA LODA” PROVERBI 31:28

Dove imparano i figli ad avere un’alta opinione di loro madre? Chi stabilisce il modo di vedere la mamma per le loro giovani menti, in modo che sia il membro più amato e rispettato della famiglia, e non “il capo cuoco e la lava piatti”? A scuola, i bambini acquisiscono le abilità necessarie per avere successo nel lavoro, ma a casa, acquisiscono le abilità per costruire una famiglia. Il migliore agente pubblicitario della mamma è il papa.

Il padre ha un’enorme influenza sulla concezione che i figli si creano della loro madre e in generale delle altre donne. Se tuo figlio cresce con genitori rissosi si sentirà legittimato nel pensare “se papa può litigare con la mamma, posso anche io”. Quindi, la tua attitudine e le tue azioni, diventeranno le attitudini e le azioni di tuo figlio. In un mondo dove spesso non si considera il contributo apportato dalle donne, soprattutto dalle casalinghe, dipenderà da te, in quanto marito e padre, dire in mille modi diversi “tua madre è una donna meravigliosa! Lei lavora duramente e si merita davvero tanto per tutto ciò che fa per noi.

Per quanto mi riguarda lei è la numero uno”! Proverbi 31 dice: “I suoi figli si alzano e la proclamano beata”. Da dove l’avranno mai imparato? Dalla TV? Dal loro gruppo di amici? A scuola? No, l’hanno imparato a casa. La conclusione è questa: il modo in cui tratti tua moglie sarà probabilmente il modo in cui tuo figlio tratterà sua moglie. I tuoi figli forse non seguiranno i tuoi consigli, ma seguiranno sempre il tuo esempio. “Datele del frutto delle sue mani e le opere sue la lodino alle porte della città” (v.31).

Quando è il momento di andarsene

“COME UN’AQUILA CHE DESTA LA SUA NIDIATA…IL SIGNORE SOLO LO HA CONDOTTO” DEUTERONOMIO 32:11-12

Le aquile imparano a volare nel momento in cui vengono spinte fuori dal loro nido. Se venissero lasciate a loro stesse, non lascerebbero mai il comfort della loro casa. Ma nemmeno scoprirebbero né realizzerebbero il loro destino esclusivo: volare. Lo stesso principio può essere applicato ai figli. È vero che la maggior parte degli adolescenti non vede l’ora di andare via di casa, ma è altrettanto vero che alcuni di loro, invece, hanno bisogno di una spinta per farlo. Come potrai aiutare tuo figlio a lasciare il nido quando sarà il momento giusto?

A volte il problema non sei tu che, come genitore, non vuoi dare indipendenza a tuo figlio, ma il fatto che tuo figlio non voglia accettarla. Non hanno il desiderio di crescere, e perché dovrebbero? Il nido è troppo accogliente! Il cibo è sempre già pronto, i vestiti lavati e le bollette pagate. Non trovano la motivazione
giusta per affrontare la dura realtà del mondo in cui vivono, e decidono di non andare via. Alcuni di loro non vogliono neanche trovarsi un lavoro. Sono così attaccati al nido che diventa davvero difficile allontanare figli e figlie. Sono come dei peluche, piccoli cuccioli che aspettano dietro la porta una ciotola di latte caldo.

Ma permettere loro di restare, soprattutto se evitano di porsi obbiettivi lavorativi, vuol dire aumentare in loro irresponsabilità e dipendenza. Questo non è amarli, anche se forse ti sembra di sì. Arriverà un momento in cui, con gentilezza e amore, dovrai consegnare le redini nelle mani dei tuoi figli e forzarli ad imparare a stare in piedi vivendo la vita secondo le regole della vita. In alcuni casi forse dovrai proprio preparargli i bagagli. Ma se li ami e vuoi che compiano il progetto che Dio ha per loro, non hai scelta.

Pensare fuori dagli schemi della religione (2)

“IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE DEI GIUSTI MA DEI PECCATORI” MARCO 2:17

C’è differenza tra amare i non credenti e amare il loro modo di vivere. Paolo dice: “Mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvare ad ogni modo alcuni” (1 Corinzi 9:22). Quindi: 1. Sii cortese. “Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno” (Colossesi 4:6). 2. Sii sincero. “L’amore sia senza ipocrisia” (Romani 12:9). Poiché Gesù ha trovato un punto d’incontro con la donna al pozzo, essa si è riconciliata con Dio, poi ha portato i suoi amici e la famiglia da Gesù per incontrarlo (cfr. Giovanni 4).

Devi passare del tempo con i non credenti per introdurli a Cristo. Quando Levi invitò Gesù e i suoi discepoli come ospiti a cena assieme ai pubblicani e ad altri peccatori malfamati, i farisei chiesero: “Come mai mangia con i pubblicani e i malfattori? Gesù udito questo disse loro: non sono venuto a chiamare i giusti, ma dei peccatori” (Marco 2:16-17). L’autore Mark Roberts osserva che: “La comunione che si crea intorno alla stessa tavola è intimità profonda. Mangiare con qualcuno significava far entrare quella persona nella tua vita e viceversa.

I farisei, che erano attaccati ai più alti standard di purezza religiosa, si aspettavano che Gesù facesse come avevano fatto loro, mantenere molta distanza tra loro e le persone che avrebbero potuto compromettere la Sua santità.” Gesù non vedeva le persone come “feccia” e non si preoccupava di mantenere una facciata religiosa. Ha mangiato con i peccatori perché avevano bisogno del Suo aiuto ed erano aperti a riceverlo. E voi? Siete disposti a sporcarvi le mani? Sei più interessato a ciò che la gente pensa di te che a coloro che hanno bisogno di Cristo?

Pensare fuori dagli schemi della religione (1)

“VOGLIO MISERICORDIA E NON SACRIFICIO; POICHÉ IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE DEI GIUSTI, MA DEI PECCATORI” MATTEO 9:13

L’autrice Nicole Unice scrive che tra le diffidenze che le persone nutrono verso i cristiani vi sono: “Loro mi giudicano. Sono migliori di me. Non mi approverebbero. Io non sono adatto alla loro religione. Sono sempre seri e non si divertono.” Gesù frequentava abbastanza feste perché i farisei lo accusassero di essere un ubriacone. Faceva amicizia con donne di cattiva reputazione. Ha interagito con le persone in modo da poter far conoscere loro il Padre. Ha sfondato gli stereotipi e ha mostrato Dio per quello che è, un Dio che può avvicinarsi all’uomo, che è misericordioso e pieno di grazia. Le persone più sconvolte… furono quelle che preferivano … le regole della religione… Il concetto di una vita libera e gioiosa con Gesù può sembrare scontato te.

Ma è quello che pensano i tuoi vicini? Ci si sente a proprio agio con le persone che credono e pensano come noi, come quando si indossano i pantaloni della tuta per uscire. La comunione tra i credenti è un dono meraviglioso. Ma se vogliamo veramente seguire l’esempio di Gesù, dobbiamo cercare opportunità per coinvolgere coloro che ci circondano. Gesù va ancora ol- tre dicendo: “Chi ha bisogno di un medico: il sano o il malato? “Voglio misericordia e non sacrificio”; ‘Sono qui per invitare gli estranei, non chi mi conosce già.”

Come puoi condividere il vangelo se tutti i tuoi amici sono cristiani? Alcuni di noi sono diventati così separati e scollegati che non hanno alcuna interazione significativa con i non credenti. Più il tempo passa e più ci isoliamo e rimaniamo nella nostra zona di comfort, fino a perdere del tutto i contatti con le persone che Gesù è venuto a salvare. Paolo scrive: “Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvare ad ogni modo alcuni” (1 Corinzi 29:2). Questo si chiama “pensare fuori dagli schemi della religione.”

La mia confessione di fede quotidiana (2)

“SIA BENEDETTO IL SIGNORE! GIORNO PER GIORNO PORTA PER NOI IL NOSTRO PESO, IL DIO DELLA NOSTRA SALVEZZA” SALMO 68:19

Gesù, nel Vangelo di Marco 11:23, ci insegna che quando dichiariamo parole di fede sulla nostra situazione basandoci sulla Scrittura, senza dubitare, riceveremo quello che abbiamo chiesto. In una versione in inglese della Bibbia il verso 19 del Salmo 68 viene tradotto in questo modo: “Sia benedetto il Signore che quotidianamente ci carica di benefici” (NKJV). Davide quando parla di “benefici” si riferisce alle benedizioni di Dio e scrive che Dio “quotidianamente ci carica di benefici.” Soffermati sul termine “caricare.” Non si tratta della capacità di una tazzina da caffè, bensì della capacità di un camion da trasporto merce!

Dio sta aspettando, è predisposto e vuole fare questo per te. È per questo che il salmista scrive: “Benedici, anima mia, il Signo- re e non dimenticare nessuno dei suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità; salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni; egli sazia di beni la tua esistenza e ti fa ringiovanire come l’aquila. Il Signore agisce con giustizia e difende tutti gli oppressi. Il Signore è pietoso e clemente, lento all’ira e ricco di bontà. Egli non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe. Come i cieli sono alti al di so- pra della terra, così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono.

Come è lontano l’oriente dall’occidente, così ha egli allontanato da noi le nostre colpe. Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il Signore verso quelli che lo temono. Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere. Ma la bontà del Signore è senza fine per quelli che lo temono, e la sua misericordia per i figli dei loro figli” (Salmo 103:2-6, 8, 10-14, 17). Oggi, comprendi questo: tu attivi la potenza della Parola di Dio quando la confessi con fede sulla tua vita.