Risposte a domande importanti (3)

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio” 2 Timoteo 3:16

Come è possibile credere nella Bibbia se è scritta da uomini? Quando scrivi una lettera, sei tu a scrivere o la tua penna? La penna è solo lo strumento che usi per scrivere. In modo analogo, gli uomini sono stati lo strumento nelle mani di Dio per scrivere la Sua “lettera” all’umanità. Ecco perché Sir Isaac Newton disse: “Vedo più segni certi di autenticità nella Bibbia che in qualsiasi altro testo di storia secolare”. Ecco perché Winston Churchill disse a proposito della Scrittura: “Lasciate che gli uomini di scienza e di cultura espongano le loro conoscenze e provino con le loro ricerche ogni dettaglio dei fatti che sono stati preservati per noi dalle nebbie del tempo. Tutto ciò che riusciranno a fare è ratificare la superba semplicità ed essenziale accuratezza delle verità scritte, che fino ad oggi hanno rischiarato il pellegrinaggio degli uomini”.

Ecco perché Abraham Lincoln disse: “Sono certo che la Bibbia sia il regalo migliore di Dio per gli uomini”. Josh McDowell, apologeta Cristiano, afferma: “Ecco il quadro: 1500 anni, 60 generazioni, 40 autori, differenti percorsi esistenziali, luoghi diversi, epoche diverse, stati d’animo differenti, continenti diversi, tre lingue, centinaia di argomenti spinosi trattati. Eppure, riuniti, creano un’armonia assoluta, dall’inizio alla fine… non esiste altro libro nella storia che possa essere minimamente paragonato alla sua continuità del tutto unica”. Puoi credere nella Bibbia. Le sue profezie si sono realizzate, le sue promesse hanno superato la prova del tempo e le sue regole di vita funzionano davvero. Sai perché la Bibbia è stata scritta? Giovanni ci dà la risposta: “Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio” (1 Giovanni 5:13).

Risposte a domande importanti (2)

“Non [riconosci] che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?” Romani 2:4

La chiesa non è forse un covo di ipocriti? Il termine ipocrita deriva dalla parola greca che indica “attore”. L’ipocrisia è la “pratica di convinzioni di fede, sentimenti o virtù che non si hanno veramente”. La vera chiesa di Gesù Cristo è fatta da veri credenti; gli ipocriti sono dei “simulatori” seduti tra il popolo di Dio. Persino Gesù ne ebbe uno tra i Suoi dodici apostoli, Giuda. Siamo onesti; molti hanno lasciato la chiesa a causa dell’ipocrisia. Ci sono più attori in chiesa che a Hollywood. L’ipocrisia è in rapida crescita nella chiesa dei nostri giorni, ma attenzione quando giudichi. Ricordi il vecchio slogan: “I Cristiani non sono perfetti; sono semplicemente persone perdonate”?

Prima di assumerti la responsabilità di giudicare chi sbaglia e lotta contro le proprie debolezze, leggi queste parole: “Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile, perché nel giudicare gli altri condanni te stessi; infatti tu che giudichi, fai le stesse cose. Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a verità. Pensi tu, o uomo, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio? Oppure disprezzi le ricchezze della Sua bontà, della Sua pazienza e della Sua costanza, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?” (Romani 2:1-4). Non darti pena per gli ipocriti nella chiesa; Dio li sistemerà, coglierà separatamente il “grano” dalla “zizzania” (cfr. Matteo 13:30).

Risposte a domande importanti (1)

“Noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra” 2 Pietro 3:13

Che dire della sofferenza? Non prova forse l’assenza di un Dio d’amore? Adamo dovette scegliere: obbedire o non obbedire a Dio. Scelse la disobbedienza e Dio disse: “Il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno tutti i giorni della tua vita” (Genesi 3:17). “Con affanno”, “con dolore” (EDB). Pensa a quante persone soffrono di cancro, Alzheimer, sclerosi multipla, insufficienza cardiaca, enfisema, Parkinson e altre malattie debilitanti. E’ stato forse Dio a “soffiarle nelle narici” dell’uomo al momento della creazione? Purtroppo, molti presentano la questione della sofferenza come scusa per respingere ogni pensiero riguardo a Dio, quando invece è proprio la sua esistenza il motivo per cui dovremmo credere in Lui. Nel principio Dio creò esseri umani perfetti, in un mondo perfetto senza sofferenza, il paradiso sulla terra. Quando il peccato entrò nel mondo, portò con sé morte e miseria.

Qual è la risposta definitiva? “Noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia. Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui… irreprensibili nella pace” (2 Pietro 3:13-14). La sofferenza raggiunse il suo apice quando Gesù sulla croce disse: “E’ compiuto” (Giovanni 19:30). Queste parole significano: “E’ pagato completamente”. Cioè, quando accetti Gesù come tuo Salvatore, andrai in paradiso dopo la morte e vivrai in una terra meravigliosa, senza peccato né sofferenza. “Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell’uomo sono quelle che Dio ha preparato per coloro che lo amano” (1 Corinzi 2:9). Se dubiti che ciò sia vero, riponi oggi stesso la tua fiducia in Gesù.

O domini o sarai dominato

“Poi Dio disse: “… abbia dominio” Genesi 1:26

Alla creazione Dio disse qualcosa di interessante su di noi: “Abbiano il dominio”. In altre parole, Egli ti ha investito di piena autorità per governare la tua vita. Sei un Suo agente sulla terra per assicurare che la Sua volontà sia fatta. Ma stai attento. Satana cercherà di farsi consegnare il tuo potere o cercherà di ingannarti facendoti credere che non hai potere e che solo lui ce l’ha. Oppure ti spingerà a governare la tua vita in base alle tue opinioni distorte e idee confuse. Finché non governi la tua vita con saggezza e non cammini secondo i precetti della Parola di Dio, non entrerai nella totale e completa realizzazione del Suo piano per la tua vita. Dio governa su tutto, ma ti ha dato anche dominio nella tua sfera d’influenza. “I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data agli uomini” (Salmo 115:16).

Dio ti abilita per fare le giuste scelte e prendere le decisioni giuste e adatta le Sue reazioni alle tue azioni. A volte ci sediamo aspettando che Dio agisca, quando la verità è che Lui sta aspettando che noi facciamo qualcosa. Un pastore ha scritto che Dio “Ha riservato a Sé un raggio di competenza sovrano, una sfera che non permetterà all’uomo di superare… [ma] contemporaneamente ha aperto un campo dove noi dobbiamo dirigere il gioco, lasciando agire Dio di conseguenza”. Per esempio, se vuoi una raccolta abbondante, devi seminare con generosità. Se vuoi essere perdonato, devi perdonare gli altri. E se vuoi camminare con la Sua benedizione, devi camminare in obbedienza. Sei chiamato a “Regnare nella vita per mezzo di… Gesù Cristo” (Romani 5:17).

Sei preoccupato? Prega!

“Non angustiatevi di nulla… in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere” Filippesi 4:6

Se dopo aver pregato le tue emozioni sono ancora in subbuglio, prega ancora. Educandoti alla disciplina della preghiera frequente, scoprirai la capacità di rimanere calmo e sereno. Mentre sei in attesa davanti al Signore, troverai liberazione dalla morsa della paura. Potresti essere tentato a pensare che la tua preghiera non abbia funzionato o che in qualche modo tu abbia fallito, perché l’ansia è tornata non appena hai detto “Amen”. Considera il persistere dell’ansia come un indicatore del fatto che hai bisogno di trascorrere più tempo con Dio; esaminando tutti gli aspetti del problema, confessando a Lui quanto esso ti affligga, talvolta ammettendo perfino che hai paura che Lui non intervenga in tempo. Avere una profonda e persistente inquietudine per un problema, non è come preoccuparsi.

La preoccupazione è scegliere di agitarsi invece di lasciare tutto a Dio. Quindi se tendi a preoccuparti molto, prega molto. Prega: “Signore, questo è un tuo problema. Prendilo nelle Tue mani. Fammi conoscere che cosa vuoi che io faccia se devo prendere parte alla soluzione. Lasciandolo a Te, io lo considero risolto”. A quel punto esercita la tua mente a non preoccuparti e a non continuare a cercare risposte o possibili soluzioni. Tu hai risolto il problema lasciandolo a Dio e il tuo compito adesso è di aspettare la Sua guida. Quando Lui vuole che tu agisca, Egli te lo farà capire chiaramente. Quando attendi alla Sua presenza, Egli dirigerà i tuoi pensieri al passo successivo da compiere. E se Lui non ti spinge a fare nulla, allora non fare nient’altro. Egli se ne farà carico, da quel momento.

Pregare: sia semplice e frequente

“Nel pregare…” Matteo 6:7

Conoscendo la nostra tendenza a complicare le cose, Gesù disse: “Nel pregare non usate troppe parole… poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate” (vv 7-8). Usando l’espressione “troppe parole”, Egli ci sta insegnando che la preghiera non deve essere lunga, rumorosa e artificiosa. E dicendo: “Il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate,” ci invita a cercare una promessa biblica che corrisponde al nostro bisogno e a rimanere fermi su di essa. Charles Swindoll, che è solito pregare quando guida, scrive: “Spesso parlo con Dio ad alta voce. A volte canto. Talvolta l’intera preghiera è nella mente. Tutte le volte che mi dedico alla preghiera, noto che Dio diventa il mio obiettivo più di qualche mia problematica personale.

Sono sollevato dalla preoccupazione. Riesco a lasciare tutto quello che mi riguarda per perdermi nella maestà della Sua presenza. Quando arrivo a destinazione, sono entusiasta di fare quello che piace a Dio. Mi trovo ristorato, sollevato e pronto. La mia mente è concentrata. Il mio cuore è preparato. Le mie emozioni sono chiare e qualsiasi cosa mi stesse turbando quando avevo iniziato a guidare, non mi riguarda più. La preghiera lo ha reso possibile. Ora mi piacerebbe poter dire che uso ogni spostamento, ogni giorno, per pregare. Ma come molte persone, spesso lo dimentico. La mia mente salta da un problema all’altro e, invece di pregare, mi agito. A volte sono così ansioso da non ricordare di smettere di preoccuparmi e iniziare a pregare”. Pregare: sia semplice e frequente.

La preghiera può cambiarti la vita

“Prima di ogni altra cosa… preghiere” 1 Timoteo 2:1

Pregare significa semplicemente comunicare con Dio. E la comunicazione può essere verbale o silenziosa. Si può esprimere anche col canto. Molti Salmi sono preghiere in musica. Pregare è mettersi in collegamento con Dio. Sia che tu confessi un peccato, lodi il Suo nome, ricerchi la Sua volontà, interceda per un amico, chieda per un tuo bisogno, la preghiera deve mettere al centro Dio e non te stesso. La preghiera sincera viene da un cuore che desidera la rivelazione di ciò che Egli desidera. È necessario disporre di tempo sufficiente per ascoltare ed attendere con attenzione alla presenza del tuo Padre Celeste. E la preghiera deve essere la prima delle tue priorità. Paolo istruisce Timoteo: “Esorto, dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni” (v.1). Nota le parole, “prima di ogni altra cosa”.

Prima di scivolare fuori dal letto, prima di fare la doccia, prima di avviarti a lavoro, e prima del tuo primo appuntamento, prega, prega, prega! Ogni pomeriggio alle tre, Pietro e Giovanni andavano al tempio a pregare. Durante il giorno, interrompevano i loro impegni per riunirsi con uno scopo: pregare. Quando la tua giornata scorre al suo ritmo e in una certa direzione, interrompila con una preghiera. Quando la tua giornata sta per culminare in una crisi, fermati intenzionalmente e prega. Se la tua mattinata comincia ad andar male, allontanati per qualche istante per cercare il proposito di Dio e chiedere la Sua guida. Quando il tuo atteggiamento comincia ad inasprirsi, fermati affinché grazie alla preghiera possa essere corretto. Non aspettare, prega immediatamente. Fai della preghiera la prima delle tue priorità in ogni circostanza e per tutte le cose. Se lo farai, scoprirai che la preghiera ti cambia la vita in meglio.

La tua vecchia natura e quella nuova

“Lo Spirito ha desideri contrari alla carne” Galati 5:17

La Bibbia dice: “Camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. Perchè la carne ha desideri contrari allo Spirito… sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste” (vv. 16-17). Ti suona familiare? Ecco quattro chiavi per vincere la battaglia tra la vecchia natura e la nuova. 1. Sii onesto. Riconosci che la tua carne bramerà sempre soddisfazione per le cose sbagliate e sappi che non prenderà mai un giorno di riposo. 2. Sii umile. Riconosci che non sei in grado di vincere questa battaglia senza l’aiuto di Dio. Arrendendoti a Dio, potrai attingere alla Sua forza, nei momenti cruciali di ogni prova.

E a mano a mano che eserciti questa disciplina spirituale, la tua abilità crescerà. Più ti avvicinerai a Dio, più diventerai forte nell’affrontare le tentazioni e le difficoltà. 3. Sii disciplinato. Questa è una questione personale, nessun altro può affrontarla al posto tuo. Paolo scrive: “Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale” (Romani 6:12) Se qualcun altro deve trattenerti, non funziona! 4. Sii vigile. Come soldato Davide avrebbe dovuto saperlo molto bene, ma satana lo colse alla sprovvista con la guardia abbassata. Di conseguenza finì per commettere adulterio con Batsheba e, nel tentativo di coprire il tutto, fece in modo che suo marito morisse. Forse pensi che questo non potrebbe mai accaderti. Paolo, il più grande degli apostoli, scrisse: “Tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato”. (1 Corinti 9:27).

Il segreto per sopravvivere in tempi difficili

“Anzi, ritengo che ogni cosa sia un danno, di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù” Filippesi 3:8

Il segreto per sopravvivere in tempi difficili non risiede in ciò che tu conosci ma in chi tu conosci. “In questo momento ho più problemi di Giobbe”. Quando il mondo di Giobbe crollò, lui disse: “Ma la via che io batto egli la conosce; se mi mettesse alla prova, ne uscirei come l’oro. Il mio piede ha seguito fedelmente le sue orme, mi sono tenuto sulla sua via senza deviare; non mi sono scostato dai comandamenti delle sue labbra, ho custodito nel mio cuore le parole della sua bocca” (Giobbe 23:10-12). Nemmeno la vita di Paolo fu una passeggiata: “In pericolo sui fiumi, in pericolo per i briganti, in pericolo da parte dei miei connazionali…degli stranieri, in pericolo nelle città…nei deserti… sul mare e in pericolo tra falsi fratelli.

In fatiche e in pene; spesse volte in veglie, nella fame e nella sete e spesse volte nei digiuni; nel freddo e nella nudità. Oltre a tutto questo sono assillato ogni giorno dalle preoccupazioni che mi vengono da tutte le chiese” (2 Corinti 11:26-28). Leggere quella lista ci fa fare la domanda, “Come ha fatto?” Paolo conosceva il segreto per sopravvivere in tempi difficili. Qual era? Ha permesso ai suoi problemi di avvicinarlo al Signore: “Perciò, molto volentieri, mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amore di Cristo. Perché quando sono debole, allora sono forte” (2 Corinti 12:9-10). Vuoi ciò che Giobbe e Paolo avevano? Allora avvicinati al Signore: questo è il segreto!

Armonia a casa (3)

“Chi è lento all’ira ha molto buon senso, ma chi è pronto ad andare in collera mostra la sua follia” Proverbi 14:29

Non è mai giusto perdere la pazienza con coloro che Dio ha affidato alle tue cure. La Bibbia dice: “Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo” (Efesini 4:28-27). Satana non aspetta altro che avere accesso a casa tua per farla diventare un inferno e tutte le volte che vai in collera, lui guadagna terreno. Per questo le Scritture dicono: “Ha molto buon senso chi è lento all’ira, ma chi è pronto ad andare in collera mostra la sua follia”. La chiave per gestire la tua rabbia sta nel trovare modi corretti per esprimerla così che non finisca per fare più male che bene. È importante condividere i propri sentimenti, ma bisogna farlo sempre nella maniera giusta. In fin dei conti, non si tratta di chi ha ragione e chi ha torto, né di chi grida più forte.

Si tratta di trovare la soluzione migliore per tutti. Comprendiamo questo: nessuno può essere in tutto e per tutto e sempre come lo vogliamo. È impossibile avere delle relazioni stabili, positive, senza imparare ad accettare le debolezze umane. Invece di rimuginare sulle mancanze l’uno dell’altro, concentratevi sui vostri punti di forza come famiglia. Il neuropsicologo clinico Paul Pearsall afferma: “La maggior parte di noi darebbe la propria vita per uno dei membri della sua famiglia, tuttavia troppo spesso conduciamo la nostra vita quotidiana come se dessimo per scontata la nostra famiglia”. Impara a controllare il tuo carattere, la tua famiglia ne vale la pena. Dopo tutto, chi altri ti ama indipendentemente da ciò che fai? E dove altro si può andare per trovare il conforto e la forza che derivano da questo tipo di sistema di supporto?