Sii fedele a Dio a lavoro

“LAVORANDO PER IL SIGNORE” COLOSSESI 3:23 (BGD)

Se tu avessi il compito di assumere dipendenti a lavoro, quali caratteristiche ricercheresti? Competenza, dedizione, puntualità, affidabilità, pazienza, gentilezza e costanza? Gesù disse, “Chi è fedele nelle cose minime è fedele anche nelle grandi” (Luca 16:10). La vita spesso consiste di piccole cose, in questo modo, se sei infedele nelle cose piccole, sarai infedele per la maggior parte della vita. Possiedi una “catasta di colpe” al lavoro? È quella piccola pila di voci in agenda che ancora non hai sistemato. 
 
La fedeltà include il modo in cui la gestisci. Forse potrà non contare molto per te che qualcuno ti abbia mandato un’e-mail o scritto una lettera, ma quella persona si aspetta una risposta. Il loro mondo potrebbe contare su questo. Come gestisci le piccole cose nella vita? Gesù disse, “E se non siete stati fedeli nei beni altrui, chi vi darà i vostri?” (v. 12). Domanda: se possedessi la compagnia per cui lavori, prenderesti tutte quelle pause caffè? Compreresti l’auto a noleggio di cui hai abusato per una settimana? Il come gestisci le cose che non sono tue, è un test di fedeltà verso Dio. 
 
Vedi quanto è sottile la cosa? La fedeltà è importante in ogni area della vita. Dio ti dice che sarai ricompensato per la tua fedeltà; quindi, fai del tuo meglio a lavoro. “Lavorate serenamente, qualunque sia il vostro lavoro, fatelo come se steste lavorando per il Signore, e non semplicemente per il vostro padrone” (Colossesi 3:23 BGD). Come seguace di Cristo, dovresti avere la reputazione di persona più fidata a lavoro. Perché? Perché sei consapevole di chi sia realmente il tuo capo!
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La fede che porta risultati

“CHI SI ACCOSTA A DIO DEVE CREDERE CHE EGLI È, E CHE RICOMPENSA TUTTI QUELLI CHE LO CERCANO” EBREI 11:6

Ecco tre verità dalla Scrittura che renderanno la fede più efficace: 1. Credi che Dio è. La forza del linguaggio qui usato è molto più che un vago riconoscimento dell’esistenza di Dio. L’umanità reclama innumerevoli divinità, ma il Dio della Bibbia non è tra questi e nemmeno il migliore di questi. Egli è l’unico vero Dio! E la Bibbia dice che Egli è unicamente, genuinamente, permanentemente presente e attivo. 
 
2. Credi che Dio è capace. Quando due ciechi si avvicinarono a Gesù per essere guariti, Egli rispose: “Credete voi che io possa far questo? Essi gli risposero: “Sì, Signore.” Allora toccò loro gli occhi dicendo: “Vi sia fatto secondo la vostra fede” (Matteo 9:28-29). Essi immediatamente riacquistarono la vista. Gesù sapeva di poterli guarire, ma voleva che anche essi lo credessero. Finché non credi nella capacità di Dio di soddisfare i tuoi bisogni, non avrai basi su cui appoggiare le preghiere e la fiducia. 3. Credi che Dio vuole. Una volta saputo che Egli può, bisogna procedere con la fede. 
 
Un lebbroso si avvicinò a Gesù: “Ed ecco un lebbroso, avvicinatosi, gli si prostrò davanti, dicendo: “Signore, se vuoi, tu puoi purificarmi.” Gesù, tesa la mano, lo toccò dicendo: “Lo voglio, sii purificato.” E in quell’istante egli fu purificato dalla lebbra” (Matteo 8:2-3). Dio vuole? Considera la sua rivendicazione: Egli, non noi, è Colui che è “e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.” Ciò fuga ogni dubbio! Oggi, non solo Dio può, ma soprattutto vuole soddisfare i tuoi bisogni.
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Stai crescendo un figlio da sola/o?

“LA SERA CI ACCOMPAGNA IL PIANTO, MA LA MATTINA VIENE LA GIOIA.” SALMI 30:5

Un esperto di matrimoni racconta la storia inviatogli da una madre single che lo aiutò a capire quanta solitudine e fatica spesso affrontano coloro che crescono i figli da soli. Eccola. Un giorno, guardando dalla finestra, ha visto un pettirosso e i suoi pulcini nel nido. Pioveva, e la madre aveva coperti i piccoli pigolanti sotto le sue ali spiegate. Poi è arrivata la grandine; anziché nascondere in sicurezza il capo nel nido, la madre lo ha sollevato verso l’alto, per prendere i colpi così da proteggere i piccoli. 
 
Tutti i pulcini sono rimasti salvi durante il temporale. Che immagine vivida delle sfide di un genitore singolo! La responsabilità di crescere i figli da soli è enorme e richiede che la mamma single (o il papà) guadagni da vivere, cucini, pulisca, faccia i lavori domestici, si prenda cura dei figli quando si ammalano e così via. Oltre a questo tran-tran quotidiano, devono anche trovare il modo di soddisfare i bisogni personali e spirituali. In questo contesto, tutto ciò potrebbe essere uno dei compiti più duri al mondo. I genitori single, mamme o papà, hanno bisogno continuamente del nostro supporto e delle nostre preghiere. 
 
Quanti sono esposti per ricevere i colpi al posto dei loro figli, stiano certi che sono in arrivo giorni migliori. La tempesta in cui ti trovi non durerà per sempre. Un arcobaleno radioso apparirà presto. Quando il lavoro sarà completato e una covata di uccellini sani sarà stata allevata, ci saranno dei dolci benefici per i genitori che non scappano. La Parola di Dio promette: “La sera ci accompagna il pianto; ma la mattina viene la gioia.”
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E’ il momento di pregare (2)

“NEL GIORNO DELLA MIA AFFLIZIONE HO CERCATO IL SIGNORE” SALMO 77:2

Ecco due importanti principi della preghiera: 1. Parla con Dio quando sei circondato dalle difficoltà. Se sei come la maggior parte delle persone, i tempi felici possono indurti a confidare in te stesso e non in Dio. Sono i momenti duri che ti mettono in ginocchio: una cattiva notizia dai medici, un figlio caduto nella trappola della droga, il lavoro perso oppure un matrimonio infelice. E’ questo il motivo per cui Dio permette i tempi difficili! Egli permette che le difficoltà ci affliggano non per renderci infelici, ma per portarci a Lui! Il profeta Osea disse: “Quando saranno nell’angoscia, ricorreranno a me” (Osea 5:15). 
 
Il cuore paterno di Dio desidera innanzitutto che noi dimoriamo e confidiamo in Lui. E se servono delle afflizioni affinché ciò avvenga, Egli ci ama così tanto da permetterle. Quando ci volgiamo a Lui nella distretta, scopriamo che Egli “è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà” (Salmi 46:1). 
2. Parla con Dio sempre. Nel classico ampiamente letto “The Practice of the Presence of God” (La pratica della presenza di Dio, N.d.T.), il fratello Lawrence parla della preghiera come di una continua conversazione con Dio, una pratica per ogni momento, luogo e circostanza. 
 
Cucinando e lavando i piatti, trovava la conversazione con Dio gratificante tanto quanto i momenti di preghiera. Egli consiglia di “Abituarci a parlare continuamente con Lui nella semplicità; che bisogna solo riconoscere che Dio è intimamente presente in noi, e di rivolgerci a Lui in ogni momento.” Ciò è molto simile alle istruzioni di Paolo a questo proposito: “Pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi,” (Efesini 6:18).
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E’ il momento di pregare (1)

“PURIFICAMI CON ISSOPO, E SARÒ PURO; LAVAMI, E SARÒ PIÙ BIANCO DELLA NEVE.” SALMO 51:7

Vi ricordate quando la maggior parte dei ristoranti aveva orari di apertura e chiusura? Erano i loro turni e non il vostro appetito a decidere se mangiare o restare digiuni. Adesso non più: si può fare un salto in qualsiasi punto di ristoro a qualsiasi ora si abbia fame. Ecco come opera Dio; Egli è disponibile 24h/7gg. E nonostante la preghiera non sia limitata a turni orari, ci sono certi momenti in cui è vita- le palare con Dio. 
 
Ecco due esempi: 1. Dopo aver peccato. Le emozioni, il senso di colpa, la vergogna e in più satana ‘l’accusatore’, ci diranno di evitare Dio. Tuttavia, rivolgersi a Lui è l’unica soluzione al peccato. Appesantito da adulterio, inganno e omicidio, Davide realizzò il bisogno di confessare i suoi peccati a Dio. “Purificami con issopo, e sarò puro; lavami, e sarò più bianco della neve… Oh Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo” (vv 7). Giovanni disse che Dio “è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9). Hai peccato? Un nuovo inizio è a portata di preghiera. 
 
2. Quando siamo preoccupati e spaventati. Non occorre andare lontano per trovare i guai: sono ovunque. Le preoccupazioni economiche, di salute, familiari e professionali riescono a stressarci e metterci ansia. A chi rivolgerci? La preghiera è la risposta di Dio alla paura e all’ansietà. “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vo- stre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:6-7).
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Come Gesù tratta il peccato

“NEPPURE IO TI CONDANNO; VA’ E NON PECCARE PIÙ” GIOVANNI 8:11

“Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna colta in adulterio… gli dissero: “Maestro… Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?… Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra… E, siccome continuavano a interrogarlo, Egli, alzato il capo, disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei” …Gesù, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: “Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?” 
 
Ella rispose: “Nessuno, Signore.” E Gesù le disse: “Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più” (vv 3-7, 10-11). Quel giorno Gesù dimostrò tre cose: 1. L’ipocrisia di due pesi e due misure. Poiché la donna fu “colta in flagrante”, certamente sapevano chi fosse anche l’uomo. Ancora oggi c’è discriminazione che condanna una donna a causa del suo passato e giustifica un uomo dicendo: “Si stava solo dando alla pazza gioia”. I farisei usavano le pietre, noi le parole, ma la vittima rimane ferita comunque. 
 
2. Chi è davvero autorizzato a giudicare. “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei.” Chi era l’unico uomo senza peccato tra loro quel giorno? Gesù! Perciò solo lui è autorizzato a giudicare. 3. Puoi risorgere dal tuo passato. “Va e non peccare più.” Si può parafrasare “Va, e siccome hai avuto un incontro con Gesù, puoi risorgere dal tuo passato.”
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Come ci guida Dio

“LA TUA PAROLA È UNA LAMPADA AL MIO PIEDE E UNA LUCE SUL MIO SENTIERO.” SALMO 119:105

Le parole “La tua parola è una lampada al mio piede” presuppongono che si cammini secondo la volontà di Dio e non secondo i propri pensieri, desideri o impulsi. Le parole “è una luce sul mio sentiero” significano che non si può andare ovunque si voglia; occorre seguire il sentiero che Dio ha stabilito per noi. Non si sbaglierà mai a consultare le Scritture per avere indicazioni, ma assicuriamoci di considerare le parole nel contesto. 
 
Non usare il metodo “del vento attraverso la finestra”, per cui si apre la Bibbia, si aspetta che il vento soffi, si chiudono gli occhi, si indicano dei versetti e si dice: “Questa è la guida di Dio.” Facendo così, potresti imbatterti nel versetto “Giuda se ne andò ad impiccarsi”, e considerarlo per te! Vorresti che il medico dal quale vai per un disturbo, senza nemmeno visitarti ti dica, “è la cistifellea”? Gli chiederesti: “Come fa a saperlo?” E lui: “Beh, mi sono seduto pochi minuti fa alla finestra e ho confidato che Dio soffiasse sulle pagine del mio tomo di anatomia per il suo problema e l’argomento era “cistifellea”. 
 
Te ne andresti a gambe levate, vero? Alcuni individui praticano questa sorta di voodoo teologico poi finiscono nei guai e dicono: “Mi ha guidato Dio”, mentre Dio non ha niente a che vedere con le loro scelte. Ogni volta che si legge la frase Scritturale “Questa è la volontà di Dio”, stai sicuro che quella è la Sua volontà. Se disubbidisci, ne soffrirai; se ubbidisci, sarai benedetto.
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La storia della Bibbia

MA LA PAROLA DEL SIGNORE RIMANE IN ETERNO. E QUESTA È LA PAROLA DELLA BUONA NOTIZIA CHE VI È STATA ANNUNZIATA.” 1 PIETRO 1:25

Nel XIV secolo non c’era una singola copia della Bibbia in inglese! Era disponibile solo in latino, la lingua del clero e del suo entourage. In seguito, un eminente professore di teologia all’università di Oxford disse: “Questo non è giusto. La gente deve essere in grado di leggere la Bibbia nella propria lingua.” I capi ecclesiasti lo bollarono di eresia e di essere uno strumento del diavolo. Come Noè che puntò i chiodi nell’arca mentre la gente si beffava di lui, così John Wycliffe iniziò a tradurre le Scritture mentre una marea di persecuzioni lo circondavano. 
 
Quando finalmente completò la traduzione della Bibbia, scrisse sulla prima pagina della prima Bibbia in inglese: “Questa Bibbia è tradotta e renderà possibile il governo del popolo, dal popolo e per il popolo.” Cinquecento anni dopo, il presidente Abraham Lincoln prese in prestito questa dichiarazione per il suo famoso “Discorso di Gettysburg.” Trent’anni dopo la sua morte, Wycliffe fu di nuovo dichiarato eretico; riesumarono il corpo, le sue ossa furono arse e le sue ceneri gettate in un fiume. 
 
Un contemporaneo descrive così la scena: “Così questo ruscello ha consegnato le sue ceneri nel fiume Avon, l’Avon nel Severn, il Severn nelle acque del Canale di Bristol, e da lì nell’oceano. Così le ceneri… sono il simbolo della sua dottrina… ora… divulgata in tutto il mondo.” Ecco perché Pietro scrive: “La parola del Signore rimane in eterno. E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunziata.”
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Concentrati sulla visione che Dio ti ha dato

“IO NON SONO STATO DISUBBIDIENTE ALLA VISIONE CELESTE” ATTI 26:19

 Quando Dio ti dà una visione di ciò che vuole che tu faccia, dovrai andare contro corrente. La società vuole tenerti in una scatola. La maggior parte delle persone è mentalmente sposata allo status quo. Vogliono ciò che era, non ciò che può essere. Cercano sicurezza e risposte semplici. Quindi, per aprire nuove strade, devi dire a te stesso che tu puoi condurre la tua vita in un modo diverso. Paolo dice: “Non sono stato disubbidiente alla visione celeste”. Era la sua ardente passione e il fulcro centrale della sua vita. 
 
Si alzava ogni mattina pensandoci e ogni notte andava a letto pensandoci. E alla fine della sua vita, ha potuto dire: “Ho finito la corsa. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). Nessuno raggiunge grandi cose diventando un generalista. Che la tua visione sia quella di costruire una grande famiglia, o una grande chiesa, o concludere un grande affare, o un grande “qualsiasi cosa”, devi concentrarti su di esso. L’autore Harry A. Overstreet scrive: “La mente immatura salta da una cosa all’altra; la mente matura cerca di seguire e andare fino in fondo”. 
 
Ogni area della tua vita merita un tempo di riflessione in concentrazione? No. Sii selettivo, non esaustivo nel tuo pensiero. Che cosa ti ha chiamato a fare Dio? Qual è il tuo ruolo? Quali set di abilità devi affinare? Quali conoscenze devi acquisire? Quali relazioni devi costruire? La prima domanda che Paolo fece quando Dio gli diede la sua visione fu: “Cosa vuoi che faccia?” (cfr. Atti 9:6). E oggi, questa è la domanda che devi porre a Dio anche tu.
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Passi per vincere le tue preoccupazioni

“IO RICONOSCO CHE TU PUOI TUTTO” GIOBBE 42:2

Giobbe perse la ricchezza, la salute e i figli. Il libro che ha scritto è una conversazione tra lui e Dio. All’inizio, Giobbe dice: “State at- tenti alle repliche delle mie labbra” (Giobbe 13:6). Giobbe si sta chiedendo: “Perché mi è successo tutto questo”? In questo momento è totalmente concentrato su sé stesso. 
 
Ma a metà del libro, si nota un approccio diverso che nasce dalla maturità spirituale acquisita da Giobbe. Invece di ragionare, decide di appoggiarsi sulla Parola di Dio: “Ma la via che io percorro egli la conosce; se mi mettesse alla prova, ne uscirei come l’oro. Il mio piede ha seguito fedelmente le sue orme, mi sono tenuto sulla via senza deviare; non mi sono scostato dai comandamenti delle sue labbra, ho custodito nel mio cuore le parole della sua bocca” (Giob-
be 23:10-12). 
 
Con l’ultimo capitolo, Giobbe ha deciso di fidarsi completamente di Dio: “Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno… Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l’occhio mio ti ha visto” (Giobbe 42:2,5). Giobbe è finalmente arrivato al punto in cui può dire: “Mi fido di Dio; Non c’è bisogno di preoccuparsi!” 
 
Dopo nove mesi di preoccupazioni, domande e ragionamenti, decide che non ha bisogno di risposte a tutte le sue domande, ha solo bisogno di sapere che Dio si prende cura di lui. E la sua storia si conclude con queste parole: “Il Signore lo ristabilì nella condizione di prima e gli rese il doppio di tutto quello che già gli era appartenuto” (v. 10). Ecco, questi sono i passaggi per vincere le tue preoccupazioni!
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