In allenamento per qualcosa di migliore

“TUTTE LE COSE COOPERANO AL BENE DI QUELLI CHE AMANO DIO.” ROMANI 8:28

Quando Giuseppe fu gettato in prigione, fu dura per lui immaginare come quella strada lo avrebbe condotto all’adempimento del suo sogno, ma così fu. Questo perché Dio aveva un piano per la sua vita. Ed Egli ne ha uno anche per te! Il tuo attuale lavoro potrebbe essere la preparazione per il vero lavoro che Dio ha in mente per te. Forse non oggi o domani, ma, se rimani fedele, arriverà in tempo e riconoscerai come Dio ha guidato i tuoi passi (cfr. Salmo 37:23). Rifiuta di abbracciare ogni forma di vittimismo che potrebbe rubarti il tuo appagamento. Il tuo lavoro, nonostante le difficoltà, avrebbe potuto essere il sogno dei tuoi progenitori. Non hai pregato per il lavoro per il quale ti stai lamentando? Per quanto difficile possa essere da accettare, sei dove sei per una ragione e per una stagione.

Perciò studia, segui corsi, dai esami, prendi un diploma o una laurea, e procedi verso ciò che Dio ha riservato per te. Ci sono certe qualità che hai bisogno di acquisire per passare dalla tua attuale posizione alla successiva. Come competenze specifiche o crescita caratteriale. Forse hai bisogno di imparare come usare il computer e i social media, insieme a pazienza e gratitudine. O forse hai bisogno di capire come gestire un ufficio, e allo stesso tempo i tuoi sbalzi di umore. Quando sei guidato da Dio, nessuna esperienza è sprecata perché “Tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno” (Romani 8:28). Dio sa quello che sta facendo, fidati di Lui; Egli si usa di ogni esperienza per condurre a compimento la Sua volontà e completare la nostra gioia.
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Costruire relazioni sane

“EGLI GUARISCE CHI HA IL CUORE SPEZZATO E FASCIA LE LORO PIAGHE.” SALMI 147:3

Se ti stai riprendendo da una cattiva relazione, è sbagliato buttarsi in un’altra. Persone poco sane fanno scelte malsane. Alcune ferite ci mettono più tempo di altre a risanarsi, ma puoi contare su questa promessa: “Egli guarisce chi ha il cuore spezzato e fascia le loro piaghe.” Dio ti sta chiedendo di dargli un’occasione. Inizia dal prenderti del tempo a ricercare la Sua Parola per capire che cosa Egli prova per te. La Sua opinione è l’unico fondamento affidabile su cui costruire la tua autostima. Se un Dio perfetto e completamente a conoscenza delle tue difficoltà e dei tuoi difetti può amarti, il messaggio è: rilassati! Tu puoi amare, ed essere amato, con la stessa integrità con cui ami te stesso.

La prossima volta assicurati che le tue scelte non siano dettate dal bisogno o dalla paura di rimanere da solo. E fa attenzione: se non ti valorizzi, attrarrai persone che non ti valorizzano: persone che ti useranno per i loro scopi. Tu meriti di meglio, perciò resisti! Insegni agli altri come farti trattare sulla base di come tratti te stesso. E mentre guarisci spiritualmente ed emotivamente, comincerai a vedere le scelte poco sane che hai fatto in passato. Se alcuni escono dalla tua vita, falli andare. A volte devi rinunciare a poco per ottenere di più. Egli aspetta che i tuoi valori e la percezione che hai di te stesso siano in linea con Lui e con la Sua percezione di te. Perciò, vai avanti passo dopo passo, un giorno alla volta. E ricorda di gioire, il meglio deve ancora venire!
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Combinazione di due famiglie

“VIVETE IN PACE.” 2 CORINZI 13:11

La famiglia Brady è un famoso show televisivo dove una mamma e un papà con sei figli creano una grande famiglia felice senza conflitti e rivalità. Il problema è che raramente va in questo modo. Perciò, se hai in programma di risposarti, ecco tre sfide da affrontare con l’aiuto di Dio: 1. È normale che i bambini vedano matrigna o patrigno come un usurpatore. La loro fedeltà alla memoria del genitore defunto può essere intensa. Per loro accogliere un nuovo arrivato è come un atto di tradimento. Questo può mettere il genitore acquisito in difficoltà. 2. È molto comune per un bambino occupare il vuoto lasciato dal genitore che è mancato e vedere sé stesso come un coniuge surrogato. Lo status e il potere di questo ruolo è veramente forte, il giovane può non essere disposto a rinunciarvi.

3. Ognuno di noi si sente inconsciamente più legato alle persone del proprio sangue. Perciò quando sorgono dei conflitti in famiglia, i genitori sono quasi sempre parziali con chi hanno messo al mondo. E quando i bambini percepiscono questa tensione tra i genitori, alcuni cercano di girarla a proprio favore. Ecco perché, statisticamente, seconde e terze nozze hanno più probabilità di fallimento rispetto alle prime. Ma c’è una buona notizia: “A Dio ogni cosa è possibile” (Matteo 19:26). Cosa dovresti fare? Chiedere una consulenza professionale il prima possibile. Si, ha dei costi, ma un divorzio ti costerebbe di più. E includi Dio, Egli può donarti la pazienza, la saggezza e l’amore di cui hai bisogno. “Vivete in pace, e il Dio d’amore e di pace sarà con voi” (2 Corinzi 13:11).
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Gestire la tentazione alla maniera di Cristo (2)

“ALLORA IL DIAVOLO, DOPO AVER FINITO OGNI TENTAZIONE, SI ALLONTANÒ DA LUI FINO A UN MOMENTO DETERMINATO.” LUCA 4:13

Notate: 1. La tentazione arriva quando sei solo e senza aiuto. Proprio come il lupo che spia le pecore che vagano lontano dalla sicurezza dell’ovile, quando si abbandona la comunione cristiana e si ci allontana dagli altri credenti, il nemico si rallegra. Dirai: “Ma ho sempre il Signore con me.” Sì, ma ecco come la Bibbia insegna a vincere le tentazioni: “Se uno tenta di sopraffare chi è solo, due gli terranno testa; una corda a tre capi non si rompe così presto” (Ecclesiaste 4:12). Siamo nati e poi nati di nuovo per percorrere questo cammino con gli altri. Paolo scrive: “Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra… l’occhio non può dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; né il capo può dire ai piedi: “Non ho bisogno di voi.” (1 Corinzi 12:14,21).

Camminare al passo con altri cristiani aumenta la protezione contro satana. 2. L’arma più grande nell’ora della tentazione è conoscere la Parola di Dio. Gesù respinse gli attacchi di satana citandola. Satana è privato di ogni forza davanti a un credente che dichiara “E’ scritto!” Bisogna decidere di assumere una posizione, ma è la posizione sulla Parola di Dio che fa ritirare il nemico. Quando satana avvicinò Gesù, Egli non cercò sulla Bibbia: citò la Parola che conosceva a memoria. Ecco la chiave alla tua vittoria. Giovanni dice: “Ragazzi, vi ho scritto perché avete conosciuto il Padre. Padri, vi ho scritto perché avete conosciuto colui che è fin dal principio. Giovani, vi ho scritto perché siete forti, e la parola di Dio rimane in voi, e avete vinto il maligno.” (1 Giovanni 2:14).
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Gestire la tentazione alla maniera di Cristo (1)

“… PER QUARANTA GIORNI, DOVE ERA TENTATO DAL DIAVOLO.” LUCA 4:1

Ecco da Gesù alcune “dritte” pratiche per gestire la tentazione: 1. Le tue tentazioni sono come quelle a cui anche Lui è stato sottoposto. “Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza com- mettere peccato.” (Ebrei. 4:15). Tu dirai: “Si, però non sai quanto sono terribili le mie tentazioni.” Hai ragione, non lo so; ma Gesù sì. Il fatto che “è stato tentato come noi in ogni cosa” significa che ci è passato, ha sentito la sollecitazione, ha capito la nostra vulnerabilità in prima persona. Ti puoi rivolgere a Lui quando arriva la tentazione con la certezza che Egli ha già percorso quel cammino e ti aiuterà. 2. La tentazione spesso arriva dopo una vittoria spirituale. Gesù era appena stato battezzato; lo Spirito Santo era disceso su di Lui; Dio dichiarò il Suo compiacimento in Suo Figlio: ed ecco che satana colpì a tutta forza (cfr. Matteo 3: 16-17; 4: 1-11).

Momenti spirituali di alto valore possono far abbassare la guardia e esporci all’attacco. Paolo dice: “Perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere.” (1 Corinzi 10:12). Le persone spesso si schiantano e si bruciano proprio dopo grandi realizzazioni. I ministri di culto, per esempio, possono essere soggetti alla tentazione dopo aver pronunciato un potente sermone. 3. La tentazione giunge quando sei esausto. Quaranta giorni senza mangiare debilitarono Gesù fisicamente. Quando le risorse sono esaurite, si diventa un bersaglio per l’attacco. La mancanza di sonno, una dieta non salutare, un sovraccarico di lavoro, mancanza di esercizio fisico, l’ansietà e lo scoraggiamento possono aprire le porte alla tentazione. Quando ti senti giù di morale, la tua concentrazione vacilla, la tua consapevolezza è minata, la soglia spirituale si abbassa e non stai in guardia contro gli approcci e gli schemi del nemico. La Bibbia dice: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.” (1 Pietro 5:8).
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Attenzione a non avere un atteggiamento elitario (3)

“UMILIATEVI DUNQUE… AFFINCHÉ EGLI VI INNALZI A SUO TEMPO.” 1 PIETRO 5:6

Hai mai guardato dall’alto in basso qualcuno che non ha gli stessi vantaggi di cui godi tu? Ti senti superiore agli altri in alcuni aspetti? Pensi che fare pare di una certa denominazione ti ponga su un gradino speciale? Forse il tuo fisico ben scolpito ti fa sentire superiore alla massa di obesi. E che cosa mi dici se sei un membro ben conosciuto nella tua comunità? Pensi di dover sempre essere scortato in prima fila nelle assemblee? Se è così è tempo di sottomettere il tuo atteggiamento allo Spirito Santo. Tuttavia, quando si tratta di elitarismo, c’è un altro lato della medaglia. È possibile etichettare una persona o un intero gruppo come elitari soltanto perché godono di un particolare beneficio che consideri intimidatorio o alienante a causa dei dubbi che hai su te stesso, o perché cerchi di migliorare la tua immagine agli occhi degli altri.

È ciò che fanno i politici. Un candidato potrebbe accusare di elitarismo un avversario solo perché ha accesso alle ricchezze della famiglia, la laurea di un’università prestigiosa, amici di alto profilo o influenti. Di conseguenza, quell’avversario accusa l’altro di voler conquistare i colletti blu e di essere in mala fede a proposito di quanto siano regolari e senza pretese. In ultima analisi, non è ciò che fai ma ciò in cui credi che determina se il tuo atteggiamento sia o meno elitario. La verità è che è facile individuare l’orgoglio negli altri, ma non in noi stessi. Ecco perché Pietro scrive: “Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo”.
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Attenzione a non avere un atteggiamento elitario (2)

“NON IO PERÒ, MA LA GRAZIA DI DIO CHE È CON ME.” 1 CORINZI 15:10

Ogni volta che pensi che qualcuno sia inferiore a te, perché non appartiene alla tua etnia, denominazione, genere sensuale, gruppo sociale, mostri un atteggiamento elitario. La discriminazione affonda le radici nell’orgoglio e, “Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili.” (Giacomo 4:6). Ecco due esempi biblici dell’atteggiamento “non sono dei nostri”: 1. Quando Dio versò il Suo Spirito sui settanta anziani che guidavano Israele, profetizzarono tutti. Due di loro non erano pre- senti quando ciò avvenne. Più tardi Giosuè li vide profetizzare e lo riferì a Mosè: “Allora Giosuè, figlio di Nun, servo di Mosè fin dalla sua giovinezza, prese a dire: “Mosè, signor mio, non glielo permettere!” Ma Mosè gli rispose: “Sei geloso per me? Oh, fossero pure tutti profeti nel popolo del SIGNORE, e volesse il SIGNORE mettere su di loro il suo Spirito!” (Numeri 11:28-29).

Giosuè credeva che solo un gruppo esclusivo potesse essere idoneo. 2. “Giovanni gli disse: “Maestro, noi abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome, [e che non ci segue;] e glielo abbiamo vietato perché non ci seguiva.” Ma Gesù disse: “Non glielo vietate, perché non c’è nessuno che faccia qualche opera poten- te nel mio nome, e subito dopo possa parlar male di me. Chi non è contro di noi, è per noi” (Marco 9:38-40). Se escludi gli altri o ti senti superiore in qualsiasi aspetto della vita, leggi queste parola di Paolo: “Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di tutti loro; non io però, ma la grazia di Dio che è con me.” (1 Corinzi 15:10).
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Attenzione a non avere un atteggiamento elitario (1)

“CIASCUNO DI VOI CHE NON ABBIA DI SÉ UN CONCETTO PIÙ ALTO DI QUELLO CHE DEVE AVERE.” ROMANI 12:3

Paolo scrive: “Ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l’uno dell’altro. Avendo pertanto carismi differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo carisma di profezia, profetizziamo conformemente alla fede” (vv.3-6). Paolo ci sta insegnando un principio importante: “Non avere un atteggiamento elitario”! Se siete elitari, dovete affrontare la verità che ogni vantaggio o favore che godete è un dono di Dio (cfr.1 Corinzi 4:7). Qualsiasi cosa Dio vi abbia dato o concesso di compiere non deve mai essere usato per esaltare voi stessi.

Anche se pensate di esserci riusciti da soli, leggete queste parole e prendetele a cuore. “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome.” (Filippesi 2:3-9).
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Non ti auto-giustificare

“CIASCUNO DI VOI CHE NON ABBIA DI SÉ UN CONCETTO PIÙ ALTO DI QUELLO CHE DEVE AVERE.” ROMANI 12:3

“Due uomini salirono al tempio per pregare; uno era fariseo, e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così dentro di sé: “O Dio, ti ringrazio che io non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri; neppure come questo pubblicano. Io digiuno due volte la settimana; pago la decima su tutto quello che possiedo. Ma il pubblicano se ne stava a distanza e non osava neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!” Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s’innalza sarà abbassato, ma chi si abbassa sarà innalzato” (Luca 18:10-14).

La lezione di tutto ciò è questa: Dio ha più tolleranza per un peccatore onesto, che per un Cristiano che si auto-giustifica. Quando il fariseo si congratulava con sé stesso per i peccati che non commetteva, come imbrogli, adulterio, etc., era colpevole del peccato di orgoglio spirituale. Domanda: quale buon comportamento è fonte di orgoglio per te? Misuri gli altri secondo i tuoi successi e attribuisci loro un punteggio di conseguenza? L’unico successo che ci rende accettabili a Dio si basa su quello di Cristo sulla croce: “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (2 Corinzi 5:21). La giustizia che ci salva è stata imputata, non guadagnata. Perciò non ti auto-giustificare!
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Critichi gli altri?

“UN PECCATO CHE ABBIAMO STOLTAMENTE COMMESSO.” NUMERI 12:11

Se pensi che criticare gli altri sia solo l’esercizio del tuo diritto alla libertà di parlare e non sia niente di grave, considera queste tre cose: 1. Dio considerò un peccato quando Aronne e Miriam criticarono Mosè per aver sposato una donna etiope. Colpì Miriam con la lebbra e Aronne si pentì rapidamente: “Un peccato che abbiamo stoltamente commesso, e di cui siamo colpevoli.” Sì, Dio guarì Miriam, ma non prima che fosse pubblicamente messa in imbarazzo. 2. La tendenza a criticare rovinerà le tue relazioni. “Il SIGNORE rispose a Mosè: “Stia dunque isolata fuori dell’accampamento sette giorni; poi, vi sarà di nuovo ammessa.” (v.14). La lebbra era contagiosa e coloro che ne erano affetti, stavano in quarantena. Ecco una lezione: quando diventi noto per il tuo atteggiamento critico, la gente ti terrà a distanza.

È una questione di fiducia: sanno che se parli con loro degli altri, parlerai con altri di loro. 3. Un atteggiamento critico rallenta il progresso di tutti. “Maria, dunque, fu isolata fuori dell’accampamento sette giorni, e il popolo non si mise in cammino finché Maria non fu riammessa nell’accampamento” (v.15). Ti sei mai trovato nella situazione in cui per colpa di qualcuno l’intera organizzazione di un evento è stata rallentata e rovinata per tutti? 4. Un atteggiamento critico nuoce alla tua relazione con Dio: “Oh SIGNORE, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte? Colui che è puro e agisce con giustizia, e dice la verità come l’ha nel cuore; che non calunnia con la sua lingua, né fa male alcuno al suo vicino, né insulta il suo prossimo. Non dà il suo denaro a usura, né accetta regali a danno dell’innocente. Chi agisce così non sarà mai smosso” (Salmo 15:1-3, 5).
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