Costruisci la tua vita sulla parola di Dio

“IL SIGNORE NON SI È SCELTO QUESTI.” 1 SAMUELE 16:10

Davide aveva sette fratelli. Quando giunse il momento di scegliere un re per sostituire Saul, Samuele pensava che chiunque tra loro sarebbe stato un re migliore di Davide. Ma Dio li scartò tutti e sette. Perché? Perché: 1. Essi avevano l’aspetto ma non l’essenza spirituale. Dio spiegò a Samuele: “L’uomo guarda all’apparenza, ma il Signore guarda al cuore” (v.7). L’essenza spirituale di Davide si fondava su anni spesi con Dio. Il grido del suo cuore era: “Come la cerva desidera i corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio” (Salmo 42:1). 2. Non avevano avuto personali esperienze con Dio a cui fare riferimento. Il leone e l’orso erano stati grandi e Golia lo era ancor di più. Ma Davi- de non era intimorito. “Il Signore, che mi liberò dalla zampa del leone e dalla zampa dell’orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo” (1 Samuele 17:37).

Non ci sono battaglie insignificanti. Quelle piccole ti equipaggiano per quel- le grandi che stabiliscono la tua sorte; perciò, rimani saldo sulle tue “esperienze con Dio.” Il modo in cui rispondi in una crisi è determinato dalle esperienze che hai avuto con Lui. 3. Era- no facilmente influenzabili dagli altri. I fratelli di Davide permisero che le paure di chi li circondava corrodessero la loro fede. La paura è contagiosa; se la ascolti abbastanza a lungo ne rimarrai infetto. No, non dovresti essere isolato dal mondo, ma è necessario che tu sia isolato dalle sue influenze negative. Ascoltando Golia, i fratelli di Davide si terrorizzarono, ma Davide non ebbe paura. Perciò a chi stai dando ascolto oggi? Comprendi l’opinione di Dio e costruisci la tua vita su di essa; permetti alla sua Parola di risolvere ogni questione.

Non puoi cambiare le persone

“LA SPERANZA INSODDISFATTA FA LANGUIRE IL CUORE.” PROVERBI 13:12

Forse pensi, “Per certo un uomo o una donna possono cambiare quando incontrano il compagno giusto.” No, non è così. Solo Dio può cambiare le persone, e tu non sei Dio! Inoltre, quando “hai bisogno di essere necessario”, potresti fare scelte di relazioni disastrose nella vita. Forse hai ascoltato storie di persone che hanno sperimentato un cambiamento radicale attraverso il loro matrimonio. Ma la verità è che la forza di cambiare deve venire dall’interno delle persone stesse, non da te. Quando provi a cambiare il tuo coniuge, non funziona, e alla fine la tua speranza per un cambiamento ti rende “malato”. In “The Message”, Eugene Peter- son parafrasa così le parole di Salomone: “Una delusione inesorabile ti lascia il cuore spezzato.” Quando continui a desiderare e ad immaginare qualcosa che non si materializza mai, sei affranto.

Allora inizi a creare scuse per ciò che non funziona nella relazione, anche quando è ovvio a tutti coloro che ti circondano. Le giuste decisioni sulle relazioni non sono basate sulla speranza. Aggiungi a ciò il fatto che le persone di fede spesso provano a spiritualizzare ogni questione. Nel nome della “fede” essi sminuiscono i loro istinti ed ignorano le loro sensazioni. Questo non è avere fede in Dio! La fede in Dio dovrebbe essere proprio questo, fede in Dio, appunto. Non in uomini o donne fallibili, perché ci deluderanno. Dio dà a ciascuno di noi una volontà, ma non ci forza nel cambiare. Il cambiamento deve provenire dall’interno di ciascuno di noi appena accettiamo la grazia che Dio largisce su di noi ogni giorno. “Il Signo- re le aprì il cuore [di Lidia, n.d.r.] per renderla at- tenta alle cose dette da Paolo” (Atti 16:14). Ecco la migliore opzione: Prega per loro, e lascia che Dio apra il loro cuore e li cambi!

Il tuo amore per Dio si è raffreddato?

“MA HO QUESTO CONTRO DI TE: CHE HAI ABBANDONATO IL TUO PRIMO AMORE!” APOCALISSE 2:4

Una delle lettere di Paolo è per la chiesa degli Efesini. Era una chiesa spirituale, dottrinalmente valida, esemplare nell’amore per Cristo. Anni dopo, Gesù disse a quella stessa chiesa: “Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi” (vv.4-5). Il tuo amore per Dio si è raffreddato? Allora devi ritornare lì dove lo hai incontrato la prima volta e ricercalo di nuovo come hai fatto prima di aver sentito così tanto e visto così tanto; prima che le pressioni della vita ti portassero giù. “Ma io sono occupato nel fare l’opera di Dio”, dirai. Fai attenzione; l’affatica- mento e la sterilità vanno di pari passo! Tre volte Gesù chiese a Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”

Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?” E gli rispose: “Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti vo- glio bene”. Gesù gli disse: “Pasci le mie pecore” (Giovanni 21:17). Oswald Chambers scrive: “Fai attenzione a tutto ciò che compete con la fedeltà a Gesù Cristo. Il più grande concorrente della devozione a Gesù è il servizio per Lui.” Quando Pietro decise di andare a pescare quella notte, potrebbe aver deciso di allontanarsi da tutto e tornare là dove aveva incontrato per la prima volta il Signore. Sarebbe stata una buona mossa cercare lì il Signore! Quando ti scoraggi, puoi decidere di tornare da Colui che può salvare, custodire e soddisfare, o tornare a quello che era la tua vita prima di incontrarlo. Quest’ultima non è una buona mossa! Perché? Perché la Bibbia dice che Pietro pescò tutta la notte e non catturò nulla.

Inizia bene la tua giornata

“ABRAAMO … ANDÒ DAVANTI AL SIGNORE.” GENESI 19:27

Abramo è conosciuto come “L’amico di Dio” (Giacomo 2:23). Che onore! Ma il se- greto della sua grandezza è facile da sottovalutare: “Abraamo si alzò la mattina presto e andò al luogo dove prima si era fermato davanti al Signore.” Egli iniziò la sua giornata con Dio. Già! Il modo in cui ti svegli la mattina dà il tono alla tua giornata. Quindi prova così: per prima cosa, domani, rimani da solo con Dio un paio di minuti e riesamina i tuoi piani per la giornata. Mentre li consideri, avrai qualche preoccupazione. Basta consegnarle a Lui. Forse noterai un particolare problema per il quale sei in pensiero. Chiedi a Dio la saggezza.

La Bibbia dice che Egli te la darà generosamente (cfr. Giacomo 1:5). Se non ti dà una risposta immediata, ricorda che è perché vuole che ti fidi di Lui. Egli ha qualcosa in men- te, qualcosa a cui non hai pensato ancora. Tanti di noi cominciamo la giornata ansiosi, preoccupati, impauriti o in tensione. Ma non devi! Inizierai comunque la tua giornata; perché non farlo con Dio? Avrai in ogni caso un primo pensiero, quindi perché non lasciare che appartenga a Dio, davanti al quale fuggono tutte le nostre ansietà? Nel caso di una brutta giornata, fermati e chiedi a te stesso: “Ho iniziato questo giorno con Dio oppure ho dimenticato di includerlo?” Ecco due Scritture che dovresti considerare: “O Signore… al mattino ti offro la mia preghiera e attendo un tuo cenno” (Salmo 5:3). “Saziaci al mattino della tua grazia e noi esulteremo, gioiremo tutti i nostri giorni” (Salmo 90:14).

Continua a pregare per il tuo “figlio problematico”

“PADRI … ISTRUITELI NEL SIGNORE.” EFESINI 6:4

Se pur avendo cresciuto ognuno dei tuoi figli allo stesso modo, uno di loro si rivelasse esse- re un ragazzo problematico, che cosa dovresti fare? 1. Pregare per ricevere saggezza. “La casa si costruisce con la saggezza e si rende stabile con l’intelligenza” (Proverbi 24:3). Non essere ossessionato da un figlio e non tra- scurare gli altri. Riduci la tua preoccupazione sul tuo figlio problematico. Invece di provare continuamente a correggerlo, goditi tutti i tuoi figli e guarda le cose migliorare. 2. Dio non ha creato due fiocchi di neve uguali, e nemmeno due figli. Alcuni ragazzi difficili semplicemente maturano più tardi; ciascuno cresce a ritmi e in modi diversi, concedi loro il tempo di cui hanno bisogno. 3. Molte famiglie hanno figli problematici e questi ultimi ci mettono a disagio non facendo le cose come il resto della famiglia.

Che cosa dovresti fare? Accetta ciò che non ti piace di loro fino a quando Dio li cambia o insegna alla famiglia un amore maturo, incondizionato e senza bisogno di con- trollo verso di loro. 4. Fai il tuo meglio e chiedi a Dio di fare il resto. I figli del profeta Samuele “Non seguivano le sue orme, ma si lasciavano sviare dall’avidità, accettavano regali e pervertivano il giudizio” (1 Samuele 8:3). Sì, è stato imbarazzante e deludente, ma nessuna accusa di fallimento genitoriale è fatta a carico di Samuele. Egli fu un uomo devoto come non mai. Eppure, quando le cose si sono messe male, i suoi figli hanno scelto di non seguire le sue orme e di non abbracciare i suoi valori. 5. Per quanto disfunzionale possa essere tuo figlio, la sua più grande risorsa è un genitore che risponde per fede, non cercando di siste- mare ogni cosa; pregando, non indagando; e che si tolga di mezzo, lasciando agire Dio.

Sela: “Fermatevi e riflettete con calma”

“DIO LA RENDERÀ STABILE PER SEMPRE. SELA.” SALMO 48:8

Per settantuno volte nel libro dei Salmi leggiamo la parola “Sela” alla fine di un brano. Che cosa significa? “Fermarsi e riflettere con calma.” Non puoi andare di fretta e cogliere la rivelazione della Bibbia. Non puoi scoprire il te- soro nascosto in essa solo sfiorando la superficie. Questo è il motivo per cui Davide scrisse: “Ti ho cercato con tutto il mio cuore; non lascia- re che mi allontani dai tuoi comandamenti. Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te” (Salmo 119:10-11). Quando custodisci la Parola di Dio nel tuo cuore at- traverso la meditazione e la memorizzazione, sei in grado di contare su di essa quando hai un bisogno particolare. La meditazione implica prendere tempo per riflettere; “Fermarsi e riflettere con calma.”

È un metodo collaudato che Dio ha messo a punto per te. Egli vuole che tu impari a pregare e a meditare sulle Scritture perché queste abitudini ti aiuteranno a sperimentare tutto ciò che Egli ha in serbo per te. La cosa più importante che puoi chiedere a te stesso quando affronti le sfide della vita è questa: “Che cosa dice Dio su questo argo- mento nella Sua Parola?” Perché è così impor- tante farsi questa domanda? Leggi queste due Scritture, e troverai la risposta: “La Tua parola è stabile nei cieli” (Salmo 119:89). “La Parola del nostro Dio dura per sempre” (Isaia 40:8). La Parola di Dio è il suo volere! Quando Dio chiamò Geremia come profeta, Geremia espresse delle riserve circa le sue capacità. Perciò Dio rispose: “Ecco, io ho messo le mie parole nella tua bocca” (Geremia 1:9). Successivamente disse a Geremia: “Io vigilo sulla mia parola per mandarla a effetto” (v. 12). L’unica cosa su cui puoi contare con certezza è che Dio mantiene la sua Parola. Sela!

Allena la tua gioia (2)

“DICO QUESTE COSE … AFFINCHÉ ABBIANO COMPIUTA IN SÉ STESSI LA MIA GIOIA.” GIOVANNI 17:13

Ecco altri due modi per aumentare il livello della tua gioia: 1. Comincia a servire gli altri. Finché vivi con la presunzione che gli altri dovrebbero servirti, il tuo misuratore di gioia segnerà “vuoto”. Gesù disse che è nel donare la tua vita agli altri, che trovi vita in abbondanza (cfr. Marco 8:35). Paolo ci ricorda: “Servendo con benevolenza, come se serviste il Signore e non gli uomini, sapendo che ognuno, quando abbia fatto qualche bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore” (Efesini 6:7-8). Le persone più felici sono solitamente troppo occupate ad aiutare gli altri per chiedere a se stesse: “Sono felice?” Trova una causa più grande del fine personale e riversaci dentro la tua vita. Se lo fai, la tua eredità andrà oltre la durata della tua vita.

2. Condividi la tua fede con qualcuno. “Così, vi dico, v’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede” (Luca 15:10). La tua più grande gioia nella vita deriva del credere in Cristo come tuo Salvatore. La seconda gioia più grande verrà dal portare altri a Lui. Immagina di con- dividere la tua fede con altri. Possono non rispondere in quel momento, ma hai comunque piantato il seme della Parola di Dio. Nel tempo, essi affidano la loro vita a Cristo. Forse non lo verrai a sapere. Ma immagina che in cielo ti incontrino e dicano: “Ti voglio ringraziare per averci dedicato del tempo. Sono qui perché hai avuto abbastanza pre- mura da parlarmi di Gesù.” Forse dici: “Ho perso la mia gioia.” Ti chiedo: quando è sta- ta l’ultima volta che hai condiviso la tua fede con qualcuno o lo hai portato a Cristo?

Allena la tua gioia (1)

“IL MIO CUORE ESULTA.” SALMO 28:7

La gioia è come un muscolo; più la alleni, più diventa forte. Ecco due esercizi per aiutarti a sviluppare la gioia interiore: 1. Prova a mostrare più gratitudine. “In ogni cosa rendete grazie” (1 Tessalonicesi 5:18). Nota bene, non dice di essere grato per tutte le circostanze, ma in esse. Hans Seyle, il padre degli studi moderni sullo stress, dice che la gratitudine produce più energia emotiva rispetto a qualsiasi altro atteggiamento. Quindi cerca più modi per esprimere gratitudine. Manda un’e-mail o fai una telefonata a qualcuno per dire loro quanto significhino nella tua vita. E ricorda di esprimere gratitudine a Dio. Il salmista dice: “Lo celebrerò con il mio canto” (Salmo 28:7). Se non sei naturalmente una persona gioiosa, comincia a cantare lodi a Dio e osserva il tuo atteggiamento cambiare.

2. Trova occasioni per donare. “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20:35). Qualcuno ha scherzosamente detto: “Quando si tratta di donare, molte persone si fermeranno a niente.” Che cosa rivela la Bibbia? “Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso” (2 Corinzi 9:7). Perché? Per- ché siete più simili a Dio quando date e Lui non dà a malincuore. Il tuo dare di fatto determina quanto ricevi da Dio! La Bibbia dice che quando dai a Lui la prima decima del tuo guadagno, Egli “aprirà le cateratte del cielo e riverserà su di voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla” (Malachia 3:10). Non puoi supera- re Dio. Come disse un vecchio contadino: “Io uso la pala per riempire il granaio di Dio, e Lui usa la sua per riempire il mio, ma Dio ha una pala più grande.”

Come essere benedetti nel lavoro (4)

“I TESORI DI EMPIETÀ NON FRUTTANO.” PROVERBI 10:2

In fine, per essere benedetto sul lavoro, devi praticare: l’onestà. Non è saggio rubare, anche se non sei mai stato scoperto. “I tesori di empietà non fruttano.” Si può rubare e farla franca, ma non ne trarresti beneficio. “La ricchezza male acquistata va diminuendo, ma chi accumula a poco a poco, l’aumenta” (Proverbi 13:11). Non puoi fare la cosa sbagliata e ottenere un buon risultato. Non solo avrai difficoltà tu, le porterai anche a coloro che ti amano e si fidano di te. “Chi è avido di lucro turba la sua casa, ma chi odia i regali vivrà” (Proverbi 15:27). Potresti perdere il lavoro, rovinare la tua reputazione, essere umiliato, affrontare spese processuali e conseguenze legali per i quali la tua famiglia dovrà pagare e finire nella vergogna, tutto ciò influenzerà negativamente l’affetto dei tuoi figli.

Il tuo coniuge merita un partner onesto. I tuoi figli meritano un esempio da seguire, fiduciosi che il cammino che tu percorri sia sicuro anche per loro. Il commentatore radiofonico Paul Harvey ha affermato che il 40% dei lavoratori americani ammettono di rubare a lavoro, e il 25% di loro si sente giustificato nel farlo. Essi lo razionalizzano dicendo: “Tutti lo fanno, perché io non dovrei… Il capo può permetterselo, non ne perderà… L’azienda me lo deve, sto solo prendendo ciò che è mio… Me lo merito, ho lavorato sodo e non sono mai stato riconosciuto.” Che cosa ha da dire Dio? “L’empio fa un’opera illusoria, ma chi semina giustizia ha una ricompensa sicura” (Proverbi 11:18). Quando inganni il tuo datore di lavoro, la Bibbia dice che tu sei un “empio”. Fra tutti, datori di lavoro e clienti dovrebbero essere in grado di fidarsi di un seguace di Cristo per l’onestà, per come si guadagna il salario e per il servizio di qualità fornito.

Come essere benedetti nel lavoro (3)

“QUANTO ALL’ONORE, FATE A GARA NEL RENDERVELO RECIPROCAMENTE.” ROMANI 12:10

Ecco un’altra importante parola chiave per es- sere benedetti nel lavoro: gentilezza, premura. Questo vale che tu sia il presidente della società o l’inserviente del turno di notte. La targhetta sul- la porta del tuo ufficio potrebbe voler dire che meriti rispetto, ma devi guadagnarlo ogni giorno attraverso la tua etica e il tuo atteggiamento sul lavoro. Nel Vecchio Testamento, molte persone si guadagnavano da vivere coltivando e allevando bestiame, perciò Salomone offre questo consiglio: “Guarda di conoscere bene lo stato delle tue pecore, abbi gran cura delle tue mandrie” (Proverbi 27:23). I bravi imprenditori considerano parte del loro lavoro conoscere i bisogni, i punti di forza, le debolezze, il potenziale e i livelli motivazionali dei collaboratori. Come risultato, il tempo di malattia dei dipendenti si riduce, il morale migliora, la qualità e la produttività aumentano. Che tu ci creda o meno, un aumento di stipendio

non è sempre il miglior motivatore. A volte la tua gentilezza, la comprensione e l’interesse verso un dipendente sono i motivatori più potenti. Sminuire le persone o darle per scontate garantisce solo risentimento. Quando tieni davvero alle persone, provi a far emergere il meglio in loro. E se sei un dipendente, Dio promette: “Chi ha cura del fico ne mangerà il frutto; e chi veglia sul suo padrone sarà onorato” (v. 18). Se continui a criticare chi è sopra di te, i tuoi colleghi inizieranno a non fidarsi . Per quale motivo? Perché sanno che prima o poi farai lo stesso con loro! Finché sei infastidito dalla tua posizione di subalterno, non diventerai mai qualificato per essere dirigente. La Bibbia dice che si dovrebbe parlare bene di coloro che hanno autorità su di te (cfr. Tito 3:1- 2). E se non puoi farlo, non dire niente e cerca un altro lavoro: ecco come essere benedetti nel lavoro.