Come ci guida Dio

“LA TUA PAROLA È UNA LAMPADA AL MIO PIEDE E UNA LUCE SUL MIO SENTIERO.” SALMO 119:105

Le parole “La tua parola è una lampada al mio piede” presuppongono che si cammini secondo la volontà di Dio e non secondo i propri pensieri, desideri o impulsi. Le parole “è una luce sul mio sentiero” significano che non si può andare ovunque si voglia; occorre seguire il sentiero che Dio ha stabilito per noi. Non si sbaglierà mai a consultare le Scritture per avere indicazioni, ma assicuriamoci di considerare le parole nel contesto. 
 
Non usare il metodo “del vento attraverso la finestra”, per cui si apre la Bibbia, si aspetta che il vento soffi, si chiudono gli occhi, si indicano dei versetti e si dice: “Questa è la guida di Dio.” Facendo così, potresti imbatterti nel versetto “Giuda se ne andò ad impiccarsi”, e considerarlo per te! Vorresti che il medico dal quale vai per un disturbo, senza nemmeno visitarti ti dica, “è la cistifellea”? Gli chiederesti: “Come fa a saperlo?” E lui: “Beh, mi sono seduto pochi minuti fa alla finestra e ho confidato che Dio soffiasse sulle pagine del mio tomo di anatomia per il suo problema e l’argomento era “cistifellea”. 
 
Te ne andresti a gambe levate, vero? Alcuni individui praticano questa sorta di voodoo teologico poi finiscono nei guai e dicono: “Mi ha guidato Dio”, mentre Dio non ha niente a che vedere con le loro scelte. Ogni volta che si legge la frase Scritturale “Questa è la volontà di Dio”, stai sicuro che quella è la Sua volontà. Se disubbidisci, ne soffrirai; se ubbidisci, sarai benedetto.
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La storia della Bibbia

MA LA PAROLA DEL SIGNORE RIMANE IN ETERNO. E QUESTA È LA PAROLA DELLA BUONA NOTIZIA CHE VI È STATA ANNUNZIATA.” 1 PIETRO 1:25

Nel XIV secolo non c’era una singola copia della Bibbia in inglese! Era disponibile solo in latino, la lingua del clero e del suo entourage. In seguito, un eminente professore di teologia all’università di Oxford disse: “Questo non è giusto. La gente deve essere in grado di leggere la Bibbia nella propria lingua.” I capi ecclesiasti lo bollarono di eresia e di essere uno strumento del diavolo. Come Noè che puntò i chiodi nell’arca mentre la gente si beffava di lui, così John Wycliffe iniziò a tradurre le Scritture mentre una marea di persecuzioni lo circondavano. 
 
Quando finalmente completò la traduzione della Bibbia, scrisse sulla prima pagina della prima Bibbia in inglese: “Questa Bibbia è tradotta e renderà possibile il governo del popolo, dal popolo e per il popolo.” Cinquecento anni dopo, il presidente Abraham Lincoln prese in prestito questa dichiarazione per il suo famoso “Discorso di Gettysburg.” Trent’anni dopo la sua morte, Wycliffe fu di nuovo dichiarato eretico; riesumarono il corpo, le sue ossa furono arse e le sue ceneri gettate in un fiume. 
 
Un contemporaneo descrive così la scena: “Così questo ruscello ha consegnato le sue ceneri nel fiume Avon, l’Avon nel Severn, il Severn nelle acque del Canale di Bristol, e da lì nell’oceano. Così le ceneri… sono il simbolo della sua dottrina… ora… divulgata in tutto il mondo.” Ecco perché Pietro scrive: “La parola del Signore rimane in eterno. E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunziata.”
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Concentrati sulla visione che Dio ti ha dato

“IO NON SONO STATO DISUBBIDIENTE ALLA VISIONE CELESTE” ATTI 26:19

 Quando Dio ti dà una visione di ciò che vuole che tu faccia, dovrai andare contro corrente. La società vuole tenerti in una scatola. La maggior parte delle persone è mentalmente sposata allo status quo. Vogliono ciò che era, non ciò che può essere. Cercano sicurezza e risposte semplici. Quindi, per aprire nuove strade, devi dire a te stesso che tu puoi condurre la tua vita in un modo diverso. Paolo dice: “Non sono stato disubbidiente alla visione celeste”. Era la sua ardente passione e il fulcro centrale della sua vita. 
 
Si alzava ogni mattina pensandoci e ogni notte andava a letto pensandoci. E alla fine della sua vita, ha potuto dire: “Ho finito la corsa. Ormai mi è riservata la corona di giustizia” (2 Timoteo 4:7-8). Nessuno raggiunge grandi cose diventando un generalista. Che la tua visione sia quella di costruire una grande famiglia, o una grande chiesa, o concludere un grande affare, o un grande “qualsiasi cosa”, devi concentrarti su di esso. L’autore Harry A. Overstreet scrive: “La mente immatura salta da una cosa all’altra; la mente matura cerca di seguire e andare fino in fondo”. 
 
Ogni area della tua vita merita un tempo di riflessione in concentrazione? No. Sii selettivo, non esaustivo nel tuo pensiero. Che cosa ti ha chiamato a fare Dio? Qual è il tuo ruolo? Quali set di abilità devi affinare? Quali conoscenze devi acquisire? Quali relazioni devi costruire? La prima domanda che Paolo fece quando Dio gli diede la sua visione fu: “Cosa vuoi che faccia?” (cfr. Atti 9:6). E oggi, questa è la domanda che devi porre a Dio anche tu.
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Passi per vincere le tue preoccupazioni

“IO RICONOSCO CHE TU PUOI TUTTO” GIOBBE 42:2

Giobbe perse la ricchezza, la salute e i figli. Il libro che ha scritto è una conversazione tra lui e Dio. All’inizio, Giobbe dice: “State at- tenti alle repliche delle mie labbra” (Giobbe 13:6). Giobbe si sta chiedendo: “Perché mi è successo tutto questo”? In questo momento è totalmente concentrato su sé stesso. 
 
Ma a metà del libro, si nota un approccio diverso che nasce dalla maturità spirituale acquisita da Giobbe. Invece di ragionare, decide di appoggiarsi sulla Parola di Dio: “Ma la via che io percorro egli la conosce; se mi mettesse alla prova, ne uscirei come l’oro. Il mio piede ha seguito fedelmente le sue orme, mi sono tenuto sulla via senza deviare; non mi sono scostato dai comandamenti delle sue labbra, ho custodito nel mio cuore le parole della sua bocca” (Giob-
be 23:10-12). 
 
Con l’ultimo capitolo, Giobbe ha deciso di fidarsi completamente di Dio: “Io riconosco che tu puoi tutto e che nulla può impedirti di eseguire un tuo disegno… Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l’occhio mio ti ha visto” (Giobbe 42:2,5). Giobbe è finalmente arrivato al punto in cui può dire: “Mi fido di Dio; Non c’è bisogno di preoccuparsi!” 
 
Dopo nove mesi di preoccupazioni, domande e ragionamenti, decide che non ha bisogno di risposte a tutte le sue domande, ha solo bisogno di sapere che Dio si prende cura di lui. E la sua storia si conclude con queste parole: “Il Signore lo ristabilì nella condizione di prima e gli rese il doppio di tutto quello che già gli era appartenuto” (v. 10). Ecco, questi sono i passaggi per vincere le tue preoccupazioni!
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La tua coppa traboccante di benedizioni

“LA MIA COPPA TRABOCCA” SALMI 23:5

Davide scrive: “Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza. Per me tu imbandisci la tavola sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo; la mia coppa trabocca” (Salmi 23:4-5). 
 
Dio non ha promesso di non dover mai affrontare la morte, la paura, il male o dei nemici. Lui ha semplicemente detto che, nonostante tutto questo, e qualche volta anche in mezzo a loro, la tua coppa non avrebbe smesso di traboccare della sua benedizione. La prossima volta che verserai il thè o il caffè fino all’orlo, fino a farlo uscire dalla tazza, capirai che cosa vuol dire “traboccare”. Il tuo Dio è il Dio dell’abbondanza. 
 
Paolo scrive, “Dio è potente da far abbondare su di voi tanta grazia affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quello che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona” (2 Corinzi 9:8). Egli ti impregna della Sua gioia e della Sua pace “affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo” (Romani 15:13). Dio elargisce la Sua gioia in abbondanza, ti fa “esultare di gioia ineffabile e gloriosa” (1 Pietro 1:8). 
 
Egli elargisce abbondantemente anche la Sua pace, Lui dona “la pace di Dio che supera ogni intelligenza” (Filippesi 4:7). Quindi, quando stai lottando per riuscire ad arrivare a fine mese, o hai paura del futuro, guardati nello specchio e ripeti a te stesso: “Dio è la mia fonte; Lui è più che sufficiente, la mia coppa trabocca”. Non fare questo solo nei momenti di bisogno o di crisi, fa che que- sto diventi la tua abitudine quotidiana.
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Dio è colui che provvede per te

“PER ME TU IMBANDISCI LA TAVOLA” SALMI 23:5

La prossima volta che ti siederai alla tua tavola per mangiare un piatto delizioso, fermati un secondo e pensa a quante persone ci sono volute affinché questo fosse possibile. Innanzitutto, un contadino lo ha coltivato o lo ha al- levato; un’azienda di trasformazione alimentare lo ha preparato e confezionato; un’azienda di autotrasporti lo ha spedito; un negozio di alimentari lo ha venduto; qualcuno ha pagato il prezzo per comprarlo, poi lo ha cucinato e messo sul tavolo. 
 
Ci sono molti anelli in questa catena, ma il primo anello è Dio. Dio è Colui che ha creato la terra, la semenza ed il bestiame. Senza di Lui, avresti sempre molta fame. Ecco perché ogni volta che ti siedi a tavola, è giusto ed appropriato “rendere grazie” o ringraziarLo. Quando qualcuno ti mette del cibo davanti, per il tuo nutrimento e per il piacere di mangiarlo, è comunemente considerato buona educa-zione rispondere dicendo: “Grazie”. Ecco un promemoria dal cielo: “Ogni cosa buona ed ogni dono perfetto vengono dall’alto”. (Giacomo 1:17). Forse stai pensando: “Ma ho lavora- to sodo per quello che ho”. 
 
E quindi pensi che devi essere lodato per la tua etica del lavoro e il tuo impegno. Ma questa non è la fine della storia; ecco il resto: “Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d’animo orgoglioso, di non riporre la propria speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo; di fare del bene, di arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare” (1Timoteo 6:17-18). Quando Dio dice di essere “generosi nel donare, pronti a dare”, sta semplicemente dicendo: “Proprio come Io sono stato il dispensatore di tutte le tue benedizioni, ora esci e condividi quelle benedizioni con gli altri”.
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Lascia che Dio ti guidi

“MI CONDUCE PER SENTIERI DI GIUSTIZIA”. SALMO 23:3

  La vita è piena di scelte, decisioni e possibilità. È anche piena di persone con opinioni forti che cercheranno di dirti in che direzione dovresti andare. Se potessimo riportare indietro le lancette del tempo, quasi tutti noi modificheremmo alcune delle nostre scelte passate perché ci hanno portato a trovarci sulla via dell’”errore” piuttosto che della “rettitudine”. 
 
Le pecore graviteranno verso qualsiasi cosa attiri i loro istinti, come un cespuglio di bacche, anche se le porterà lontane dal gregge e dalle cure protettive del pastore. Pensano di conoscere la strada giusta quando non ne hanno la minima idea. Domanda: Hai seguito i tuoi desideri e i tuoi istinti piuttosto che il tuo pastore? 
 
Forse dici: “Ma Dio mi ha dato un cervello da usare”. Certo, e devi svilupparlo. Ma è limitato e potrà solo guidarti fino a un certo punto. Lo Spirito Santo desidera portarti oltre quei limiti. “Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio” (Romani 8:14). Come ci guida Dio? Oggettivamente attraverso la Sua Parola, e soggettivamente attraverso il Suo Spirito. Mentre leggi la Sua Parola, ascolti la Sua voce e mentre “ti riposi” (Salmo 23:2), Egli imprime nel tuo cuore ciò che vuole che tu faccia. 
 
Se hai preso la strada sbagliata, rivolgiti a Dio e Lui ti guiderà di nuovo sulla strada giusta. Se dici: “Dio parlerebbe davvero con qualcuno come me”? La risposta è Sì, «Egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori… va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce» (Giovanni 10:3-4). Oggi, lascia che Dio ti guidi!
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Non “speriamo!” ma “sicuramente”

“CERTO, BENI E BONTÀ M’ACCOMPAGNERANNO TUTTI I GIORNI DELLA MIA VITA” SALMI 23:6

 Il salmista non usa parole come ““forse” o “magari” o “probabilmente” o “si spera”. No, dice “Certo, Sicuramente”, usa un termine di certezza. “Sicuramente” significa assolutamente; senza dubbio! Ci sono molte cose nella vita di cui non puoi essere sicuro. Vai a fare un controllo medico e scopri di avere un cancro. 
 
Lavori nella stessa azienda da anni credendo che il tuo lavoro sia sicuro, ma c’è un ridimensionamento e tutto ciò che ti rimane è una lettera di licenziamento. Preghi per i tuoi figli, vivi una vita esemplare davanti a loro e insegni loro cosa è giusto, poi ti ritrovi alla stazione di polizia a cercare di tirarli fuori dal carcere perché sono stati arrestati per guida in stato di ebbrezza o per uso di droga. Come figlio redento di Dio, qui ci sono due cose di cui puoi essere certo: la “bontà e la misericordia” di Dio. 
 
Qual è il tuo concetto di Dio? Questa è una domanda importantissima, quindi pensaci prima di rispondere. Il tuo concetto di Dio determinerà la tua fiducia in Lui. Davide era tutt’altro che perfetto. In effetti, alcune delle sue azioni sarebbero finite sulle prime pagine dei giornali scandalistici. Ma non ha mai dubita- to della bontà e della misericordia di Dio nei suoi confronti: “So che Dio è per me» (Salmi 56:9). 
 
Gesù ha detto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). La sua bontà ti assicura che ogni tuo bisogno piò essere soddisfatto e la sua misericordia ti garantisce che ogni peccato che commetti può essere perdonato. Proprio come i cani da pastore conducono le pecore smarrite nell’ovile, così la bontà e la misericordia di Dio ti riporteranno ogni volta tra le Sue braccia amorevoli.
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Usa il tuo dono

“CIASCUNO SECONDO IL DONO CHE HA RICEVUTO, LO METTA AL SERVIZIO DEGLI ALTRI” 1 PIETRO 4:10

La Bibbia dice: “Ciascuno secondo il dono che ha ricevuto, lo metta al servizio degli altri. Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo” 
(I Pietro 4:10). 
 
Forse, potrai non avere la fortuna di lavorare dove possono essere utilizzati i tuoi doni, ma dovresti iniziare a muoverti in quella direzione. Paolo lavorò come fabbricante di tende per finanziare la sua chiamata di predicatore. Quindi, se sai di essere una persona creativa con attitudine per il design e le arti visive e al momento sei esasperato dal tuo lavoro di contabile, forse è il momento di riconsiderare i tuoi obiettivi di carriera. 
 
Se ti piace risolvere i problemi quando il tuo computer si blocca, ma attualmente lavori come pasticcere, è tempo di fare un passo indietro e rivalutare la tua situazione. Forse la tua passione principale attualmente non ti permette di guadagnarti da vivere quindi è per questo che lavori in un campo non correlato ad essa. Per ora va bene. Ma i tuoi obiettivi devono rimanere orientati a seguire la chiamata di Dio. 
 
Mosè trascorse due terzi della sua vita a prepararsi per il suo vero incarico, guidando i figli d’Israele nella terra promessa. Dio non spreca mai la tua esperienza. Spesso la saggezza che raccogli da un lavoro che non vorresti fare ti equipaggia per avere successo in quello che farai; l’unico che Dio ha scelto per te. Quindi continua a crescere e continua a credere in Dio. Poi, quando Egli aprirà la porta, sarai pronto per attraversarla.
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Dietro cosa ti stai nascondendo?

“SI E’ NASCOSTO TRA I BAGAGLI” 1 SAMUELE 10:22

Quando Samuele andò a presentare il primo re d’Israele al popolo, si scoprì che Saul era “nascosto tra i bagagli”. La parola ebraica per “bagagli” simboleggia le limitazioni che ti autoimponi e che ti impediscono di affrontare il lavoro che Dio ti chiama a svolgere. Ecco alcune limitazioni: 1. La sensazione di inadeguatezza. La prima risposta di Saul, quando comprese di essere stato scelto come re fu questa: “Non sono io un Beniamita, di una delle tribù più piccole d’Israele? 
 
La mia famiglia è la più piccola fra tutte le famiglie della tribù di Beniamino. Perché dunque mi parli così?” (I Samuele 9:21). Finché non riuscirai a scorgere Dio nel progetto, ti sentirai sempre “meno di”. Quindi, al posto di concentrarti sulle tue debolezze e su ciò che non sai fare, concentrati piuttosto sull’ “immensità della sua potenza” (Efesini 1:19). 2. La paura di quello che gli altri potrebbero pensare. Lo scrittore dei Proverbi dice che “La paura degli uomini è una trappola” (Proverbi 29:25) e Saul ci cadde a capofitto! 
 
Quando Samuele lo affrontò per dirgli che non era riuscito ad annientare gli Amalechiti, lui rispose, “ho temuto il popolo e ho dato ascolto alla sua voce” (I Samuele 15:24). Dio nella Sua Parola ci rassicura dicendo: “«Io non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così noi possiamo dire con piena fiducia: «Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l’uomo?»” (Ebrei 13:5-6). Una volta che afferri questa verità e ti aggrappi ad essa, realizzerai che non c’è nulla di cui avere paura. 
 
3. Essere eccessivamente pragmatico. La Bibbia dice: “Un uomo di animo doppio è instabile in tutte le sue vie” (Giacomo 1:8). Saul era esattamente così. Nel momento in cui non ha ricevuto da Dio le indicazioni su cosa fare ha deciso di consultare un sensitivo. E nonostante aver promesso di non far del male a Davide, non ha mai smesso di inseguirlo. L’adattabilità è una cosa lodevole, ma Dio richiede coerenza ed impegno.
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