Prova a fare un pisolino rinvigorente

“QUANDO TI CORICHERAI… IL TUO SONNO SARÀ DOLCE” PROVERBI 3:24

Dio ha costruito degli specifici fattori scatenanti nel nostro corpo per farci sapere quando è il momento di fuggire dalla coscienza. E le persone sagge ascoltano quelle tracce. Tra I più famosi nella storia di coloro che sono soliti fare un pisolino rinvigorente abbiamo: Albert Einstein, Thomas Edison, e Winston Churchill. C’è un motivo se le tue palpebre iniziano a cedere verso le 2:00 del pomeriggio. I muscoli elevatori, che tengono costantemente le tue palpebre aperte, si arrendono e implorano una pausa a causa di una sostanza chimica chiamata adenosina, che si raccoglie nel tuo cervello quando sei sveglio, si accumula e ti fa sentire assonnato. 
 
Di conseguenza, il tuo corpo desidera ardentemente il sonno per permettere all’adenosina di disperdersi, donandoti un sollievo immediato. Uno studio pubblicato negli Annali della Medicina Interna, conferma che le persone che riposano per almeno trenta minuti al giorno, tre volte a settimana, sono per un terzo meno a rischio di morire di malattie al cuore. Un’ulteriore ricerca suggerisce che fare un riposino può aumentare la creatività e la memoria. Il neuro scienziato cognitivo William Fishbein dice che spesso durante un riposino breve, il nostro cervello effettivamente continua a lavorare per risolvere problemi e formulare nuove idee. Questo ci aiuta a spiegare perché Mozart, dichiarava di aver composto musica nei suoi sogni. 
 
Gli studi inoltre mostrano come un piccolo pisolino extra possa aiutare il controllo del peso, il che significa che puoi dimagrire russando! La grelina, un ormone prodotto nel nostro intestino, ci dice che abbiamo fame e scatena il desiderio di dolci, cibi salati e amidi, tutte cose brutte! Invece, quando dormiamo di più, il nostro colon immagazzina meno grelina, e la nostra fame di cibo spazzatura diminuisce. Nelle scritture, Gesù non solo fa frequenti pause, lui incoraggia anche i suoi discepoli a seguire l’esempio. Quindi, prova a fare un pisolino rinvigorente.
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Cerca la direzione di Dio

“AFFIDA AL SIGNORE LE TUE OPERE, E I TUOI PROGETTI AVRANNO SUCCESSO” PROVERBI 16:3

Come seguace di Gesù Cristo, la tua direzione non dovrebbe provenire dagli uomini ed essere confermata da Dio, ma dovrebbe provenire da Dio ed essere confermata dagli uomini. La Bibbia dice: “All’uomo spettano i disegni del cuore, ma la risposta della lingua viene dal Signore. Tutte le vie dell’uomo a lui sembrano pure, ma il Signore pesa gli spiriti. Affida al Signore le tue opere, e i tuoi progetti avranno successo. Il Signore ha fatto ogni cosa per uno scopo; anche l’empio, per il giorno della sventura” (vv 1-4). 
 
Forse sei in grado di fare quello che qualcun altro ha fatto e farlo anche meglio. Ma Dio ti ha chiamato a fare quella cosa particolare? Prima che tu segua la guida di qualcun altro, fai queste cose: 1. Cerca la sorgente della loro saggezza. “Il Signore, infatti, dà la saggezza; dalla sua bocca provengono la scienza e l’intelligenza. Egli tiene in serbo per gli uomini retti un aiuto potente, uno scudo per quelli che camminano nell’integrità, allo scopo di proteggere i sentieri della giustizia e di custodire la via dei suoi fedeli. Allora comprenderai la giustizia, l’equità, la rettitudine e tutte le vie del bene” (Proverbi 2:6-9). 
 
2. Controlla i loro motivi. Giovanni scrive, “E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti” (Apocalisse 20:12). Uno di questi libri potrebbe essere “il libro delle motivazioni”? E se così fosse, le tue azioni e realizzazioni reggerebbero davanti allo scrutino divino? 3. Controlla il risultato che stanno perseguendo. Se cerchi il successo per avere potere e prestigio, o cerchi ricchezze solo per avere comfort, tu violi uno dei principi cardine della parola di Dio: Tu sei benedetto per essere una benedizione per altri.
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Impara a controllare la tua rabbia

“IL SENNO RENDE L’UOMO LENTO ALL’IRA ED EGLI CONSIDERA UN SUO ONORE PASSARE SOPRA LE OFFESE” PROVERBI 19:11

 Quando ti arrabbi, ecco che cosa devi sapere: non è un disturbo psicologico; tutti si arrabbiano. E non è necessariamente un peccato. Come un fiume che scorre veloce, può generare un’energia costruttiva o distruttiva, ed essere scatenata negativamente o imbrigliata positivamente. La rabbia è comunemente fraintesa come qualcosa che ci viene indotta da altri o dalle circostanze. Diciamo, “Non potevo smettere; mi hanno premuto il pulsante!” “Che cosa potevo farci? Ha attivato il mio animo irlandese!” (Un’affermazione fatta anche da italiani, ispanici, tedeschi, inglesi, scandinavi e di ogni altro paese.) 
 
Allo stesso modo, nell’Eden, Adamo disse: “E ‘stata la donna che mi hai messo accanto a farlo!” Dal peccato iniziale, sosteniamo di essere vittime delle persone, del diavolo, della circostanza che esulano il nostro controllo, una credenza che diventa una profezia autorealizzante, a causa della quale ci
sentiamo senza aiuto e alla mercé di forze esterne. Che cosa dice la parola di Dio a proposito della nostra rabbia? “Il senno rende l’uomo lento all’ira.” Questo significa che quando le persone di buon senso si arrabbiano, controllano le loro emozioni. Non importa quali fattori esterni inneschino la rabbia, la reazione è sempre una risposta interna. “Il frutto dello Spirito è… autocontrollo” (Galati 5:22-23). 
 
Rimanere ripieni dello Spirito di Dio è la chiave per gestire la rabbia. Invece di alimentare la tua rabbia dicendo a te stesso, “Non puoi farla franca trattandomi cosi”, prova a pensare, “Non importa che cosa dici o fai, lo Spirito di Dio vive in me ed io ho autocontrollo!” La Bibbia dice, “La grazia di Dio… e ci insegna a rinunciare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo” (Tito 2:11-12). Quindi, impara a controllare la tua rabbia.
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Le gioie del cielo (3)

“NON CI SARÀ PIÙ LA MORTE, NÉ GRIDO, NÉ DOLORE” APOCALISSE 21:4

A volte descriviamo la morte come “passare il Giordano.” Questo perché il fiume Giordano scorre nel Mar Morto. La storia narra di un’anziana signora cristiana che stava morendo. Per la maggior parte della sua vita, la malattia l’aveva confinata a letto o su una sedia a rotelle. La famiglia si era riunita per dirle addio. Tenendole la mano, uno dei nipoti chiese, “Hai paura di morire?” Con lacrime di gioia lei rispose, “No, non ho paura di morire perché mio padre possiede la terra di entrambi i lati del fiume.” 
 
Che risposta! In cielo non ci sarà malattia, o depressione, o dolore, o solitudine, o paura, o afflizione, o ogni altra cosa che rende la vita sulla terra difficile. La parola di Dio dice, “Ma per voi che avete timore del mio nome spunterà il sole della giustizia, la guarigione sarà nelle sue ali” (Malachia 4:2). Isaia scrive: “I riscattati dal Signore torneranno, verranno a Sion con canti di gioia; una gioia eterna coronerà il loro capo; otterranno gioia e letizia; il dolore e il gemito scompariranno” (Isaia 35:10). 
 
Quando perdiamo un nostro caro, la domanda emerge, “Lo vedrò in cielo; lo riconoscerò?” Si! In cielo saprai di più di quello che conosci sulla terra. Paolo risponde, “Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto” (1 Corinzi 13:12). Il cielo sarà la più grande riunione di famiglia di tutti i tempi. Ed ecco la parte più bella di tutte: noi non saremo mai più separati.
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Le gioie del cielo (2)

“LA SUA LUNGHEZZA ERA UGUALE ALLA LARGHEZZA… ERA DODICIMILA STADI” APOCALISSE 21:16

La prossima volta che ti sentirai soffocato e hai bisogno di spazio, leggi questo: “E la città era quadrata, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza; egli misurò la città con la canna, ed era dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l’altezza erano uguali” (v. 16). C’è un’area di oltre due milioni di miglia quadrate, che rende la nuova Gerusalemme più grande dello stato del Texas. Infatti, è circa quattro volte più grande dello stato dell’Alaska, e più della metà di tutti gli Stati Uniti! 
 
Una città così grande è tutto tranne che affollata e scomoda. Ed ecco una cosa ancora più incredibile: è alta millecinquecento miglia! Non ci sono limiti di spazio. E questo conferma quello che Gesù ha detto riguardo al cielo: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore… io vado a prepararvi un luogo” (Giovanni 14:2). Dato che lo stesso Dio che ha creato la terra ha anche realizzato il cielo, e dato che Paolo disse che il cielo sarebbe stato “molto meglio” (Filippesi 1:23), pensa al posto più bello che tu abbia mai visitato e moltiplica l’immagine all’infinito. 
 
Giovanni nell’Apocalisse lo descriveva con queste parole: “Il suo splendore era simile a quello di una pietra preziosissima, come una pietra di diaspro cristallino” (Apo- calisse 21:12). Una notte, un ragazzino, mentre teneva la mano di suo padre e guardava in alto le stelle, disse al padre, “Se il lato sbagliato del cielo è tanto bello, come dev’essere il lato giusto?” Gesù è morto così che tu potessi andare in cielo. Ma non ci vai per casualità; ci vai per scelta. Quindi, hai posto la tua fiducia in Cristo per essere il tuo salvatore? Se è così, ci vediamo lì!
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Le gioie del cielo (1)

“SIAMO CITTADINI DEL CIELO.” FILIPPESI 3:20

La storia racconta di un pastore che ha chiesto alla sua chiesa, “Quanti di voi vogliono andare in cielo?” tutti alzarono la loro mano eccetto un ragazzino. Il pastore disse, “Figliolo, non vuoi andare in cielo?” lui rispose, “Si, ma pensavo che stessi mettendo in piedi un gruppo per andarci ora!”. Siamo onesti, noi non pensiamo o parliamo molto del cielo fino a quando un nostro caro muore, o diventiamo anziani e sentiamo di aver compiuto il nostro mandato qui in terra.
 
Allora sentiamo uno strattone che ci spinge verso il cielo. E dovremmo sentirlo. In media, passiamo circa settanta o ottant’anni qui, mentre passeremo l’eternità in cielo. “Saremo sempre con il Signore” (1 Tessalonicesi 4:17). Qui sulla terra otteniamo una scheda di valutazione mista; a volte facciamo bene, altre volte non molto bene. Ma in cielo, saremo semplicemente come Gesù. “La nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria” (Filippesi 3:20-21). 
 
Lewis C. S. scrisse che in cielo ognuno di noi sarà una “splendente, radiante, creatura immortale, pulsando ovunque con tale grande energia e gioia e saggezza e amore che non possiamo immaginarci adesso.” Tutti i patriarchi, profeti e predicatori che incontriamo nella Bibbia desideravano il cielo. Zaccaria lo descrive con queste parole: “Saranno come pietre di un diadema, che rifulgeranno sulla terra” (Zaccaria 9:16-17). Domanda: se dovessi morire oggi, andresti in cielo? Si, andresti, se metti la tua fiducia in Cristo Gesù.
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Passi verso il perdono (2)

“PERDONATE, E SARETE PERDONATI” LUCA 6:37

Ecco altri tre passi per il perdono: 1. Accettare le persone per quello che sono e non cercare di cambiarle. Tu dici, “Lo perdonerò solo se cambierà.” Questo ti tiene legato a loro, ossessionato da quello che hanno fatto e dal bisogno che agiscano in una maniera che tu approvi. Niente rende le persone meno volenterose a cambiare di quando provi a controllarle e di quando pretendi che rispettino le tue richieste. Cambiare le persone non è il tuo lavoro, è quello di Dio! 
 
Il tuo compito è scegliere di perdonare e lasciare il risultato nelle mani di Dio. La formula per la guarigione è semplice: perdona, lascia andare e lascia agire Dio. 2. Guarda al tuo debitore come uno strumento di Dio per la tua crescita. È facile perdonare qualcuno quando smetti di vederlo come un agente di satana mandato per distruggerti, e inizi a vederlo come uno strumento di Dio per svilupparti. La vita di Giuseppe parla di questo principio. Il percorso che lo portò dalla fossa al palazzo era lastricato di ingiustizia, delusione e tradimento. Ma Dio usò ogni circostanza dolorosa per portarlo al suo destino. E Dio lo può fare anche per te. 
 
3. Prova a riconciliarti con il tuo debitore. La riconciliazione è la natura di Dio. “Infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo” (Romani 5:10). E quello che Dio ha fatto per te, vuole che tu lo faccia con chiunque ti sia ostile. Gesù fece della riconciliazione la priorità principale dicendo, “Lascia li la tua offerta davanti all’altare e va prima a riconciliarti… poi vieni ad offrire la tua offerta” (Matteo 5:24). Si, richiederà altruismo e umiltà da parte tua, ma il guadagno ne varrà l’investimento!
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Passi verso il perdono (1)

“SOPPORTATEVI GLI UNI GLI ALTRI E PERDONATEVI A VICENDA” COLOSSESI 3:13

La miseria del vivere senza perdono nel tuo cuore dura sempre di più del dolore dell’offesa. Sempre! Quando resti ancorato al rancore, apri la porta alla depressione e alla malattia fisica. Il perdono porta guarigione alle tue ferite e ti restituisce la gioia. Ecco due passi che ti aiuteranno a perdonare: 1. Ricorda che sei stato perdonato incondizionatamente. Ricorda la grazia di Dio nei tuoi confronti, e il prezzo pagato per il tuo perdono. 
 
Rifiutando di mostrare misericordia, sei come l’uomo al quale Gesù perdonò un debito enorme, ma che non voleva perdonare il debito di un altro uomo nei suoi confronti (cfr. Matteo 18:23-34). La grazia che Dio ha elargito su di te non ti lascia nessuna possibilità di rifiutare la stessa grazia a chi ti ha ferito. 2. Rimetti al responsabile il debito che ti deve. Potresti essere totalmente nel giusto nel dire “Mi deve per quello che ha fatto!” I tuoi amici potrebbero essere d’accordo. La legge potrebbe essere dalla tua parte, e potresti pensare che l’unico modo in cui il tuo debitore possa “imparare che cos’è giusto” sia fargli pagare lo sbaglio fatto. 
 
Ma fino a quando ti aggrapperai alla tua giustizia, sarai incatenato al passato e il passato ti terrà in trappola, avrà il controllo su te e terrà in ostaggio il tuo futuro. Il peccato del tuo debitore contro di te è stato pagato dallo stesso amore sacrificale che ha cancellato il debito del tuo peccato; quindi, anche lui ha lo stesso bisogno e diritto di perdono che hai tu. E c’è di più; il perdono non vale solo per il loro beneficio, ma anche per il tuo: “Perdonate, e sarete perdonati” (Luca 6:37).
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Oggi dai i tuoi problemi a Dio

“GETTA SUL SIGNORE IL TUO AFFANNO, ED EGLI TI SOSTERRÀ” SALMO 55:22

 Se cresci attraversando momenti difficili, automaticamente farai una di queste due cose: 1. Credere più fermamente in Dio perché hai sperimentato la sua fedeltà. 2. Preoccuparti, pensare e parlare incessantemente dei “se” della vita. E ve sono molti a cui pensare, perché il futuro rimane nelle mani di Dio e non nelle tue. È possibile che una cosa ti sembri più grande di quello che in realtà sia. Questa è l’essenza della preoccupazione. 
 
È come una palla di neve; inizia piccola, ma man mano che rotola e rotola nella tua mente, diventa più grande e ancora più grande fino ad avere la forza di seppellirti. Qual è la risposta? “Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento” (Proverbi 3:5). Riempi il tuo cuore con la parola di Dio. Poi sviluppa l’abitudine di lasciare che quello che c’è nel tuo cuore diventi più reale di quello che vedi, pensi o senti. Puoi decidere di pensare a quello che Dio può fare piuttosto che a quello che non puoi fare tu. Se continui ad ossessionarti con la difficoltà della tua situazione, finirai per angosciarti. In altre parole, ti sentirai in trappola. 
 
Quando questo accade, è facile entrare in panico e iniziare a fare cose irrazionali, che faranno solo peggiorare il problema. Invece, “Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli.” La parola sostenere significa rafforzare, supportare. Forse Dio non ti tirerà fuori dalla situazione immediatamente, ma la sua grazia ti sosterrà per attraversare tutto. Oggi, dai il tuo problema a Dio.
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Quando il tuo meglio non è abbastanza

“MAESTRO…SECONDO LA TUA PAROLA” LUCA 5:5

Potresti dire: “Che cos’è successo al verso in Galati 6 che promette che tutto quello che semini raccogli? Io ho dato il meglio di me. Ho avuto fiducia, ho fatto dei sacrifici, ho fatto la cosa giusta, e non ho raccolto nulla. Sia che si tratti di una mancanza di raccolto nelle tue finanze, nel lavoro, nel matrimonio, con i tuoi figli o nel ministero, è scoraggiante e a volte ti fa venire voglia di mollare. I discepoli erano pescatori esperti. Avevano pescato tutta la notte; eppure, non avevano preso nulla, erano scoraggiati. 
 
Ed è in quel momento che Gesù apparve! Quando pensavano che non ci fosse più nulla che si potesse fare, lui entrò nella loro barca. E ancora oggi lavora in questo modo. Fino a quando crederai di poter gestire la situazione da solo, Gesù sa che continuerai a provarci. Quindi lui aspetterà fino a che tu non abbia esaurito le risorse e riconoscerai che non hai più opzioni; solo allora lui arriverà. “Prendi il largo, e gettate le vostre reti per pescare” (Luca 5:4). Pietro rispose “Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati e non abbiamo preso nulla.” Forse Pietro stava pensando, “Signore tu sei il predicatore, ma io sono un pescatore professionale. Se ci fosse stato qualcosa là fuori, l’avrei catturato.” 
 
Gesù stava dicendo, “Questa volta, prova a modo mio!” Pietro rispose, “Maestro… secondo la tua parola, getterò le reti”. Ed è in quel momento che il miracolo avvenne. Qualsiasi cosa Pietro pensasse o sentisse, obbedì a Gesù comunque. Questo succede quando la tua situazione inizia a cambiare. Quando sei senza indizi e senza speranza, e pensi che non ci sia una via d’uscita, rimani fermo e ascolta e Gesù ti dirà che cosa fare. E quando lo fa, anche se hai delle domande, di solo così: “Maestro, perché tu lo dici, obbedirò.” Dopo, preparati per i risultati che solo Dio può dare.
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